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Visualizzazione dei post da luglio, 2024

Quando Renato Guttuso dipingeva i pescatori di Scilla.....

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 di Maria Lombardo Negli anni Cinquanta in riva allo Stretto nacque un gruppo artistico con capofila il pittore siciliano al quale si aggregò Stefano d’Arrigo che in quel periodo trovò l’ispirazione per il romanzo “Horcynus Orca”...."D’estate, a cominciare dall’anno 1949, quando in Italia, finita la guerra, c’era un grande fervore negli ambienti artistici e culturali, abitavano tutti insieme, a Scilla, in una casa di due piani dai colori tenui, mediterranei, affacciata sulla Marina Grande, proprio sotto il Castello dei Ruffo incastonato nella mitica rocca descritta da Omero.  Erano Guttuso, Omiccioli, Mazzullo, Mirabella, Marino, un gruppo di pittori già famosi, ai quali si aggiungevano spesso lo scrittore messinese Stefano D’Arrigo che già lavorava al progetto di “Horcynus Orca”, il poeta Vann’Antò e altri intellettuali italiani, tutti stregati dalle magie dello Stretto.  Fu allora che nacque la “scuola pittorica di Scilla”, movimento artistico ispirato da Renato Guttuso che, se

GIOIA TAURO (RC). LA LEGGENDA DI STESICORO. 

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 di Maria Lombardo La città di Gioia Tauro, situata al centro della piana, sorge sui resti dell’antica Metauros. Nativo di Metauria, l 'antica Gioia Tauro, fu Tisia, musico e poeta lirico contemporaneo di Pitagora, poi ribattezzato Stesicoro perché «per primo creò il coro per il canto della cetra». Scrivono Linio e Polibio: «Un usignolo cantò sulle labbra di Stesicoro infante, annunziando con mirabile auspicio che egli sarebbe divenuto sommo poeta». Nacque durante l’anno della XXXVII Olimpiade e morì nell’ anno della LVI, all’età di 84 anni. Secondo la tradizione Stesicoro ebbe un fratello, Ameristo, che portò nella Magna Grecia le conoscenze di Talete. Fu proprio per il suo poetare eccelso che Stesicoro passò un brutto quarto d'ora: compose in lingua dorica un canto non proprio elogiativo nei confronti di Elena, quella di Troia, suscitando, cosi, l'indignazione di Castore e Polluce, i quali, protettori solerti della donna diffamata, lo accecarono. Fosse stato Stesicoro un

Rositi: i funghi più diffusi dell’altopiano silano.

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 di Maria Lombardo È un fungo nobile, anche se non ha raggiunto la fama e la popolarità del porcino. Viene chiamato in vari modi, da “rosito” a “sanguinello”, da “rossella” a “fungo del sangue”. Cresce in fine estate/inizio autunno ai margini delle radure di latifoglie e aghifoglie. È facile da trovare sotto sotto pini a due aghi, il pinus pinea e il pino daleppo, con una particolare predilezione per il sottobosco di ginepro.Il rosito, tecnicamente Lactarius deliciosus, appartiene alla famiglia delle russulacee. E spesso durante la sua raccolta viene confuso con funghi appartenenti alla sua stessa famiglia, che hanno stessa morfologia e colore, ma sono a sua differenza tossici e, quindi, non commestibili.Il suo cappello è di colore rosso, ma può tendere anche all’arancione chiaro o al rosso–vinaccio, spesso macchiato di verde con striature concentriche che al cento sono più scure. Di consistenza carnosa. Ha un cappello si può definire a “ombrello”. Convesso, poi piano e depresso a for

Involtini di scialatielli e melanzane

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 di Maria Lombardo Gli scialatielli sono un formato di pasta che si adatta bene per la realizzazione di moltissime ricette.Quella che oggi volgiamo proporvi è quella degli involtini di scialatielli con melanzane. Tutto il gusto della pasta racchiuso in una morbida melanzana, per gustare una vera e propria delizia tutta in un boccone.La pasta e melanzane è un primo che piace davvero a tutti, questa versione non è altro che una rivisitazione per dare al piatto un effetto sorprendente senza rinunciare al gusto tipico di questa pasta.Ecco gli ingredienti necessari e il procedimento per preparare il piatto. gli ingredienti Per realizzare questo primo piatto gli ingredienti necessari per 4 persone sono: • 400 g di scialatielli • 2 melanzane viola • Mezzo litro di passata di pomodoro • 100 g di caciocavallo • 1 cipolla • Basilico (qualche fogliolina) • Olio extravergine d’oliva • 2 cucchiai di parmigiano grattugiato o ricotta salata • 1 peperoncino • Sale q.b

Ferdinando II di Borbone a Tropea promise sotto i fumi dell'alcool “li fo tutti nobili”: le Borbonate in Calabria

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 di Maria Lombardo Tra i vari appellativi attribuiti a Tropea, non può sicuramente passare inosservato quello di “nobile”, per via della cospicua presenza patrizia sin dai secoli più antichi. Tra le varie versioni per spiegare il fenomeno, balza agli occhi un divertente racconto in cui si intrecciano storia e comicità. Come riporta Giulio Palange nel libro “Guida alla Calabria misteriosa”, secondo una prima variante, «tale inflazione di nobili è da farsi risalire al tempo delle crociate: una flotta che riportava a casa parecchi reduci cristiani, fu costretta da una tempesta a cercare riparo lungo la costa di Tropea, dove i crociati sbarcarono e dove, colpiti dalla bellezza dei luoghi, misero radici».Un'interpretazione che, però, non convince fino in fondo la studiosa, secondo il quale «c'è anche chi la racconta diversamente». E proprio qui subentra la vena umoristica cui abbiamo accennato sopra. Protagonista del racconto è Ferdinando II, Re delle Due Sicilie per circa trent’an

“A VIDDANEDDHA” la tarantella di Reggio Calabria e dintorni

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 di Maria Lombardo Le sue origini affondano in quelle manifestazioni rituali legate alla cultura e alla civiltà della Magna Grecia. Probabilmente questa danza nasce come ritmo liberatorio e si sviluppa poi anche con alcune simbologie più “forti”, come il corteggiamento, che ne determinano i particolari atteggiamenti coreografici. A viddaneddha è dunque il ballo reggino per antonomasia e secondo la tradizione ogni festa si conclude con musica e danza. Ne è un classico esempio la “tarantella della veglia” prima della processione di Festa Madonna a Reggio Calabria che, con la veglia notturna all’Eremo, costituisce un importante momento di festa e di attesa a ritmo di musica. Ecco che il ballo si accende quando parte la zampogna e l'organetto,il tamburello e in alcune zone si usavano la “pipita” o “frischiottu”. Una delle particolarità dei suoni della tarantella sono sicuramente le passate, cioè le melodie, che variano di località in località in località. Il nome di ogni tipo di suo

PINAX DEL PEPLO NUZIALE : I PINAKES DI LOCRI che potete ammirare al MARC

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 di Maria Lombardo Pinax in terracotta policroma a destinazione votiva, fanciulla che ripone il peplo nuziale entro una lussuosa cassapanca. - da Locri Epizefiri, contrada Mannella, santuario di Persefone - 490/480 a.C. circa - Museo Archeologico Nazionale della Magna Grecia di Reggio Calabria, ItaliaAl centro della scena è ritratta una donna vestita di un chitone senza maniche e un corto mantello, raffigurata nell’atto di riporre un panno ripiegato. Tutto il contorno è finemente impreziosito dalla rappresentazione di oggetti sospesi alla parete: un kalathos rovesciato, un kantharos, una lekythos e uno specchio. Anche l’arredo è curato nei minimi particolari: la cassapanca (kibotos), dal coperchio sollevato, presenta due metope figurate: una scena di gigantomachia da un lato e una scena di ratto dall’altro. Completa il campo una sedia con due cuscini dietro la figura femminile.Ma cosa sono i pinakes? I  pinakes  sono tavolette votive in terracotta con raffigurazioni a bassorilievo, ar

Il VIENNESE storia e Ricetta : è ormai un dolce tipico della tradizione di Reggio Calabria e di Messina

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 di Maria Lombardo  Questo dolce è diffuso in tutta Le due provincie e solitamente lo si può trovare nelle pasticcerie che continuano a mantenere i dolci tradizionali Il suo impasto sofficissimo ricorda quello di una tipica brioche da gelato, ma è ancora più morbido visto la ricetta ricca di uova e burro ed è simile al maritozzo Romano,ha un gusto davvero fantastico in abbinamento alla crema chantilly all’Italiana insomma un dolce di un’assoluta sofficità.L’impasto morbidissimo del Viennese accompagnato a questa ancor più soffice crema restituisce al palato una dolcezza delicata e golosissima, altamente digeribile. La loro preparazione non è semplicissima, richiede diversi ingredienti e un tempo di preparazione piuttosto lungo con almeno 24 ore di lievitazione. Un esperienza gastronomica che il turista che visita le nostre pasticcerie lo aggiunge alla valigia dei ricordi di un viaggio nello stretto. Un buon motivo per tornare a visitare i nostri luoghi e la nostra infinita cultura

TAMMORE E TAMBURELLI...GLI ANTICHI SUONI DELLA CALABRIA

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 di Maria Lombardo La tammorra e il tamburello sono gli strumenti "principe" della tradizione Calabrese, accompagnano la tarantella e vantano origini lontanissime legate ai culti lunari.Le origini antichissime di questi strumenti sono testimoniate dal ritrovamento di graffiti rupestri raffiguranti sacerdotesse con il tamburo a cornice in mano o nell’atto di suonarlo, strumenti, questi, uno strumento essenzialmente femminili, strettamente connessi ai rituali di fertilità.Realizzare la tammorra non è cosa semplice, ci vogliono mani esperte,ci vuole esperienza, arte, sapienza e pazienza.La costruzione ha inizio con la concia della pelle (di pecora o di capra) che si esegue con sale e allume di rocca. I telai sono in legno, di forma circolare, spesso decorati con disegni floreali o raffigurazioni di gesta cavalleresche. Alla fine vengono aggiunti “i cimbali”, coppie di piccoli piattini metallici, battuti, temperati ed applicati con fili di ferro, chiamati anche sonagli.Un’artist

“TAGGHJARINI” UN PIATTO DELLA MEMORIA: TAGLIATELLE

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 di Maria Lombardo Questo tipo di pasta ha origini nel Nord Italia. Esso risale alla fine del Quattrocento quando al cuoco, incaricato della preparazione del banchetto per il matrimonio di Lucrezia Borgia, venne chiesto di fare qualcosa ispirandosi ai lunghi e biondi capelli della sposa.Esso ebbe ampia diffusione anche nel Sud Italia perché semplice da prepararare e sostanzioso.  La farina può essere di tipo 00. Si può anche mischiare la farina tipo 00 con la farina di grano duro (per esempio 50%-50%). In quest'ultimo caso va lasciata cuocere un po' di più.Nell'impasto può essere aggiunto il sale, ma attenzione a non esagerare quando viene salata l'acqua di cottura.Il condimento ideale è il sugo di pomodoro con carne tritata o ragù. Infatti, i tagghjarìni, per la porosità conferita loro dal mattarello, trattengono bene il sugo. - 1 kg di farina - 8 uova Disporre la farina setacciata su un tavoliere o in una capiente bacinella e formare un buco al centro. Rompere le uova

Sileraioi. Il mistero dei guerrieri della Sila.

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 di Maria Lombardo Venduta all’asta a Roma presso la casa d’aste Bertolami un'altra preziosa moneta dei Sileraioi. E’ una altro esemplare autentico che racconta una storia. Siamo nel 357 a.C. in epoca di colonie greche. I Brettii non sono ancora comparsi. C’erano tanti popoli italici, Enotri, Lucani, etc. Ma in Sila c’erano i SILERAIOI, e sul rovescio della moneta è scritto chiaramente il luogo da dove provenivano: SILA. Queste monete vennero coniate in Sicilia dai tiranni di Siracusa, che le usavano per pagare i mercenari. Ed i Sileraioi erano tra questi mercenari guerrieri. Non abbiamo nessuna fonte che ci parla di questo popolo di guerrieri della Sila. Sono un mistero. Speriamo che i nuovi scavi della Soprintendenza in Sila a Cecita riportino alla luce altre monete e reperti di questo misterioso popolo.

Il CEDRO MANI DI BUDDHA: CALABRIA E LE SUE SPECIALITà

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 di Maria Lombardo Sappiate che in Calabria cresce benissimo! Furono i Persiani ad introdurlo. Si tratta di un agrume, per le precisione di una varietà di cedro (Citrus medica var. sarcodactylus), i cui spicchi non si sviluppano nella maniera consueta, dando origine ad un frutto dalla forma tondeggiante, ma si diramano formando dei prolungamenti molto simili a delle dita. Per questo motivo la forma del frutto ricorda molto da vicino quella di una mano.Il frutto cresce su piccoli alberi e cespugli dell'Asia, con particolare riferimento a Cina, Giappone e India del Nord. Pare che gli occidentali in viaggio in Oriente, vedendo tale frutto disposto sulle bancarelle, da lontano lo scambino erroneamente per un casco di piccole banane, frutti con cui esso condivide solamente il colore. La sua buccia può essere più o meno spessa e la caratteristica che lo rende particolare e che può lasciare dubbioso chi non lo conosce sul suo utilizzo riguarda la presenza di pochissima polpa al suo intern

Un vero unicum calabrese: il Santuario delle Cappelle di Laino Borgo (CS)

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 di Maria Lombardo Situato a due chilometri fuori Laino Borgo c'è questo posto incantevole. Ebbene si , detto anche la  Gerusalemme di Laino Borgo . Il suo nome è dovuto alla presenza di  15 minuscole cappelle  costruite a partire dal 1557.Già all’attenzione dell’Unesco per essere classificato tra i beni Patrimonio dell’Umanità rappresenta un complesso monumentale, unico nel Mezzogiorno, oggi quasi sconosciuto, che, per le sue caratteristiche storiche, architettoniche e culturali merita di essere valorizzato. Posti così inediti vanno fatti conoscere e divulgati!Fu costruito nel 1557 da un devoto, Domenico Longo dopo aver sognato i luoghi di Gerusalemme. Partì, allora, per la Palestina dove, dopo un viaggio di ben sette mesi, si trattenne solo undici giorni e ritornò al paese, con i disegni che servirono per riprodurre fedelmente, sul modello della cappella fatta edificare da Sant’Elena, madre dell’imperatore Costantino, il Santuario, che fu detto della Madonna dello Spasimo o dell

Giochi di carte in Calabria: “ a calabrisa”

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 di Maria Lombardo  In Calabria, così come in molte altre regioni italiane, le carte rappresentano un pezzo di storia, compagne di vita e di divertimento sia tra i ceti popolari che in quelli più elevati. Nella punta dello “Stivale” sono tanti i casi in cui proprio la fantasia popolare, un po’ riadattando passatempi provenienti dal passato, un po’ creando varianti del tutto nuove, ha dato vita a giochi di carte ancora oggi apprezzati durante le serate tra amici e le feste in famiglia. Scopriamo insieme alcuni dei titoli tradizionali ancora oggi più in voga.La Calabresella ovvero “ a calabrisa”, una variante tutta calabrese del TressetteLa Calabresella è uno dei giochi di carte tradizionalmente più amati in Calabria. Si tratta, in buona sostanza, di una versione alternativa del Tressette alla quale possono prendere parte dai 3 ai 7 giocatori (e a seconda dei casi si parla di Terziglio, Quartiglio, Quintiglio, Sestiglio e Settiglio), che si dividono le 40 carte del mazzo. Dal più noto g

La torta di pane: brutta, ma buona.

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 di Maria Lombardo ingredienti: 2 panini raffermi, 1 bicchiere di latte, 2 mele gratugiate, 100 g. di zucchero, 50g. di farina, la buccia gratugiata di 1/2limone, 1/2 bustina di lievito, 1pizzico di sale, 2uova intere. Tagliare il pane a fette e metterlo a bagno nel latte caldo. Quando sarà morbido schiacciarlo bene con una forchetta. Quindi aggiungere uova, zucchero, farina, mele, buccia di limone, lievito e sale. Amalgamare bene. Versare in una teglia rivestita di cartaforno. Cuocere a 170° x 30minuti.