Pitagora da Samo a Crotone divenne famoso in tutto il Mediterraneo.
di Maria Lombardo
Pitagora (Samo, c. 575 a.C. – Metaponto, c. 495 a.C.) è stato un matematico,
legislatore e filosofo greco antico secondo quanto tramandato dalla tradizione.
La storia di Pitagora è avvolta nel mistero, di lui sappiamo pochissimo e la
maggior parte delle testimonianze che lo riguardano sono di epoca più
tarda.Alcuni autori antichi o suoi contemporanei come Senofane, Eraclito ed
Erodoto ci danno testimonianze tali da far pensare alla effettiva esistenza
storica di Pitagora pur se inserita nella tradizione leggendaria.Secondo queste
fonti Pitagora nacque nell'isola di Samo nella prima metà del VI secolo a.C.
dove fu scolaro di Ferecide e Anassimandro subendone l'influenza nel suo pensiero.Da
Samo Pitagora si trasferì nella Magna Grecia dove fondò a Crotone, all'incirca
nel 530 a.C., la sua scuola.
Dei suoi presunti viaggi in Egitto e a Babilonia, narrati dalla tradizione
dossografica, non vi sono fonti certe e sono ritenuti, almeno in parte,
leggendari.Quasi sicuramente Pitagora non lasciò nulla di scritto e quindi le
opere attribuitegli i Tre libri e i Versi aurei vanno ascritte piuttosto ad
autori sconosciuti che li scrissero in epoca cristiana o di poco
antecedente.Giamblico (Siria, 245 – 325) fondatore di una nota scuola
neoplatonica ad Apamea, in Siria, attesta invece che i primi libri a contenuto
pitagorico pubblicati erano opera di Filolao.Pochi sono gli elementi certi
della dottrina pitagorica, tra questi quello della metempsicosi su cui tutte le
fonti sono concordi e tra le prime Senofane che la critica aspramente.Derivato
dall'orfismo, nella dottrina pitagorica vi è dunque un sicuro aspetto
religioso, il quale sosteneva la trasmigrazione delle anime che, per una colpa
originaria, erano costrette, come espiazione, ad incarnarsi in corpi umani o
bestiali sino alla finale purificazione (catarsi).
La novità del pensiero di Pitagora rispetto all'orfismo è rappresentato
dalla considerazione della scienza come strumento di purificazione nel senso
che l'ignoranza è ritenuta una colpa da cui ci si libera con il sapere. Questa
particolarità della dottrina è ritenuta dagli studiosi sicuramente appartenente
a Pitagora che viene tradizionalmente definito, a partire da Eraclito, come
polymathés (erudito). In che consistesse la sua erudizione però mancano notizie
certe. Si sa che nella sua scuola vigeva una distinzione tra i discepoli: vi
erano gli acusmatici, gli ascoltatori obbligati a seguire le lezioni in
silenzio e i mathematici che potevano interloquire con il maestro e ai quali
erano rivelate le parti più profonde della scienza. Da questa distinzione, dopo
la morte di Pitagora ne seguì una contesa tra le due fazioni di discepoli che
si attribuivano l'eredità filosofica del maestro.
Riguardo alle dottrine scientifiche attribuite a Pitagora gli storici della
filosofia non sono in grado di averne certezza.Le dottrine astronomiche sono
sicuramente state eleborate dai suoi discepoli nella seconda metà del V secolo
a.C.Il teorema per cui il filosofo è famoso era già noto agli antichi
Babilonesi ma alcune testimonianze, tra cui Proclo riferiscono che Pitagora ne
avrebbe intuito la validità mentre si deve a lui avere indicato come sostanza
primigenia (archè) l'armonia determinata dal rapporto tra i numeri e gli
accordi musicali.
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