Post

Visualizzazione dei post da novembre, 2024

Non c’è Natale in Calabria senza susumelle

Immagine
 di Maria Lombardo I tipici biscotti ovali a base di miele con spezie, uvetta, frutta candita e ricoperti di cioccolato bianco o fondente. La storia delle susumelle è molto antica e per certi versi misteriosa, anche il nome è oggetto di discussione: secondo alcuni potrebbe derivare dalle parole sesamun e mel, cioè sesamo e miele, e quindi discendere dai dolci che nell’Antica Grecia si preparavano in onore delle dee Demetra e Core. E’ l’ipotesi più semplice, ma le susumelle non contengono sesamo.Secondo altri significa carezza, nome quanto mai indicato per la bontà del prodotto, ma finora questa ipotesi non trova nessun riscontro linguistico.Secondo un’altra interessante teoria susumella deriva dal greco susumeda, che significa cibo andato a male. Ma perché usare un termine così orribile per un dolce così buono?Un motivo c’è e sta nel fatto che ai tempi del Regno di Napoli (forse anche prima) e quindi anche in Calabria, i ricchi facevano la carità ai poveri in particolari festività...

Oggi la “filiciata” di Fiumefreddo (CS)

Immagine
 di Maria Lombardo La f iliciata di Fiumefreddo , un formaggio fresco che rappresenta un vero e proprio tesoro gastronomico della provincia di Cosenza. Come ogni altra filiciata calabreseprende il nome dalle foglie di felce“filici” utilizzate nella sua preparazione. Questo formaggio fresco viene prodotto con latte di pecora o capra e avvolto in foglie di felce, che conferiscono un aroma e un sapore caratteristico. La tradizione vuole che questo metodo di conservazione risalga a tempi antichi, quando le foglie di felce venivano utilizzate per mantenere il formaggio fresco durante i mesi estivi.La filiciata di Fiumefreddo è perfetta da gustare da sola, accompagnata da un buon pane casereccio, ma si presta anche a numerosi abbinamenti.Può essere servita con miele, marmellate o frutta fresca, esaltando così il suo sapore delicato e aromatico. Inoltre, si abbina splendidamente con vini bianchi locali, che ne esaltano le caratteristiche organolettiche. Questo formagg...

UNA STORIA LEGGENDARIA: LA SERPE SECOLARE DI CASTROVILLARI (CS).

Immagine
 di Maria Lombardo E' una creatura straordinaria, mitica, del tutto innocua e schiva, capace, però, di vivere per secoli e che sarebbe stata avvistata dai contadini e dalla gente del luogo tante volte, soprattutto in passato. Storie incredibili si narrano su questa serpe meravigliosa e leggendaria: c'è chi dice che non sia cosi lunga, al massimo tre metri, ma che sia coloratissima, chi,invece, che viva rintanata in alberi d' ulivo anc h'essi secolari. Racconta Claudia: «la prima volta che l'ho vista ero piccola, saranno passati oltre trent'anni, ma la ricordo ancora benissimo: ero nel balconcino della mia casa in contrada Lacco, la vidi in fondo alla recinzione, passare lentamente, attraversare la mia proprietà per andare in quella del vicino...era uno spettacolo della natura...simile al tronco di un albero, un po' buffa e con le corna. Ricordo che lo raccontai a mio padre, ma lui già sapeva perché l' aveva incontrata prima di me nella legnaia. Quando eg...

Amaroni (CZ) la sua folkloristica questua per Santa Lucia

Immagine
 di Maria Lombardo  Ma è il giorno di santa Lucia il momento più solenne ad Amaroni CZ dell’anno in cui tutti gli abitanti del borgo si riuniscono affollando la piazza principale per assistere a coinvolgenti balli che affondano le loro radici nel folklore più antico: U BAGAGGHIJADDHU e ‘A ZZIA RACHELA. Dopo i festeggiamenti del giorno con le funzioni in Chiesa, la processione ed i giri della banda per il paese per la "questua" citata in calce a tarda sera si svolgono in piazza questi caratteristici balli folkloristici che risalgono ad una epoca antica e sono denominati "U Bagagghieddhu" e "A zzia Rachela" . I ballerini si contendono la partecipazione alle danze che sarà assegnata a chi offrirà la somma maggiore di denaro. Scatta una vera e propria asta, il banditore urla, i contendenti si sfidano. Chi offre di più avrà l’onore di caricarsi sulle spalle ‘u bagagghijaddhu, un asinello di cartapesta, costruito da artigiani locali, su uno scheletro di canne...

Cullurielli ruteti tradizione natalizia di Corigliano Calabro (CS)

Immagine
 di Maria Lombardo Il 1 dicembre , a Corigliano , è tradizione preparare in casa minuti e fragranti dolci intrecciati fritti e spolverati di zucchero, con l'aggiunta di miele di fichi , " 'i cullurielli Ruteti " . 1 kg di farina 00 1 kg di patate lesse 25 gr di lievito di birra sale acqua q.b. olio di semi per friggere Procedimento: Lavate e lessate le patate, poi scolatele e sbucciatele.  Schiacciate le patate con lo schiacciapatate, raccogliendo la purea in una grande ciotola e aggiungete la farina, il lievito di birra, sciolto in una parte di acqua con il sale, e iniziate a mescolare gli ingredienti aggiungendo l’acqua poco per volta, fino a raggiungere una consistenza morbida. Proseguite impastando con le mani fino a ottenere un composto omogeneo e liscio, aggiungendo un po’ di farina quando è necessario. Le patate sono appiccicose e ogni tanto vi dovete infarinare le mani per lavorare bene l’impasto. ...

Esiste un profondo legame fra i Calabresi e gli Armeni: Niceforo Foca

Immagine
 di Maria Lombardo Fu il grande condottiero Armeno Niceforo Foca, che negli anni 885-886 riuscì a sconfiggere i Saraceni da Santa Severina (KR) , Tropea (VV), Amantea (CS) e a riconquistare la parte della regione occupata dai Longobardi, Cosenza e la valle del Crati, in particolare. Fallì il successivo tentativo di attacco alla regione da parte musulmana nel 888-889, che tuttavia aveva seminato tanto panico nella popolazione reggina (Giorgio Ravegnani, I Bizantini in Italia, IL Mulino, Bologna, 2004, pp. 157-160).Secondo la cronistoria il generale è stratego Armeno, giunse in Calabria con a seguito 35.000 uomini, essi furono dislocati sul territorio ed in particolare sulla rotta verso Reggio Calabria sul lato ionico. Costituì dei presidi militari che servirono per l'acquartieramento di altre truppe o per rifocillare le truppe in arrivo dall'oriente durante la traversata verso Reggio. Fra questi, Rocca Armenia a Bruzzano Zeffirio (RC), che si pone su una delle più importanti vie...

Un Miracolo dell'Immacolata a Chiaravalle Centrale (CZ)

Immagine
 di Maria Lombardo La venerazione per l'Immacolata, a Chiaravalle Centrale è lontana nel tempo e testimoniata non solo dall'omonima chiesetta sorta attorno al 1629 nei pressi del colle del Castello ed inseguito distrutta da un terremoto e i cui ruderi nel 1671 furono abbattuti per permettere l’allargamento della vicina chiesa matrice che risultava troppo piccola per la popolazione crescente ,ma anche da una profonda e pia gratitudine per la Vergine santa per i suoi miracolosi interventi a favore della comunità come quello riportato in una nota dell’arciprete Don Tassone che così scriveva su uno dei libri parrocchiali:” Nell’anno 1743, alli sette di dicembre fu un tremendissimo tremuoto, lo quale, e per la durata e per l a fortezza, fece gran danno in molti paesi per aver fracassato case, per lo che gli abitanti hanno necessitati andar per molto tempo nelle capanne di tavole e nelli pagliari. Tra i paesi danneggiati vi è compresa questa terra di Chiaravalle, nella quale dalla ...

Zucchine spinose sott' olio: conserve invernali di Calabria

Immagine
 di Maria Lombardo 4 grosse zucchine spinose pereroncino origano aglio sale aceto ed olio. Preparazione 1 Sbucciare e tagliare a fiammifero le zucchine. 2 Metterle a macerare con abbondante sale in un recipiente per tutta una notte. Il giorno successivo, sciacquarle con acqua bollente di rubinetto, strizzarle e rimetterle a macerare nell'aceto bianco per una notte. 3 Scolare e strizzare le zucchine dall'aceto. Riporle in un contenitore e condirle con origano, peperoncino aglio schiacciato e olio. Invasarle facendo attenzione che la superficie sia coperta d'olio.

Mirësia: la birra arbereshe di Calabria

Immagine
 di Maria Lombardo È qui, a Vaccarizzo Albanese,nella Sila che nasce il  Birrificio Agricolo Mirësia , una realtà che ha saputo coniugare la tradizione birraria con l’amore per la propria terra e le proprie radici.Nato nel 2018, il Birrificio Mirësia inizia produrre una birra artigianale, a chilometro zero, utilizzando esclusivamente materie prime locali e biologiche.Il nome “Mirësia” in albanese significa “buona terra”, un omaggio alla Calabria e alla sua generosità. Ogni sorso di birra Mirësia è un viaggio sensoriale attraverso i sapori autentici di questo territorio, un’esperienza unica che coinvolge tutti i sensi. Il birrificio propone due referenze principali birre uniche direi: Flava:  una birra chiara, semplice ed estremamente beverina, perfetta per chi ama i gusti delicati e freschi. Rubra:  una birra rossa, più corposa e amara, ideale per chi preferisce sapori decisi e caratteristici. Entrambe le birre sono prodotte co...

Pensatori calabresi: TIMEO DA LOCRI

Immagine
 di Maria Lombardo  Del filosofo locrese – la cui importanza nella filosofia antica è tutta da riscoprire – non sappiamo quasi nulla della sua vita ad esclusione della certezza della sua Patria: la gloriosa città di Locri. Fondata nel VII secolo a. C. da Dori (come la città di Taranto) provenienti della regione della Locride, nel centro della Grecia, Locri riuscì a fortificarsi dopo un’accanita guerra contro gli indigeni di stirpe sicula. L’espansione verso il Tirreno, con la fondazione di sub-colonie come Hipponion (Vibo Valentia), Medma (Rosario) e Metauro (Gioia Tauro) e la conquista di Temesa(già nell’orbita di Sibari), portò grandi benefici e Locri divenne una potenza economica della Magna Grecia. Fiorirono le scuole ispirate alle filosofie joniche ed eleatiche, con una netta preponderanza dei pitagorici. Siamo veramente davanti a un uomo-libro. Imiteremo il sommo filosofo ateniese scrivendo di un Timeo-reale e un Timeo-copia o libro (di Platone). Il Timeo-reale è conside...

La festa di Sant'Andrea a Parghelia (VV) tra tradizione e folklore.

Immagine
 di Maria Lombardo Una festa unica che prevede il lancio di quintali di castagne dall’alto del campanile della Chiesa madre della cittadina, quella di Sant’Andrea Apostolo. Si tratta di un’antichissima tradizione che si rinnova annualmente e che richiama numerosi visitatori.Il 29 novembre di ogni anno, infatti, a Parghelia arriva tanta gente per fotografare, filmare, o semplicemente assistere a questa festa. Ciò indica interesse per una tradizione tramandata e non affatto violata da interferenze simboliche e globalizzanti. Una festa a cui bisogna per forza di cose partecipare, entrare tra i personaggi, stare sotto il campanile e seguire l’evento il più possibile riparati per non essere colpiti direttamente dall’evento stesso. Colpiti non è un senso metaforico, ma reale perché le castagne arrivano dall’alto del campanile, improvvise e violente: una pioggia di quintali di castagne avvisate solo dal suono festoso delle campane della stessa chiesa. Ecco perché bisogna essere preparati....

Uova alla Monacella Calabresi: dolci tipici di Calabria

Immagine
 di Maria Lombardo In pochi lo conoscono, ma – per gli amanti del cioccolato – è una ricetta imperdibile: le uova alla monacella sono un dolce tipico della tradizione calabrese. Una preparazione estremamente semplice, ma gustosissima, in cui il cacao la fa da padrone. Il dolce è tipico della Sila ma quando era tempo di arance mia nonna lo faceva spesso.L’unica difficoltà sta nel maneggiare l’uovo sodo con delicatezza, in modo da preservarne l’albume che fungerà da guscio per il ripieno. Il tutto poi andrà fritto in abbondante olio caldissimo. Uova sode 6 Uovo 1 Cacao amaro 100 gr. Zucchero a velo 100 gr. Buccia grattata di arancia q.b. Uova alla Monacella Calabresi: Come prepararle 1. Immergere le 6 uova in una pentola con acqua fredda e contare 7 minuti dal momento in cui l’acqua inizia a bollire; con questi tempi l’uovo sarà cotto perfettamente al punto giusto. 2. Passarle sotto l’acqua fredda e sbucciarle. 3. Lasciare che si freddino definitivamente e tagliarle...

Coroncina di fichi secchi al mirto alla calabrese:”i tortanielli”

Immagine
 di Maria Lombardo La preparazione delle coroncine di fichi secchi al mirto alla calabrese è molto più semplice, vi basterà infatti prendere dei fichi secchi e infilzarli l’un su l’altro su un rametto di mirto, privato delle foglie e poi infilzare il pezzetto di bastoncino terminale all’interno del frutto che si trova all’altro capo del rametto, in modo da formare un cerchio o corona, appunto.Le corone di fichi secchi al mirto, così ottenute – conosciute nel dialetto locale con il nome di “tortanielli” – vanno infornate in forno preriscaldato per qualche minuto a 200°C e quando saranno cotte sprigioneranno tutto il loro profumo aromatico, che ci riporterà ai vecchi tempi. Naturalmente se conservate nel giusto modo, anche le coroncine di fichi, così come per tutte le altre preparazioni che hanno come protagonista i fichi secchi della zona del cosentino, si manterranno per circa un anno.

Falconara Albanese (CS) e la messa dei morti: leggende calabresi

Immagine
 di Maria Lombardo Tra i racconti di Falconara, paese di origine arbëreshë, si tramanda una storia in cui protagonista è una donna, che un giorno all’alba stava uscendo di casa, e facendosi luce con un tizzone acceso camminava per andare alla fontana a lavare i panni. Rendendosi conto che fosse ancora presto, e vedendo la porta della chiesa del paese aperta mentre era in atto una funzione, decise di entrare.La chiesa è piena di gente. La donna entra, e guardandosi intorno si sorprende rendendosi conto di non conoscere nessuno. Percorre la navata e sedendosi le pare di iniziare a riconoscere qualcuno: sono persone defunte, e quella è la messa per loro. Di fianco a lei trova la sua anziana madrina, morta poco tempo prima, che le dice: «Vattene, questa non è ancora messa per te».Mettendosi paura fa per uscire, e mentre la porta si chiude alle sue spalle le rimane impigliata la gonna. Qualche giorno dopo viene ritrovata morta a casa sua.

La pietra di Sant’Antonino è un luogo di grande fascino e mistero da vedere a Davoli (CZ)

Immagine
 di Maria Lombardo  Si tratta una struttura megalitica a carattere metamorfico, alta circa 15 metri e larga 10, che domina il paesaggio circostante, ricco di boschi e sorgenti. La pietra deve il suo nome a Sant’Antonino, un eremita che visse in una grotta scavata nella roccia nel IX secolo, e che fu venerato come taumaturgo e protettore degli animali. Questa meraviglia della natura calabrese non ha solo una valenza geologica ma a livello storico è molto quotata. In questa zona sono stati rinvenuti i resti di due antichi monasteri basiliani, dedicati a San Nicola e a San Giovanni, che ospitavano i monaci greci che si rifugiarono in Calabria dopo la persecuzione iconoclasta. Dopo il loro abbandono nel XV secolo,vennero dimenticati ma conservano ancora alcune tracce architettoniche e pittoriche. Inoltre, nella zona sono state scoperte una necropoli preistorica e diverse incisioni rupestri, che testimoniano la frequentazione umana del sito fin dal Neolitico.La pietra di Sant’Anto...