INTORNO A MESMA E MEDAMA DISPUTA (Nicotera VV)
di Maria Lombardo
Visitando i vari scritti del conte monteleonese (oggi Vibo Valentia), grande erudito il Cav.Vito Capialbi, già noto ai più come archeologo ottocentesco, che per ovvi motivi indisse numerosi scavi nell’agro Nicoterese, al fine di reperire vetusta o vestigia di città italiote come Medma o Medama, ho colto l’interesse su un testo che porta titolo “ Su Mesma e Medama”. A conti fatti lo scorrere delle pagine mi ha fatto capire che nell’agro Nicoterese oltre a Medma che probabilmente era nei pressi di Rosarno, esisteva una città che secondo le parole del Capialbi :” surse col nome di Nicotera”: ossia Medama. Tuttavia è nel 1838 che il Capialbi nella sua medesima opera giunge a conclusione che:”Mesa o Mesma che Medama o Meda erano due differenti città d’Italia “. Essendomi chiaro di non prendere lucciole per lanterne ed essendo mia usanza progredire nella mia scienza è mia ferma intenzione sviluppare quanto detto dal Capialbi per cognizione di causa ho ricercato per capire cosa altri eruditi dissero. L’erudito di Monsleonis in varie missive dice:” Medama è sotto Nicotera vicino ad un boschetto di mirto, vi sono le ruine maltrattate dai Nicoteresi”.A conti fatti il 3 novembre 1791 in una nuova missiva si legge questo tra Nicotera e Rosarno si trovano le ruine di Medama,era usanza del conte lo scambio di idee via epistolare . Sebbene Stefano Bizantino asserisce che non vi era nessuna dualità tra Mesma e Medama ma che per altro dire fosse la medesima città, cronicizza così tale situazione nella sua opera Epitomatore Ermolao :” Mesma e Medama erano la medesima città”. Citazione che per Capialbi fu un errore madornale che molti avrebbero potuto compiere. Tuttavia Plinio con dovizia pone la città di Medama :”dopo portus Orestis” probabilmente la sub colonia era esistita davvero ,facendo errare il Bizantino che di Medama non ebbe mai sentito parlare. Tuttavia Fra Aleandro Alberti nel 1526 pone la Medama a Capo Vaticano scambiandola con Tropea.Sembrerebbe però secondo le autorevoli parole del Capialbi che per vari motivi molte città magno greche avessero nel corso della vita terrena mutato nome e di questo la storia pullula lo stesso annota:” Non nego io ,già di esserci state molte antiche città che avessero cambiato di nome”, ma afferma ancora :” per non uscir di casa (…) abbiamo l’esempio di Caulonia o Hipponion “ città che per amor di storia fu nomata Hippo dai Greci ,Vibo dai Romani. Ma questa breve parentesi non riguarda le città citate in calce poiché numerosi autori di epoche diverse affermano la dualità :”Scilace e Cariadese di origine Greca conoscono Mesa” ed appunto ambedue affermano:”Mesa è posta in Lucania tra Hippo e Reggio”. Sebbene Apollodoro cita la Mesma e non Meda o Medma,ma fu Strabone il
famoso storico romano che cita solo Medama mentre Pomponio Mela altro romano dice :”In Brutio sunt columna Rhegia , Rhegium, Schylla ,Taureana e Medama Hippo nunc Vibo”,Plinio parla di Medna. Non mancano invece gli autori che non ne conoscono l’esistenza per motivi di traiettoria tra cui è degno di nota Dionisio Africano ed ancora l’itinerario di Antonino Pio:” Nicotera posta a XVIII KM da Vibona”. Tuttavia Wasselingo ci lascia annotata questa frase:”non est Medama (…)ruinis”. Ma a conti fatti non dobbiamo andare lontano per scoprirne la dualità il 20 gennaio del 1827,lo storico locale Vincenzo Sorace, scrive in alcuni suoi scritti:”(…) Medama occupava la collinetta (…) della San Faustina. Le vestigia sono visibili dalle grotte di Donna Canfora”. Amaseno la pone dopo il porto d’Ercole , dove si possono trovare le isole dette di Lipari ed aveva una copiosa fonte a sua disposizione”il fonte magno”. Lo stesso Sorace ebbe a dire che nei pressi di Nicotera esisteva un tempio dedicato a Medamma Diana e che:” a Santa Postira (san Faustina)” vennero riportate alla luce fosse sepolcrali. Sebbene concluse con l’affermazione che :” Medama fu città distinta da Medma o Mesma”.Pochissime se non malsicure le fonti storiche sulla città di Medama, che non consentono uno studio accurato della città italiota, se non sempre dal Capialbi ho potuto appurare che fu fondata, in un periodo floridissimo della Magna Grecia. La città, infatti posizionata da vicino all’ Emporio proprio nell’agro del Mortelletto, probabilmente era un cospicuo agglomerato che supportava il porto ecco che Mazzella così ci cronicizza :”Nicotera accresciuta dalle antiche ruine di Medama” passata alla storia come :MASSA NICOTERANA. Finito tale periodo e per non dimenticare che con l’avvento delle forme governative barbarizzate, parliamo di Normanni, sempre l’erudito monteleonese lascia ai posteri con queste parole:”(…) Nicola da Mesa,Roggiero de Stilo et Ughone de Melfia sono ricordati come testimoni (…)nella Certosa di Santo Stefano”.Arride ancora Francesco Antonio Grimaldi vicino al nostro parere negli Annali del Regno di Napoli ebbe a citare:”Medama, era situata a due miglia dell’imboccatura del fiume Mesamo (…) , nel sito si possono vedere numerose ruine e capitelli “. Di questa città, Medama, fu Filippo allievo di Platone,che osservò gli astri del Peloponneso di lui si disse :”patriae fortune suae,sequutus est”. Mi auguro che a questo punto i giornalisti locali la smettano di prendere lucciole per lanterne spesso le penne locali lasciano molto a desiderare su Nicotera.
famoso storico romano che cita solo Medama mentre Pomponio Mela altro romano dice :”In Brutio sunt columna Rhegia , Rhegium, Schylla ,Taureana e Medama Hippo nunc Vibo”,Plinio parla di Medna. Non mancano invece gli autori che non ne conoscono l’esistenza per motivi di traiettoria tra cui è degno di nota Dionisio Africano ed ancora l’itinerario di Antonino Pio:” Nicotera posta a XVIII KM da Vibona”. Tuttavia Wasselingo ci lascia annotata questa frase:”non est Medama (…)ruinis”. Ma a conti fatti non dobbiamo andare lontano per scoprirne la dualità il 20 gennaio del 1827,lo storico locale Vincenzo Sorace, scrive in alcuni suoi scritti:”(…) Medama occupava la collinetta (…) della San Faustina. Le vestigia sono visibili dalle grotte di Donna Canfora”. Amaseno la pone dopo il porto d’Ercole , dove si possono trovare le isole dette di Lipari ed aveva una copiosa fonte a sua disposizione”il fonte magno”. Lo stesso Sorace ebbe a dire che nei pressi di Nicotera esisteva un tempio dedicato a Medamma Diana e che:” a Santa Postira (san Faustina)” vennero riportate alla luce fosse sepolcrali. Sebbene concluse con l’affermazione che :” Medama fu città distinta da Medma o Mesma”.Pochissime se non malsicure le fonti storiche sulla città di Medama, che non consentono uno studio accurato della città italiota, se non sempre dal Capialbi ho potuto appurare che fu fondata, in un periodo floridissimo della Magna Grecia. La città, infatti posizionata da vicino all’ Emporio proprio nell’agro del Mortelletto, probabilmente era un cospicuo agglomerato che supportava il porto ecco che Mazzella così ci cronicizza :”Nicotera accresciuta dalle antiche ruine di Medama” passata alla storia come :MASSA NICOTERANA. Finito tale periodo e per non dimenticare che con l’avvento delle forme governative barbarizzate, parliamo di Normanni, sempre l’erudito monteleonese lascia ai posteri con queste parole:”(…) Nicola da Mesa,Roggiero de Stilo et Ughone de Melfia sono ricordati come testimoni (…)nella Certosa di Santo Stefano”.Arride ancora Francesco Antonio Grimaldi vicino al nostro parere negli Annali del Regno di Napoli ebbe a citare:”Medama, era situata a due miglia dell’imboccatura del fiume Mesamo (…) , nel sito si possono vedere numerose ruine e capitelli “. Di questa città, Medama, fu Filippo allievo di Platone,che osservò gli astri del Peloponneso di lui si disse :”patriae fortune suae,sequutus est”. Mi auguro che a questo punto i giornalisti locali la smettano di prendere lucciole per lanterne spesso le penne locali lasciano molto a desiderare su Nicotera.
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