I RUBINO FAMOSI PITTORI DI MONTELEONE DI CALABRIA

di Maria Lombardo
Per quanto riguarda i Rubino a Monteleone la storia di questa famiglia Siciliana che giunge a Monteleone per scolpire un S. Antonio da Padova nella Chiesa dei Cappuccini, dove venne accolta probabilmente da quella di S. Maria degli Angeli: è collocabile nello scacchiere storico per intero. Il capostipite del ramo Monteleonese fu Domenico Rubino (1662 – 1720) che battezzò i figli Lorenzo, Ludovico e Giulio all’arte nella sua bottega tra scultura e pittura. Lorenzo è ricordato per aver scolpito le statue del <<Venerdì Santo>> della chiesa di S. Francesco d’Assisi a Vibo (oggi chiesa del Rosario). Senza dubbio tutte le statue presenti a Vibo del perioddo Settecentesco sono tutte attribuibili a loro. Giulio invece varcò i confini Monteleonesi e disseminò la Calabria di opere pertanto viveva nel lusso, come risulta della situazione all’epoca del Catasto Onciario del 1755. Per gli studi su Giulio Rubino riportiamo da un documento del 1995, da una pubblicazione del Sistema Bibliotecario Vibonese “ Atti Convegno Provinciale Nicotera – Castello Dei Ruffo 27-28-29- Dicembre 1995- “ di Giorgio Leone – quanto segue:“Di Giulio, nelle chiese di Vibo e ricordate dagli scrittori locali, si custodiscono la Comunione degli Apostoli nella chiesa di S. Michele; il S. Francesco Saverio battezza i pagani e la Morte di S. Francesco Saverio nella chiesa del Gesù; i Quattro Evangelisti
dipinti su i pennacchi della cupola della Collegiata di S. Leoluca; il Miracolo delle rose, la Crocifissione, la Madonna col Bambino e i SS. Lorenzo e Carlo Borromeo, il Martirio di S. Stefano, il già ricordato Miracolo di S. Leoluca, l’Abbraccio dei SS. Domenico e Francesco d’Assisi, S. Francesco da Paola, l’Angelo Custode e le SS. Lucia e Barbara, tutte tele esposte nella chiesa di S. Francesco, che si qualifica quale vera pinacoteca del pittore attorno al 1747, anno cui la maggior parte di esse risulta datata e firmata”. Fu davvero un pittore prolifico! Probabilmente altre opere sono assegnate a lui e la critica ne è convinta dice Leone:” nelle chiese della città: la S. Famiglia con S. Anna e S. Giovannino – ovvero più verosimilmente una S. Famiglia con i SS. Elisabetta, Zaccaria e Giovannino -, ritrovamento di Gesù al Tempio – o Gesù fra i Dottori -, entrambe custodite nella chiesa di S. Giuseppe. Ancora la Visione di S. Ignazio, che però deve identificarsi con già citato Patrocinio di S. Leoluca della chiesa di S. Maria la Nova”. Ma nel Monteleonese sono molte le opere che seppur rovinate evidenziano la mano di Giulio Rubino:”A Vibo si può segnalare La fuga in Egitto, applicata alla volta della chiesa del Gesù, dove giunse probabilmente da quella di S. Giuseppe; a S. Onofrio l’Immacolata fra i SS. Benedetto e Scolastica, custodita nella chiesa del Rosario; a S. Costantino Calabro, nella chiesa del nome di Gesù, la Madonna del Carmine fra Santi; a Zungri, nella Chiesa Parrocchiale, la Madonna del Rosario e Santi; a Laureana di Borrello, nella Chiesa Matrice, la Deposizione della Croce; a Filogaso, nella Chiesa del Carmine, la Madonna del Carmine fra i SS. Michele Arcangelo ed Elia; ad Anoja Superiore, nella Parrocchiale, l’Immacolata e Santi e la Madonna del Lume; a Nicotera, nella Cattedrale, la Madonna del Rosario e la Madonna del Purgatorio”.

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