“TAGGHJARINI” UN PIATTO DELLA MEMORIA: TAGLIATELLE


 di Maria Lombardo

Questo tipo di pasta ha origini nel Nord Italia. Esso risale alla fine del Quattrocento quando al cuoco, incaricato della preparazione del banchetto per il matrimonio di Lucrezia Borgia, venne chiesto di fare qualcosa ispirandosi ai lunghi e biondi capelli della sposa.Esso ebbe ampia diffusione anche nel Sud Italia perché semplice da prepararare e sostanzioso. La farina può essere di tipo 00. Si può anche mischiare la farina tipo 00 con la farina di grano duro (per esempio 50%-50%). In quest'ultimo caso va lasciata cuocere un po' di più.Nell'impasto può essere aggiunto il sale, ma attenzione a non esagerare quando viene salata l'acqua di cottura.Il condimento ideale è il sugo di pomodoro con carne tritata o ragù. Infatti, i tagghjarìni, per la porosità conferita loro dal mattarello, trattengono bene il sugo.



- 1 kg di farina

- 8 uova

Disporre la farina setacciata su un tavoliere o in una capiente bacinella e formare un buco al centro. Rompere le uova, versarle al centro della farina e sbatterle leggermente con una forchetta. Incorporare quindi la farina ed impastare il tutto per una decina di minuti, aggiungendo eventualmente dell'acqua con la mano a conca, fino ad ottenere una pasta morbida ed elastica.Su un piano spolverato di farina, tirare la sfoglia con un mattarello ( "filatùri") fino a renderla abbastanza sottile. Stenderla su un tavolo o, come si faceva una volta, sul letto per farla asciugare una mezz'oretta. Arrotolare la sfoglia su se stessa, dopo averla spolverata con la farina per evitare che si appiccichi, e con un coltello liscio tagliarla a strisce di circa 1 cm. Spolverare di farina e lasciare riposare ancora per un'altra mezzora.

Cuocere la pasta in acqua salata per un paio di minuti.

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