Venerdì di Quaresima, baccalà fritto alla calabrese

di Maria Lombardo
Un tempo era un piatto contadino, uno di quei piatti poverissimo ma a volte difficile da portare in tavola. Il lavoro per il contadino c’era ma poi i soldi non bastavano per l’acquisto di beni di prima necessità. Il baccalà spugnato è il modo di acquistare il prodotto giusto ma se la massaia calabrese lo desidera lo compra secco e procede essa stessa con la spugnatura. Consiglio anche spugnato di tenerlo a mollo per un po’ in modo da espellere il sale. Ecco a Voi che mi seguite dall’estero cosa urge per prepararlo e mangiare i sapori di Calabria: Baccalà spugnato, farina di semola, olio E.v.o. (o di arachidi) per friggere.
Procedimento -devo dire che è un piatto facile e veloce! Una volta spugnato ben bene si taglia a pezzi, si lava ben bene sotto l’acqua corrente. Giorni prima badate bene a cambiare l’acqua un paio di volte di solito il baccalà si acquista giorni prima proprio per questo. In 2/3 giorni è pronto da usare, se avete un ambiente troppo caldo è meglio tenerlo in frigo, al contrario se avete un ambiente fresco potete evitare di metterlo in frigo. Al momento di prepararlo si toglie dall’acqua si asciuga ben bene, si passa nella farina da tutte le parti così da farla aderire bene. Friggere in abbondante olio bollente, girandolo un paio di volte finché non fa una bella crosticina dorata. Disporlo su carta assorbente da cucina per eliminare l’unto in eccesso.
Il baccalà fritto alla calabrese è pronto, servire caldo e buon appetito!

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