Il mio personale 8 marzo va ad Aurora Sanseverino

 Di Maria Lombardo
Donna molto emancipata e desidero farla apprezzare al grande pubblico che mi segue quotidianamente, una donna che era esperta di poesia, teatro in quanto attrice,e sopra ogni cosa mecenate.  Aurora Sanseverino Gaetani  nasce a Saponara il 28 aprile 1699 e morì a Piedimonte Matese il 2 luglio 1726.  Nasce nella famiglia dei Sanseverino  ricco casato di Calabria e Lucania, il suo nome Aurora è stato ripreso da l’Aurora il dipinto di Giovanni Ferro dove una meravigliosa fanciulla  regalava fiori al mondo. Aurora invece sparse sapere e cultura. Sveglia ed intelligente amò lo studio fin da piccola ma amava esprimersi con la poesia. Un vero talento! Sposò a soli 11 anni il conte di Conversano  ma rimase vedova e senza figli. Tornò nella casa paterna e iniziò a viaggiare tra Palermo e Napoli. In seconde nozze sposò il Principe di Piedimonte da cui ebbe due figli. A Napoli trovò il suo ambiente ideale, tanta cultura  ed aprì la sua dimora a vari artisti e sportivi, ella stessa praticava la caccia al cinghiale. Fu per suo volere che a Piedimonte venne eretto un teatro. Oltre al teatro presso il Palazzo Ducale, la poetessa fece realizzare anche il “Conservatorio delle orfane” di Piedimonte , che ospitò numerose fanciulle, fu dotato con 500 pecore e l’amministrazione fu affidata alla confraternita di Santa Maria Occorrevole; il “Convento delle Grazie”, in cui i religiosi tenevano lezioni pubbliche per i fanciulli della zona e la “Chiesa dell’Immacolata Concezione dei Chierici Regolari Minori”.  Intanto cercava spesso il modo di arricchire la vita culturale e nel 1695 si iscrisse all’Accademia dell’Arcadia di Roma dove con pseudonimo Licinda Coritesia scrisse molte poesie. A Rossano fu spesso presente nell’Accademia degli Spensierati e fu parte fondamentale della Colonia Sebezia di Napoli e dell’Accademia degli Innominati di Bra (Cuneo) con il nome di La Perenne.  La sua produzione per metà andò perduta rimangono pochi sonetti e qualche stralcio di commedia, inoltre a lei ed al suo sposo il poeta Carlo Sernicola le dedicò l’opera Ossequi Poetici definendola una delle dame più letterate del secolo. Il suo ultimo periodo di vita fu contrassegnato da alcuni tristi avvenimenti come la morte dei figli Pasquale e Cecilia. Morì nel 1726, all’età di 57 anni. Fu sepolta nella Chiesa dell’Immacolata Concezione, da lei fatta edificare.

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