SAN NICOLA DA CRISSA (VV). I TIPICI FAGIOLI ROSSO-BIANCHI E LA CUCINA TRADIZIONALE.
di Maria Lombardo
La cosiddetta “Suriaca russa janca” ormai una Deco (denominazione comunale di origine) e che
si adattano, sia ad una cucina povera che ad un’arte culinaria più raffinata. I
piatti della nostra cucina tradizionale che ancora oggi come ieri, troviamo
sulla nostra tavola sono molteplici e tutti legati alla cultura contadina del
passato ed al duro lavoro della terra; anche se alcuni dei nostri piatti poveri
hanno antiche e nobilissime origini. La piantagione avviene alla fine di
maggio, al più tardi ai primi di giugno mentre la raccolta comincia a partire
da metà ottobre, protraendosi in alcuni casi fino alla metà di novembre. Questo
ecotipo predilige terreni poco umidi, in quanto l’eccesso d’acqua rischia di
far macchiare i fagioli e la loro cuticola bianchissima e molto delicata. Le
tecniche erano molte e potevano variare a seconda della tipologia di fagiolo,
della zona di coltura o più in generale delle costumanze praticate
dell’agricoltore. In genere si preferiva usare un palo singolo! La russa-janca
prende il nome dai particolari colori del baccello che si caratterizza per
delle suggestive striature rosse, quasi in contrasto con il candore
bianco-lucido del fagiolo. Questo ecotipo si presenta di color bianco-porcellana,
la sua forma è tonda e la grandezza medio/piccola. Possiede una cuticola
sottile e una polpa dal sapore delicato. È un fagiolo apprezzato per la sua
alta digeribilità. In passato, dopo l’ammollo i fagioli venivano cotti in
specifici recipienti di terracotta dotati di due manici, le cosiddette pignate.
Attenzione la cultivar è anche diffusa nel Reventino. La produzione attuale del
fagiolo Russa-janca è relativamente scarsa e legata a piccoli produttori che
spesso non la vendono nemmeno e la coltivano per il proprio consumo. È
possibile reperire questa varietà di fagioli nei mercati locali o presso alcuni
produttori.

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