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Patata viola calabrese

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 di Maria Lombardo Antica varietà coltivata prevalentemente sull’altopiano della Sila e ritrovata proprio in questa zona attorno a San Giovanni in Fiore (Cs) è stata recuperata e risanata dalla Facoltà di agraria di Firenze in collaborazione con l’Arssa Calabria (Agenzia regionale per il servizio e lo sviluppo agricolo). La viola si distingue nettamente dalle altre varietà italiane per tuberi di dimensione ridotta, forma allungata, buccia sottile di colore viola, polpa compatta di colore bianco, occhi profondi. L’epoca di maturazione è medio tardiva. La pianta ha portamento eretto, altezza variabile ra I 50 e I 55 cm, foglie di dimensioni medio grandi, fiore con corolla pentagonale di colore che varia dal violetto intenso al lillà e al bianco. Varietà molto rustica si adatta molto bene alla coltivazione in pieno campo nelle zone montane e presenta una elevata resistenza alla peronospora La polpa presenta una media granulosità e una resistensa al disfacimento elevata per cui risult...

Olio piccante: tradizioni calabresi

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 di Maria Lombardo L'olio piccante è un condimento molto semplice da preparare, ma che spesso riesce a salvare delle situazioni difficili; ad esempio una pizza margherita risulta piuttosto insipida; con l'aggiunta di poche gocce di questo olio acquista un nuovo vigore; in una pasta e fagioli abbiamo trovato un peperoncino con poco spessore; alcune gocce di questo olio correggono immediatamente la manchevolezza riscontrata ecc...Si scelgono dei peperoncini belli piccanti, si lavano, si asciugano e si fanno a pezzettini; si cospargono di sale e si lasciano per circa una giornata, anche con un piccolo peso sopra, per fare uscire tutto l'umido.Si pongono in un barattoletto che viene più o meno riempito di olio extra vergine d'oliva; dopo qualche giorno l'olio piccante è pronto per l'uso.E' importante lasciare i semi del peperoncino perchè aggiungono forza al condimento; quando l'olio nel barattolo cala per il consumo se ne può sempre aggiungere dell'altr...

FANTINO (CS) BORGO ABBANDONATO...che si anima solo una volta l'anno

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 di Maria Lombardo Il borgo medievale di Fantino, è la frazione più antica di San Giovanni in Fiore. Un tempo è stata certamente la frazione più popolosa e grande. Negli anni '60 contava oltre 800 abitanti che costituivano così, un vero e proprio paesino. Il borgo risale al 1600 e si è sviluppato alle pendici del monte Gimmella. Si narra che il primo fondatore del villaggio fu un pastorello di Pedace. Il borgo si è poi sviluppato in una zona fortemente scoscesa e ripida, dalla quale si può ammirare la vallata di Iannia. Dopo il periodo di maggiore crescita, culminato negli anni '60, il paese cominciò a subire un lento ed inesorabile declino, che lo portò al completo abbandono nella seconda metà del 2000. Il villaggio si è sviluppato in un luogo certamente ameno ma ricco di vegetazione e dal clima mite e favorevole a molte coltivazioni quali la vite e l'ulivo, e nel quale era molto diffusa la pratica della pastorizia ovina. Posto fra il paese di San Giovanni in Fiore e di Ca...

Custureri gli antichi mestieri calabresi :il sarto 

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 di Maria Lombardo Dai primi e rudimentali vestiti si è assistito ad una continua evoluzione, più marcata nelle classi nobili ed aristocratiche; non per nulla nelle classi meno abbienti il sarto cercava di vestire adeguatamente e non sfarzosamente la gente, prelevando modelli di taglia standard. Nasceva, quindi, questo artigiano quando l’abito assumeva la sua vera forma in sintonia con la propria personalità. Dalle varie stoffe, provenienti dalle industrie del nord, se ne ricavava ogni tipo di indumento. I sarti cucivano: camicie,  pantaloni,( caratteristici i “ Pantaloni alla Zuava”  e per i bambini i famosi   “ Pantaloni a Zumpa fossu” ) racconta mio padre . Gli abiti da sposa erano quelli più impegnativi.Recarsi dal sarto era una necessità in quanto la produzione di massa aveva standardizzato le taglie di ogni genere di vestito, non tenendo conto delle enormi differenze di misura tra la moltitudine di persone magre nei confronti delle poche obese. Per sminuire il...

Cariati(CS)), la tradizione dei “vuculari” nella manipolazione della creta.

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 di Maria Lombardo Nella cittadina cosentina la lunga storia di abilità manifatturiera dei suoi artigiani ceramisti. “Tra i tanti procedimenti artigianali appartenenti alla tradizione popolare che in qualche modo si sono difesi dall’aggressione dei tempi, in Calabria c’è senz’altro la lavorazione della creta, soprattutto in area silana-greca, in un luogo che di questo materiale è ricchissimo. Ma anche lungo la costa ionica prospiciente il mare, da Corigliano-Rossano fino a Cariati, dove è evidente l’origine argillosa del territorio, è stato favorito lo sviluppo di prodotti ceramici ottenuti mediante la foggiatura di materie naturali (oltre l’argilla, il caolino e il quarzo) impastati con acqua e successivamente sottoposti a cottura. Il nome ceramica, d’altra parte, deriva dal greco chèramos, che significa appunto argilla: un materiale che allo stato naturale è molto plasmabile, con l’aggiunta di acqua reso facilmente adattabile con le mani, ma che dopo la lavorazione e la necessar...

Melanzane ripiene fritte alla calabrese 

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 di Maria Lombardo Le melanzane ripiene fritte alla calabrese sono un ottimo piatto unico, sostanzioso e molto saporito che piac erà certamente anche ai bambini! Questa ricetta ricorda le domeniche in famiglia e i giorni al mare. E’ un piatto tipico del meridione e ha molte varianti. Sulle tavole calabresi si trova soprattutto in estate quando le melanzane sono mature. Possono essere farcite con vari ripieni, ad esempio con carne, verdure, riso o addirittura pasta. E’ uno dei piatti del pranzo di Ferragosto, quando al mare o in montagna ci si ritrova per festeggiare questa giornata. Vi consiglio di acquistare delle melanzane non troppo grandi, e comunque tutte più o meno della stessa grandezza, per facilitare una cottura omogenea. Nel caso in cui non le abbiate, in casa o non le troviate al supermercato, usate altre tipologie tagliandole in più parti sempre a ricavare delle piccole barchette. Si possono tranquillamente congelare da crude e nel momento del bisogno o farle scongelar...

Tri Pizzi, il peperoncino piccante calabrese che rischia di scomparire

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 di Maria Lombardo Il peperoncino conosciuto come  tri pizzi  o  minni di vacca per via delle tre protuberanze all’estremità inferiore, è un ecotipo selezionato nel tempo da generazioni di contadini dell’area del Monte Poro.I terreni di Spilinga e dintorni sono terreni scuri e molto fertili e il microclima favorisce un’intensa formazione di rugiada che rende quasi superflua l’irrigazione. E' lui il peperone che arricchisce la‘nduja, il salume spalmabile e molto piccante simbolo della norcineria calabrese. Ma i suoi impieghi sono vari: essiccato e in polvere si miscela all’olio di oliva e un poco di aceto per trattare la superficie del pecorino del Monte Poro, proteggendo naturalmente il formaggio dalle muffe pericolose. Si usa anche per dare colore e sapore agli altri salumi locali, come la soppressata. Le proprietà antiossidanti del peperoncino conservano naturalmente le carni e consentono di produrre salumi senza additivi. La polpa del tri pizzi è spessa, non s...