L’esercito Meridionale che si unì ai Mille di Garibaldi

di Maria Lombardo
Nell’ultimo periodo ho notato una serie di link creati dai gruppi meridionalisti dove la citazione era vennero definiti camicie rosse anzi fu per loro che vennero definiti tutti così poiché i loro ufficiali portavano l’uniforme rossa. Sfatiamo con questo pezzo gli sproloqui storici dei neomeridionalisti. Ebbene queste frasi risultano incomprensibili agli storici sereni e non, chi si emula storico revisionista disconosce l'esistenza di tale esercito. Intendo ripetere che la storia non è democrazia ed i link neomeridionalisti ne sono fulgido esempio. Durante l’ascesa Garibaldina dalla Sicilia a Napoli si era unito al manipolo dei Mille un’ulteriore forza armata:l’esercito Meridionale. Attenzione non si parla di esercito Borbonico ma dei volontari meridionali che si unirono a Garibaldi in tutto furono 50.000 uomini tutti del Sud Italia. L’esercito però venne disciolto appena venne proclamato il nuovo Stato. Ma andiamo per gradi in modo da far comprendere anche ai neomeridionalisti meno preparati. A Marsala nel maggio del ’60 ai Mille si unirono 200 volontari a Salemi si unirono persino gli uomini dei fratelli Sant’Anna. Altri 500 volontari poi giunsero da Erice proprio il 14 maggio guidati da Coppola e La Russa combattendo valorosamente a Calatafimi. A Palermo poi li attendevano altri 3.000 Palermitani. Erano così ingrossati di 6.602 unità. Nella città di Palermo si persero 602 uomini ma il 18 maggio dal Nord arrivarono 2.500 uomini guidati da Medici e Cusenz. A Milazzo si attendeva la colonna guidata dal Sacchi e fu poi un continuo di arrivi. Questo esercito di Siciliani venne diviso in due divisioni, XV e XVI, comandate rispettivamente da Stefano Turr e Giuseppe Paternò, per complessive cinque brigate. Con un ulteriore decreto del giorno dopo si emanava l’organico della “Marina militare siciliana”. Quando sbarcarono poi in Calabria si unirono i volontari Calabresi e Lucani, della Brigata Lucania 2.000 uomini. Fu qui che si chiamò esercito meridionale! Più avanzavano in sostanza più meridionali si univano al Nizzardo e furono proprio loro che si batterono valorosamente al Volturno dove l’esercito Sabaudo era in minoranza. Inoltre tanto per la cronaca non mancarono gli stranieri: la Legione ungherese, la Lègion de Flotte (francesi), la legione inglese, molti polacchi tra cui il generale Aleksander Milbitz, romeni e qualche belga. Nella “Compagnia estera”, vi furono molti borbonici che avevano abbandonato Francesco II. A Novembre Garibaldi e Vittorio Emanuele giunsero a Napoli ma fu Sirtori che guidò l’esercito Meridionale nella Città poiché Garibaldi preferì andarsene a Caprera. L’Esercito Meridionale venne sciolto da Cavour dopo il Plebiscito.. Ai volontari garibaldini fu data la possibilità di arruolarsi con una ferma biennale nell’Esercito piemontese oppure di chiedere le dimissioni con sei mesi di paga. Agli ufficiali fu concessa l’ammissione nell’Esercito sottoponendosi a un esame. Cavour dispose che i volontari venissero trasferiti a Torino alcuni Generali Garibaldini furono ammessi Sirtori,Bixio, Stocco, Medici, Cosenz altri rimasero fuori Fauchè, Canzio Castellazzo. Così Garibaldi il 18 aprile 1861 a difesa del suo esercito dichiarò «la fredda e nemica mano di questo Ministero [Cavour]» di aver voluto provocare una «guerra fratricida». Il Conte di Cavour reagì con violenza e pretese di riportare all’ordine il Generale, fu Bixio a tentare una riconciliazione che mai accadde poiché Cavour morì giorni dopo. Alcuni militari dell’esercito garibaldino divennero temuti briganti, l’esempio più noto è Carmine Crocco.





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