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Conoscete il caffè Certosino di Serra San Bruno (VV)

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 di Maria Lombardo  La bevanda con un’idea originale: allo Scrivo Lounge Bar di via Matteotti n.46, le porte sono aperte ai coffeelover che vogliono sperimentare una ricetta a base caffè particolare, il Caffè Certosino. Una bevanda preparata per omaggiare non solo l’espresso, ma la terra locale. I visitatori di Serra San Bruno potranno degustare solo qua! Il Caffè Certosino nasce dalla proposta del fotografo Bruno Tripodi, che era solito andare a prendere un caffe ; perche invece non potresti creare il Certosino, vista l’importanza della Certosa di Serra San Bruno?”.”In tazza è comparso il Caffè Certosino, con cioccolato bianco, nocciola, caffè, panna e un tocco di dolcezza a margine: un biscotto alla mandorla tipico della zona.Come prepararlo: 1. Si inizia dal cioccolato bianco*, che si spalma all’interno della tazzina trasparente; 2. Si procede aggiungendo la nocciola; 3. Si versa il caffè; 4. Si conclude il tutto con un ciuffo di panna e mettendo. Infine, sulla su...

VINCENZO FIORAVANTI, SCIENZIATO-UMANISTA DI SARACENA (CS)

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 di Maria Lombardo Don Vincenzo Fioravanti, parroco della Chiesa di Santa Maria del Gamio, fu tra gli anni ‘30 e ’50 del secolo XX, un appassionato cultore di piante medicinali, e tutta la sua conoscenza la metteva a disposizione degli indigenti: per questo motivo era una sorta di medico dei poveri, che curava grazie alle proprietà di alcune note piante presente nel comprensorio del Pollino, tra Castrovillari e Scalea. È questa un’area particolarmente ricca di varietà e specie di piante medicali e di un’antica tradizione, risalente almeno al Medioevo che era stata trasmessa oralmente e senza soluzioni di continuità. Le cure tradizionali a base di piante officinali erano semplici ed efficaci, empiricamente testate da secoli: gli sciroppi (a base di camomilla, chicchi di melograno, rametti di ciliege, barbabietola), il rabarbaro bollito, “l’erba del vento”, la centaura, l’unghia del cavallo,fiori di finocchio, lupini, le cortecce di alcuni alberi, le radici, il rovo, la “picata” (un ...

Tradizioni Calabria: festa di San Martino:”zeppole e vino”

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 di Maria Lombardo   La festa di San Martino è il giorno in cui in Calabria (e non solo) arriva il momento di assaggiare il vino novello, prodotto dall’ultima vendemmia. In passato questo giorno era una festa per i nostri nonni che giravano per le cantine degli amici o dei vicini del paese per assaggiare il vino nuovo e festeggiare con i brindisi sul superamento della fase mosto. Per la sera di San Martino e la “degustazione” del vino novello, le donne in casa preparavano pietanze e prelibatezze tipiche della nostra cucina, per mandare giù i bicchierini del vino novello. Alla tavola non potevano mai mancare le zeppole (con acciughe, nduja, bianche, mozzarella e pomodoro, baccalà etc) oppure  un pezzo di pane fatto in casa, appena caldo o conservato, le olive schiacciate, prodotti sott’olio, affettati, sopressata, salame, soliti spizzichi da accompagnare con il vino.

ll Pesto di Pomodori secchi

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 di Maria Lombardo E’ un’ottima crema con ingredienti tipici della cucina calabrese, per condire Pasta fresca fatta in casa, oppure su fette di pane tostato o crostini croccanti. Provatelo e sentirete profumo di Calabria     Ingredienti 50 gr di Basilico fresco (solo le foglie tenere) 150 gr di  Pomodori secchi  non conditi 50 gr di Mandorle spellate 50 gr di Pinoli 100 gr di Olio Extra vergine di Oliva 3 piccoli spicchi di Aglio 100 gr di Pecorino del Monte Poro, stagionato e grattugiato 50 gr di  Vino cotto calabrese , circa ¼ di bicchiere  Sale q.b. Procedimento: Come prima cosa per preparare il Pesto di Pomodori secchi, tostare le Mandorle e i Pinoli in un padellino per qualche minuto, facendo attenzione che non diventino troppo scuri. Spostarli in un Robot e aggiungere l’Aglio, il Sale, le foglie di Basilico e frullare fino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungere a filo il Vino cotto, l’Olio Extra vergine di Oli...

Sapete che era calabrese il sarto che vestiva Mina. Eugenio Carbone originario di Mendicino (Cs)

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di Maria Lombardo Un particolare della celebre cantante è che il suo stilista personale era calabrese il giovane sarto Eugenio Carbone .L'abito che mina indossava nel celebre duetto con Toto' negli anni 60 porta la sua firma. Il celebre sarto calabrese frequentava la casa romana di Mina. Mina provava i vestiti e Carbone verificava, correggeva, e definiva. Eugenio Carbone era originario di Mendicino ( Cs ) per 50 anni ha lavorato anche con le Sorelle Fontana e Renato Balestra! Da ragazzino Eugenio inizia a osservare come si fa a trasformare una gonna in un paio di calzoni. È tempo di restrizioni, è tempo tra  due guerre . Il superfluo è bandito, tutto va recuperato, trasformato e riutilizzato. Una tenda diventa un abito, una camicia si rattoppa all’infinito, passando da padre in figlio finché diventa un cencio. Il governo dice che si deve risparmiare su tutto, anche sui  bottoni .  Dai vent’anni Carbone comincia ad accarezzare l’idea di costruire u...

Continuiamo il nostro percorso lungo la Costa degli Dei, quando esisteva l’Acquapark di Zambrone ( VV)

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 di Maria Lombardo   Mentre il mondo cammina e cerca successo la nostra amata terra arretra distruggendo ciò che aveva fatto di buono per il suo avvenire e il suo successo. A Marinella di Zambrone sorgeva l'Aquapark, il primo parco acquatico del sud Italia. I lavori per la sua realizzazione iniziarono l'11 gennaio del 1989 e sette mesi dopo, il 13 agosto dello stesso anno, i suoi cancelli furono aperti per la prima volta al pubblico. Dal 1989 al 2006 l'Aquapark di Zambrone è stato uno dei parchi acquatici più grandi e conosciuti del meridione frequentato mediamente da 140.000 visitatori. I visitatori si distribuivano quasi equamente tra calabresi, siciliani e turisti residenti nelle strutture turistiche della costa degli Dei.Il Parco si trovava all'interno di un'ampia area di 80.000 m² prospicienti il mare di Zambrone (VV), con una vista panoramica sul promontorio di Tropea e sull'isola di Stromboli.Questo gioiello non solo aveva vivacizzato e attirato sulla Cos...

Per questo 4 novembre vi ricordo la storia di Antonio Pati di Amantea (CS) illustre dimenticato della Grande Guerra

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 di Maria Lombardo Si distinse con valore in varie azioni pericolose durante la Prima Guerra Mondiale. Andò in Etiopia e poi fu richiamato alle armi nel ’40. Morì prigioniero degli inglesi nel ’44. Di lui restano tre medaglie e una tomba ad Amantea, sulla costa tirrenica cosentina. Fu chiamato alle armi il 18 ottobre 1908, ma non svolse il servizio di leva perché si trovava all’estero, per la precisione   a Pittsbugh in Pennsylvania. Tornò dagli Usa e, com’era d’uso all’epoca, comprò un terreno con casetta in contrada Chiaje e quindi soddisfò gli obblighi di leva.Si presentò con cinque anni di ritardo e partì col primo scaglione della classe 1913, il 9 gennaio. Fu arruolato nel 58° Reggimento fanteria dal quale fu congedato al compimento del biennio di ferma il 9 gennaio 1915, dopo aver tenuto «Buona condotta ed aver servito con fedeltà e onore».Ma da lì a poco, l’8 maggio di quello stesso anno fu richiamato alle armi. Si presentò con giustificato ritardo, ...