Venerdì di Quaresima pesce: ” pizziteiji i nunnata”

di Maria Lombardo
Questo è o sarebbe il periodo per assaggiarle,  dico sarebbe perché dal 2010 la pesca del novellame è fuorilegge. Un tempo però era una pietanza luculliana e detto tra noi anche oggi è irrinunciabile. La prima operazione da fare è un ‘accurata pulizia, la sardella fresca va lavata con delicatezza almeno quattro o cinque volte; vanno tolti i pescetti diversi che possono essere presenti mischiati ad essa; vanno tolti uno ad uno i frammenti delle alghe; vanno fatti decantare e quindi eliminati i granelli di sabbia presenti specialmente quando la pesca è stata fatta da terra; bisogna inoltre fare attenzione che non ci siano squame di sarde, le madri a volte presenti nei branchi di novellame, e infine che non ci sia la ‘mbroma, la materia gelatinosa formata da residui di meduse. Tanto lavoro è vero ma non si può rinunciare a questo piatto deciso. Attualmente i migliori ristoranti calabresi propongono queste frittelline ma con parsimonia. Ci sono svariati modi per prepararla c’è chi ci tuffa dentro uova e formaggio farina ed acqua e si forma la pastella, a me personalmente piacciono semplici acqua, farina, sale, prezzemolo e belle sottili e croccanti. Appena la pastella è pronta si tuffano in olio bollente devono dorare da entrambe le parti ed infine di adagiano su carta assorbente per eliminare l’olio in eccesso. Servite calde come antipasto o secondo con un buon pane. Esistono però svariatissimi altri modi per portare la “nunnata “ in tavola ma nessuna eguaglia i “pizziteiji” : la si può mangiare cruda, condita con olio, limone, sale e, per chi lo gradisce, un pizzico di pepe nero macinato; oppure si può cuocere in padella con abbondante peperoncino piccante in polvere; ma il modo più gustoso consiste nel preparare delle frittelline fritte. Assaggiate il sapore del nostro mare così!



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