Corigliano Calabro (CS): Il 25 aprile festeggiano San Francesco che li ha salvati dal terremoto del 25 aprile 1836.



di Maria Lombardo


Negli scorsi anni in questo ed in altri blog vi ho parlato del sisma del 25 aprile 1836 che interessò la Calabria Citeriore da Rossano e Mirto. Ebbene di notevole interesse storico è quello che successe quel giorno in quel 25 aprile. I festeggiamenti dedicati a San Francesco patrono della Città iniziano il 24 per un becero errore storico  si credette che il sisma si scatenò la notte del 24. In una
Delibera del Decurionato di Corigliano del 28 aprile 1836, cioè di appena tre  giorni dopo le prime scosse del sisma  che ebbe per epicentro il territorio  compreso tra Rossano e Mirto.Il testo della Delibera si apre  con una espressione che non lascia  dubbi sulla determinazione del  giorno e dell'ora dell'accaduto: Il flagello di Dio il più tremendo, il tremuoto  al principarr del 25 aprile, alle ore sei e minuti -... La delibera comunale, firmata dal Sindaco e dai decurioni, con tanto di bollo tondo, è un documento che ha tutti i crismi dell'ufficialità  e che, perciò, deve fugare ogni dubbio sulla data del terremoto  del 1836. Le prime scosse si ebbero, dunque, alle ore sei del mattino del 25  aprile 1836. In realtà si pensava che il 25 il popolo superstite avesse portato il Santo in processione! Perciò, il popolo di Corigliano festeggia solennemente il  suo Santo Patrono il 25 aprile di ogni anno. Si è sempre creduto che da quel sisma Corigliano ne uscì indenne  ma non fu così. Parecchi fabbricati rimasero lesionati e alcuni sconquassati, per cui in  molte zone “han cominciato a cadere”;  per tale motivo, tanti cittadini andavano “vagando, fuggendo la vista  delle fabbriche”. Morirono” il padre  di famiglia Domenico  Orlando  Grasso e la zitella  Rosa Fusco Virzilla, molti san rimasti  feriti”, in città” i danni  sono incalcolabili”. Nella notte del 27 aprile” Rosa Gallina, moglie di Giorgio Caracciolo, soffogata da un'ancina è morta nel bivacquo nel largo di S. Antonio”. Il documento fa riferimento anche ad “ammalati e convalescenti di cui a  suo tempo si faran conoscere i nomi”. Il Decurionato “nello sbalordimento in cui si trova, e nel  costringimento de' suoi doveri “costituì una deputazione, composta dai parroci Chiappetta, Alice e Cimino e dai "galantuomini" Gennaro Maria Morgia e Antonio Maria Abenante, col compito di verificare i  danni, riparare o demolire i fabbricati della città o di campagna che  necessitassero di tali interventi,  aiutare quanti” han bisogno di soccorso,  e di medicamenti”. Infine, il Decurionato “si vede nel dovere di far conoscere a' superiori, che l'intiera popolazione ha trovato il suo sollievo, ed il pronto soccorso presso il suo Protettore S. Francesco da Paola... che per la sua santa intercessione  siam salvi”. Una cosa è certa i Coriglianesi a San Francesco si sono votati fin dal 1598! Inoltre dalla Delibera citata in calce si chiede il rientro dei Frati Minimi espulsi nel 1809, ritornarono il 2 aprile 1839 e ripristinarono il loro Monastero.  Tutti i cittadini, miracolati dal  Santo paolano, decisero di concorrere “secondo le proprie forze, a formare dei capitali”, mediante i quali ricostruire il fabbricato. Più volte restaurato ed adibito a vari usi, il convento dei Minimi riveste un'importanza notevole nel la storia sociale e religiosa di Corigliano Calabro. Ecco perché anche una data assume, a volte, un valore particolare ed è bene che i cittadini abbiano le idee chiare sull'origine e gli sviluppi di festività che caratterizzano una comunità e che, in alcuni momenti, ne condizionano fortemente la vita. 


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