Il Castello dei D’Aquino a Belcastro

di Maria Lombardo
E’ tesi confutata ormai da molti storici calabresi tra cui Giovanni da Fiore da Cropani (KR); l’umanista e storico del ‘500, Gabriele Barrio di Francica (VV) e il teologo Padre Girolamo Marafioti di Polistena (RC) che Tommaso D’aquino nacque in provincia di Catanzaro e non a Roccasecca nel Frosinate. Corredato a tale tesi è un documento autentico che attesta il battesimo di Tommaso a San Michele. Si tratta di una pergamena sulla quale il notaio della Curia registrò l’avvenuto battesimo di san Tommaso per delega del papa Onorio III al vescovo di Belcastro. Tommaso era filosofo e teologo. Egli è noto come il “DoctorAngelicus”. La sua opera più importante è la “Summa Theologiae”, un manuale della teologia basata non solo sulle fonti della Chiesa Cattolica. Oggi per Calabria Travel mi trovo a visitare i ruderi di questo maniero che domina Belcastro. Diventa feudo della famiglia d’Aquino, di origine longobarda. E’ nel castello medievale dei d’Aquino (XIII – XV sec.) che dovrebbe essere nato Tommaso. E’ di stile normanno, con il poderoso Mastio quadrilatero a tre piani situato al centro e a fianco la Cappella di S. Tommaso d’Aquino, immerso in un mare di verde e ulivi secolari. Effettivamente era una fortificazione che raccoglieva tra le sue mura la popolazione che viveva e lavorava nel castrum. Mentre la presenza del palazzo ossia la residenza signorile era identificata dalla presenza di una torre. Avendo compito di difesa del territorio e perciò per decenni assolse questo compito, rendeva l’ambiente più fortificato grazie alla torre quadrata ed alle mura merlate. Al piano terra vi era un ambiente inaccessibile dall’esterno, destinato ad ospitare cisterna e magazzini, dal cui interno si poteva accedere alla porzione abitabile o sala della torre, posta superiormente. Qui si apriva l’accesso esterno che, attraverso una postierla, inserita nelle difese poste a munire la base della torre, consentiva di raggiungere la corte, dove erano gli ambienti di servizio: cappella, abitazioni ed i ricoveri per gli animali. Quando però i Turchi crearono disagi alle coste e per questo motivo furono fortificate. A Belcastro venne ideato un barbacane che aveva lo scopo di aumentare la resistenza della vecchia torre, fungendo da ulteriore perimetro difensivo. Accanto alla “ torre Mastra” che ospitava la famiglia signorile vennero create altre torri dove venivano collocate le armi da fuoco. Le evidenze murarie superstiti permettono di riferire queste ultime strutture al primo venticinquennio del XVI secolo, periodo al quale dovrebbe risalire anche la torre rotonda, i cui resti si evidenziano all’estremità sud del complesso. Si tratta, comunque, degli ultimi interventi che sottolineano l’importanza militare del castello. La sua importanza andò a scemare col tempo quando le armi da fuoco si faranno più sofisticate. Come molti manieri si trasformo a residenza dei feudatari del luogo, che ne amplieranno gli ambienti interni in relazione alle loro esigenze di soggiorno nella città. I Belcastresi sono orgogliosi di riconoscere il proprio paese come luogo che ha dato i natali a San Tommaso d’Aquino. Egli è il santo patrono di Belcastro e la festa in suo onore si celebra il 21 marzo.




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