Antichi riti Calabresi di benvenuto alla primavera, “ i fuachi i marzu”

di Maria Lombardo
Quando s’avvicinava la primavera i Calabresi svolgevano dei riti di purificazione agraria. Usanze oggi non più praticate a causa del progresso, ma alcuni retaggi possiamo ritrovarli nell’accensione di alcuni falò con i residui dei raccolti dell’anno passato. Un rito allegorico che scandisce i ritmi della vita agro-pastorale, i contadini a fine inverno svuotano le stalle e bruciavano le frasche rimaste dalla potatura di olivi generalmente.Altrimenti si usa la legna portata dal mare e mobili vecchi. Questi falò sono molto diffusi nell’Alto Cosentino. A Castrovillari (CS), la vigilia di San Giuseppe, viene festeggiata con le cosiddette focarine, ovvero i tradizionali falò in onore al “santo falegname”, che accompagnano i fedeli al 19 marzo. Sono chiamati “fochi i marzu” dove la gente del posto si riunisce a mangiare e bere e ballare, insomma una sorta di dialogo tra uomo e natura che avveniva proprio col fuoco. Il fuoco infatti era simbolo di rinascita e l’uomo stesso doveva praticare delle prove di coraggio per ottenere questa purificazione. C’è tanto di Memoria Pagana in questa stessa Tradizione. Ma conta poco.Se l’uomo riusciva a superarle allora si garantiva una sorta di vittoria che durava l’intero anno sulla natura. Proprio per questo, si aveva molta cura nella preparazione della focarina, in quanto bisognava spesso fare il salto della fiamma. Questo salto non faceva altro che aiutare la vittoria! Per il mondo maschile il salto era espressione di virilità, di abilità e coraggio; per le giovani donne rappresentava invece la fertilità e di conseguenza il loro futuro di mogli e madri. Con l’avvento del Cristianesimo in Calabria Citra questo rito venne dedicato a San Giuseppe. Tale data è infatti alla vigilia dell’equinozio di primavera, quando si svolgevano i baccanali, i riti dionisiaci per propiziare la fertilità nonché l’inizio del nuovo anno romano. Infatti tale tradizione si può includere tra riti del falò di inizio anno. Il rito del fuoco purificatore è una delle più arcane tradizioni diffuse presso svariate popolazioni. Ecco nel pomeriggio si inizia in ogni quartiere a preparare la catasta di legna ed al tramonto si accende il tempo che la gente si riunisca. Un momento di aggregazione accompagnato da balli locali,tarantella e grigliate e vino e poi canti di felicità. Salutano così la Primavera!



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