Il pane fatto in casa per la Settimana Santa chiama i” Tarasji cu u naspu” delizia del Vibonese

di Maria Lombardo
La legna nel fuoco scoppietta, ormai il forno a legna è accesso in quasi tutte le case per preparare il pane che servirà per la Settimana Santa. Era un rito per le massaie calabresi pane e poi “ nu paru i chili i tarasji cu u naspu”. Non era possibile per le attente massaie sprecare quel giorno per dedicarlo solo alla panificazione! Quella “uccata i focu” doveva cuocere anche queste dolci prelibatezze che dovevano essere consumate per Pasqua e Pasquetta un vero sacrificio per i più piccoli. I tarasji cu u naspu sono dei tradizionalissimi taralli coperti da una dolce glassa al limone sia con il succo che con la scorza grattugiata. Purtroppo posso formire ai lettori una ricetta approssimativa, mia mamma e mia nonna si regolavano ad occhio per le quantità e mai nessuno rimaneva senza mangiarne.
Dopo aver deposto la “majsjia” in cui lavoravano a 4 mani la pasta, si adoperavano a preparare gli ingredienti per la frolla dei taralli: 500 gr. di farina di grano duro 25 gr di liquore anice mezzo bicchiere di alcool per liquori mezzo bicchiere di olio di oliva 5 uova 1 cucchiaio di bicarbonato un pizzico di sale. Disponevano la farina a fontana e poi rompevano le uova, zucchero, burro, sale e scorza di limone.
La farina veniva delicatamente impastata con anice, olio il lavoro era lungo ed un po’ stancante poiché l’impasto doveva essere ben omogeneo. La pasta doveva comunque riposare e poi si passava a fare le ciambelline. La cosa curiosa e che le ciambelline poi sulla loro circonferenza si faceva un taglio che arrivi quasi a metà, con un coltello o con un filo. Usanze nulla più! Il forno ben arroventato 200 gradi li attende per la cottura e quel taglio farà crescere le ciambelline. Mentre i taralli cuociono si prepara il naspo (glassa): 250 ml di acqua 500 g di zucchero scorza di limone succo di mezzo limone. Mentre i taralli si raffreddano in un tegame si preparava la glassa mescolando in una pentola lo zucchero con l’acqua. Quando lo zucchero si è ben sciolto, continuate a mescolare continuamente per 2 o 3 minuti, fino a quando la miscela risulta caramellosa.
Togliete dal fuoco, grattugiatevi la scorza di un limone e aggiungete il succo di mezzo limone. Spennellate i taralli con il naspro o, se preferite, metteteli, cinque alla volta, nella pentola e rigirateli continuamente fin quando saranno completamente ricoperti dal naspro, che una volta raffreddato diventerà bianco e consistente. Inoltre avevano il privilegio di durare molto poiché la tradizione li vuole in tavola a Pasqua e Pasquetta. Mi raccomando rispettate la tradizione e mangiamoli a Pasqu

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