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I BISCOTTI “OVA E OVA”, con la glassa, dolci tipici calabresi del periodo di Pasqua.

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 di Maria Lombardo  Io vi propongo la ricetta recuperata da Franca Crudo presidentessa di Asfalantea, ed è proprio da lei che ho visto come si facevano ed ho ricordato questo sapore antico. Sono dei biscotti semplicissimi che si preparano con pochi ingredienti, uova e farina,strutto o olio a seconda di quello che si possedeva in casa. Anche la glassa molto semplice con solo acqua e zucchero lo chiamiamo ancora “gileppu”. “Ogni uova un cucchiaio di sugna”mi dice la signora Franca si sguazzano ben bene le uova e si unisce la farina “quanto me richiama l'impasto. L'impasto deve essere adatto a creare le forme antiche ossia ad esse, i vrazza ossia dei filoncini ed i taralli poi subito nella bocca del forno. Subito dopo si mette mano al gileppo ogni 20 uova(ovviamente le uova sono dell'impasto) un kg di farina senza dimenticare l'acqua e la scorza di limone che profuma il tutto.

La leggenda Calabrese della Sirena Ligea

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 di Maria Lombardo Oggi vi racconto la storia della  Sirena Ligea . Le sirene sono, fin dai tempi più antichi, creature misteriose dal fascino disarmante. Questo è ciò che narrano le leggende a proposito delle  sirene .Una cosa però è certa la storia delle sirene non può che intrecciarsi indissolubilmente con quella della  Calabria .L a nostra è una terra completamente avvolta e cullata dal mare,  palcoscenico  di innumerevoli leggende riguardanti le sirene. La più famosa è di certo quella della sirena Ligea.La più piccola fra le sue consorelle,  Ligea  non subì un destino molto piacevole. Figlie di Forci e di Ceto, secondo la leggenda, per non aver salvato la compagna di giochi Persefone, dal rapimento di Plutone, furono trasformate in sirene dalla madre di lei, Demetr a. La leggenda narra che Ligea vide sua sorella  Partenope  lanciarsi giù dalla rupe e sua sorella Leucosia scomparire nei profondi abissi del mare; entrambe de...

La Chiesa di Sant'Adriano San Demetrio Corone (CS).

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 di Maria Lombardo  Tutti i dettagli di un gioiellino poco conosciuto della Calabria. Nel cuore dell’Arberia, ai piedi di una montagnola detta Montesanto, sorge uno degli edifici cristiani più rilevanti della Calabria: la Chiesa di Sant’Adriano, un autentico capolavoro dove eleganza e bellezza si fondono in un’estetica misteriosa e assieme seducente. Fondata da San Nilo da Rossano con i suoi tre discepoli Stefano, Giorgio e Proclo, a San Demetrio e su un terreno di proprietà della sua famiglia fondò il suo ascetario, divenuto poi un Cenobio costruito in fango e mattoni, accanto ad un tempietto preesistente dedicato ai santi martiri Adriano e Natalia. San Nilo rimase qui per 25 anni, fino al 980, e ad esso si unirono altri santi uomini: volle che questo monastero fosse assai povero, rifiutando anche il titolo di egumeno, che fece attribuire allo ieromonaco Proclo di Bisignano e gettò le basi per creare un'istituzione monastica greca che aveva come compito la riunificazione tr...

San Francesco di Paola e l' agnellino: la leggenda dell’agnellino Martinello per il 2 aprile

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 di Maria Lombardo Una bellissima leggenda calabrese narra la storia di Martinello, l’agnellino che seguiva San Francesco di Paola in ogni suo passo e al quale ‘U Santupatri si affezionò molto.Un giorno però, durante i lavori per la costruzione della chiesa a Paola, alcuni operai glielo rubarono e dopo averlo sgozzato e mangiato, ne gettarono la pelle e le ossa nella fornace della calce.Appena Francesco lo venne a sapere, si recò subito all’imboccatura della fornace chiamando forte: «Martinè, Martinè, vieni qua!». L’agnellino sano e in vita saltò fuori dalle fiamme, accorse festoso da San Francesco e, come era solito fare, prese il cibo dalle mani di lui.E’ per questo miracolo che San Francesco di Paola viene rappresentato con in braccio un agnellino e da allora in molti preferirono non mangiare più per Pasqua agnelli veri, bensì quelli fatti di zucchero e pasta reale.In San Francesco di Paola ritroviamo in toto il pensiero di San Francesco d’Assisi, la consapevolezza rivoluzionar...

Santuario di Santa Maria degli Angeli a Vibo Valentia. Si narra che la statua del Cristo parlò al suo autore

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 di Maria Lombardo Continua senza soste da secoli la  tradizione di recarsi ogni venerdì di marzo in pellegrinaggi o presso la Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Vibo Valentia, dove viene venerato  il miracoloso gruppo del Crocifisso degli Angeli . La chiesa finita di costruire nel 1666, e consacrata nel 1682, da parte dei francescani minori riformati, che abitavano l’adiacente convento oggi Convitto Nazionale, custodisce sull’altare centrale un Cristo ligneo contornato da figure in mistura molto venerato, data anche la sua particolarità artistica e la sua storia. Il prezioso gruppo scultoreo  fu realizzato da Padre Giovanni di Reggio Calabria  verso la fine del seicento, e rappresenta nelle intenzioni dell’autore non la classica deposizione o crocifissione, ma   l’Agnello mistico che si immola per la redenzione dell’umanità.  La figura del Cristo che appare vivente è grondante di sangue e piena di lividi, e addirittura da una delle ferite un angelo ...

Pasta cu' mataroccu . Vi spiego con una ricetta il modo di dire calabrese “ti fazzu matarroccu”

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 di Maria Lombardo  Ancora oggi nel circondario di Nicotera, puoi sentir dire "ti fazzu mataroccu", a significare "ti riduco in poltiglia". Il matarocco fu portato nella Calabria meridionale e nella Sicilia occidentale dagli Spagnoli dopo che questi conquistarono la Mesoamerica imponendo la propria dominazione sui Maya. Nella lingua Maya il mato era il pomodoro e il matalocco ( con la L ) una pietanza a base di pomodori con l'aggiunta di zucca schiacciata. Il matarocco è , quindi , un pesto di pomodori, basilico, mandorle e altre erbe aromatiche ( qualche vecchio intenditore continua a metterci la zucca ). E' il nostro pesto ma, a parte il significato metaforico , è praticamente scomparso. Ingredienti 5 pomodori 2 spicchi di aglio Basilico fresco q.b. Olio extravergine di oliva q.b. Sale q.b. Pepe nero q.b. 180 g di spaghetti Caciocavallo mandorle La prima cosa da fare per preparar...

Le orchidee selvatiche della Calabria

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 di Maria Lombardo La Calabria, è la casa di un tesoro nascosto che attende di essere scoperto: le orchidee. Questi fiori affascinanti, noti per la loro bellezza esotica e varietà stupefacente, trovano in Calabria un habitat ideale per prosperare. Proprio la Calabria ne conta oltre 70 specie diverse, la regione si distingue per la ricchezza di questi fiori, che spaziano da esemplari comuni a varietà estremamente rare. La presenza di queste piante non è solo un dono della natura, ma anche una responsabilità. La Calabria si impegna nella tutela e nella valorizzazione delle sue orchidee, consapevole del ruolo che giocano nel mantenimento dell’equilibrio ecologico e nell’attrazione di turisti e studiosi da tutto il mondo.L’interesse verso le orchidee non è limitato agli esperti botanici. Appassionati e curiosi vengono attratti dalla possibilità di ammirare da vicino questi fiori incantevoli. Percorsi naturalistici e iniziative locali offrono l’opportunità di esplorare questo mondo c...