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Il tradizionale dolce natalizio vibonese " a' Jhàuna"

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 di Maria Lombardo " a' Jhàuna", che risale all'anno 1884,e realizzato per la prima volta a Monteleone, è stato giustamente "riconosciuto" patrimonio intangibile dell'Umanità.La preparazione è molto laboriosa ed è fondamentale la qualità delle materie prime, ci vuole delicatezza nel sigillarli e maestría nel friggerli. Il ripieno con i ceci è particolare ma con l’amaro del cacao e del cioccolato fondente e la freschezza della buccia di arancia fa ottenere un gusto raffinato.Sinceramente non metto grammature le nonne facevano tutto ad occhio. Procuratevi   per la pasta  farina, uovo , Olio Evo., zucchero, Vino bianco 100, brodo di ceci 100, 1 cucchiaino di cannella,  Ingredienti per il ripieno : ceci, cacao amaro, cioccolato fondente.,zucchero.,noci pinoli,arancia 1,1 tazza di caffè (oppure il succo di una arancia). 1 fase: si lasciano i ceci per 1 notte in acqua; l'indomani si fanno cuocere e si conserva l'acqua di cottura. Ancora caldi, i ceci...

Sapete che a Cosenza ci si scambia gli auguri alle ore 21?

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 di Maria Lombardo  Ho letto l’articolo di Lorenzo Coscarella, altrimenti non potevo conoscere questa “strana” usanza. Gli auguri si scambiano alle 21, l’ora che  tradizionalmente indica la nascita di Gesù . Per non darmi a fake news   Riporto le parole del Coscarella:”A Cosenza si usa dire che è quella l’ora in cui “suona il Gloria”, ovvero le campane delle chiese suonano a festa per annunciare la gioia per la nascita di Cristo. Ciò avviene normalmente all’interno della funzione che si celebra a mezzanotte ma, effettivamente, in città era intorno alle 21 che le campane suonavano a festa. Il motivo è da ricercare con ogni probabilità nella presenza e nell’importanza della  chiesa cattedrale , che come tale aveva dei privilegi particolari rispetto alle altre chiese della città e della diocesi. Per questa sorta di “diritto di precedenza”, storicamente attestato per altri avvenimenti anche da diverse fonti documentarie, le campane del duomo di Cosenza suonav...

Il formaggio illegale calabrese:” u forrmaggiu du quagghiu”

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 di Maria Lombardo Si è sempre prodotto e consumato questo formaggio in Calabria. Tra i pastori era un must!C’è chi storce il naso, chi invece lo trova una prelibatezza. Una cosa è certa: il furmaggiu du quagghiu, sempre più raro da trovare. Purtroppo è vietato dalla UE poiché giudicato pericoloso per la salute e quindi il commercio è stato bandito.La tradizione italiana relativa agli insetti nel formaggio ha radici antiche e legate al mondo della pastorizia e non ha nulla di esotico, quindi. Questo prodotto caseario “illegale”, prova dell’entomofaga Italia, è quello che può essere definito un formaggio ricercato degno dei menu gourmet. Probabilmente è nato per errore, in una società, quella contadina dove non si buttava via nulla. Ma se questo formaggio è illegale in Italia fioriscono prodotti del genere.Più famoso del nostro formaggio è il Casu Marzu sardo, bandito dalla Comunità Europea. Ma in realtà il formaggio con i vermi vede una produzione in altre regioni italiane. In Abru...

La zuppa di patate e cicoria :piatto contadino di Calabria

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 di Maria Lombardo E’ un piatto tradizionale della cucina povera, che nei tempi andati si preparava con le erbe raccolte nei prati. Oggi questa tradizione si è persa quasi completamente e dobbiamo accontentarci delle erbe coltivate, che sono di gran lunga meno saporite di quelle selvatiche.La ricetta della zuppa di patate e cicorie è una ricetta facile e veloce per realizzare un primo piatto. Ingredienti per quattro persone 4 belle patate sbucciare , lavate e tagliate a tocchetti regolari. 200 g. circa di cicoria ben lavata e tagliata grossolanamente 2 spicchi d’aglio una mazzetto di prezzemolo olio evo peperoncino sale brodo vegetale q.b Procedimento Tritare finemente l’aglio con il prezzemolo. In una casseruola dai bordi alti scaldare un paio di cucciai di olio e farvi rosolare il trito di aglio e prezzemolo insieme al sale e al peperoncino. Aggiungere le patate e la cicoria; mescolare per far insaporire. Unire il brodo vegetale in quantità tale da coprire...

Il Dossale dell’Epifania a Seminara (RC)

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 di Maria Lombardo Con il termine Dossale si indica un prodotto artistico destinato alla parte posteriore dell’altare, elemento da cui traggono origine i più celebri polittici o pale.In Calabria è possibile osservarne uno nella Chiesa di San Marco, a Seminara, un’opera di 3 metri per 2 di puro marmo di Carrara del 1540/1550 attribuita a Giovan Battista Mazzolo: Il Dossale dell’Epifania.  I “pezzi” del dossale sono stati individuati fra i ruderi dell’antica Seminara distrutta dal terremoto del 1783 e ricostruita in un luogo poco distante; l’opera è stata ricomposta nella chiesa di San Michele.Tante sono le peculiarità di questa bellissima opera, una di queste è un mix di Miti della Magna Grecia presenti nella cornice in marmo che la racchiude.Sul lato Destro la più temuta delle Gorgoni punta il suo sguardo verso chi ha di fronte, chi non conosce Medusa capelli di Serpente e il suo sguardo che pietrificava chi incrociava i suoi occhi? La raffigurazione di Medusa sul lato destro...

Vino novello e bontà fritte per l’Immacolata si “ngignava” u vinu: tradizione di Pizzo Calabro

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 di Maria Lombardo Sino a qualche decennio fa, per la festa dell’Immacolata era usanza che le cantine di Pizzo “ngignàvanu” il vino nuovo. Era una tradizione che tutti rispettavano rigorosamente! Mattina del sette dicembre, per concludere degnamente la Santa Novena dell’Immacolata, si andava in una delle tante cantine che Pizzo annoverava   e se ne prendeva un fiasco. Era questo il nettare che avrebbe innaffiato i piatti della tradizione, “i zzìpuli ‘i patata” e “i monacèji” con le acciughe, insieme al baccalà fritto, “ i vròccula affucàti ndo testu e ‘a suriàca nda pignàta”. Con la Novena e la festa dell’Immacolata si entrava nel clima natalizio, che perdurava sino all’Epifania! In molte case, la sera si iniziava a giocare a tombola e per le strade i ragazzi giocavano “ê casteji” con le nocciole!  

“Occhjicelli i santa Lucia” antiche tradizioni di Cassano Ionio (CS)

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 di Maria Lombardo   Ispirati alla Santa, protettrice della vista, spesso rappresentata con gli occhi su un piatto, questi dolcetti vengono preparati nel periodo natalizio a partire proprio dal 13 Dicembre, giorno di Santa Lucia.   L’impasto è composto da pochi e semplici ingredienti. Come per la maggior parte delle ricette tradizionali, anche se sembra un controsenso, ce ne sono diverse varianti, tutte ugualmente valide e golose. Io vi propongo questa che ritengo essere fedele all’originale, ma voi potete scegliere di aggiungere gli aromi che preferite per personalizzare i vostri Occhi di Santa Lucia. Ingredienti per l'impasto 250 g farina 00 60 g olio di oliva 80 g vino bianco secco 1/2 cucchiaino semi di anice q.b. sale   Procedimento Versate la farina in una ciotola capiente, nel mezzo fate un buco e versate olio e vino, aggiungete un pizzico di sale e i semi di anice (o l’aroma) e cominciate a mescol...