Cariati(CS)), la tradizione dei “vuculari” nella manipolazione della creta.
di Maria Lombardo
Nella cittadina cosentina la lunga storia di abilità manifatturiera dei suoi artigiani ceramisti.
“Tra i tanti procedimenti artigianali appartenenti alla tradizione popolare che in qualche modo si sono difesi dall’aggressione dei tempi, in Calabria c’è senz’altro la lavorazione della creta, soprattutto in area silana-greca, in un luogo che di questo materiale è ricchissimo. Ma anche lungo la costa ionica prospiciente il mare, da Corigliano-Rossano fino a Cariati, dove è evidente l’origine argillosa del territorio, è stato favorito lo sviluppo di prodotti ceramici ottenuti mediante la foggiatura di materie naturali (oltre l’argilla, il caolino e il quarzo) impastati con acqua e successivamente sottoposti a cottura. Il nome ceramica, d’altra parte, deriva dal greco chèramos, che significa appunto argilla: un materiale che allo stato naturale è molto plasmabile, con l’aggiunta di acqua reso facilmente adattabile con le mani, ma che dopo la lavorazione e la necessaria cottura, perde la sua malleabilità acquistando al contempo rigidità e robustezza. Il territorio menzionato, è noto per l’abilità manifatturiera dei suoi artigiani ceramisti, basti ricordare Cropalati, dove ancora oggi sono presenti virtuosi esempi; Mandatoriccio dove nel secolo scorso era presente una fabbrica di mattoni e dove si ricavavano ‘pignatte’ in argilla; o ancora Rossano, dove tuttora è presente una fabbrica di laterizi. Col passare del tempo, quest’antica tradizione si è consolidata nella cittadina di Cariati, diventata per l’intero settore un punto di riferimento e le cui botteghe erano un tempo raggruppate nel rione dal toponimo i vucalari, termine derivato da vucalu, il recipiente con manico e beccuccio usato per versare l’acqua, attività artigianale peculiare molto esercitata e rigogliosa che, secondo la tradizione, metteva sul mercato manufatti in terracotta grezza e ceramica”. Peccato che questa arte si stia perdendo per ricambio generazionale!
(Fonte Emilio Carlino)
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