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“ Alici conzati” alla calabrese

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 di Maria Lombardo Quando, infatti, le olive sono pronte potete consumarle e condirle in vari modi diversi. Vediamo, quindi, insieme come procedere passo dopo passo. Ingredienti per la versione 1 q.b. di olive schiacciate 1 spicchio d’aglio q.b. di carote q.b. di sedano q.b. di origano q.b. di aceto di vino q.b. di olio extravergine d’oliva La prima cosa da fare per preparare le  olive cunzate  dovete partire dalle olive schiacciate. Prendete un barattolo di quelle che avete fatto! Aggiungete all’interno di un piatto o di un contenitore la quantità di olive che volete condire. Pelate ed affettate ora delle carote a rondelle. La quantità dipende dai vostri gusti. Dedicatevi ora al sedano, che dovrete lavare ed anche in questo caso ridurre in fette più o meno sottili. Anche in questo caso la quantità sarà a vostra discrezione, a seconda dei vostri gusti.Per ultimo aggiungete uno spicchio d’aglio. Potete las...

Mestieri scomparsi: U 'MBASTARU.

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 di Maria Lombardo Nel dialetto calabrese si usavano tutte e due i terrmini "a varda" o "u 'mbastu". Era un artigiano che si occupava esclusivamente della produzione di basti per le bestie da soma. La loro bottega era " nto catoiu", una stanzetta di modeste dimensioni tra una accozzaglia di basti rotti, paglia, pelle raggrinzita e tela, u ‘mbastaru era intento rattoppare, a riempire di paglia o incastrare e sagomare a forma di semicerchio il durissimo legno di faggio per i basti nuovi che uscivano dalle sue mani, veri e propri capolavori dell'artigianato locale, resistentissimi tanto che qualcuno anche se mal ridotto si vede ancora in un angolo abbandonato dei pagliai.      L'operazione era laboriosa e delicata, prima di tutto posizionava   i due “circhj” di ferro portanti, già precedentemente preparate dal fabbro di diverse misure visto che gli asini da bardare erano di corporatura diversa, incastrandoli sui due semicerchi di legno formava l...

Himmler con le S.S a Cosenza nel 1937 cercava il tesoro di Alarico.

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 di Maria Lombardo S.S significa   Schutzstaffel    letteralmente «squadre di protezione» ed erano paramilitari del Partito Nazionalsocialista Tedesco. Ma il significato esoterico di S.S era per gli adepti “Schwarze Sonne” cioè Sole Nero. Perché erano adoratori di un antico rito egizio risalente a Akhenaton e Nefertiti, l’altro sole, il sole nero, da cui nasce il monoteismo contro il politeismo. Il sole nero è la dualità, rappresenta il male contro il sole originario giallo che simboleggiava il bene. In questi antichi culti, che avevano dato origine con l’esodo di Mosè dall’Egitto alla religione ebraica monoteistica,   era contemplato l’uso di un dispositivo tecnologico avanzato detto “arca dell’ alleanza”.Ecco perché   Himmler ed alcune squadre di SS a Cosenza cercavano nel 1937 il tesoro di Alarico, non l’oro   del sacco di Roma.  Heinrich Luitpold Himmler  gerarca nazista, comandante della polizia e delle forze di sicurezza del Terzo Reich...

Trippiceddi di stocco alla ghiotta

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 di Maria Lombardo        Vi proponiamo la ricetta delle trippette di stoccafisso in umido, per cucinare un ingrediente insolito ma gustoso e che merita di non scomparire. Le trippette dette anche budelline di stoccafisso sono le frattaglie dello stoccafisso. Le trippette una volta cotte hanno una piacevole consistenza gelatinosa e un gusto simile allo stoccafisso ma più attenuato. Le budelline di stocco si trovano secche, e in questo caso vanno ammollate come lo stoccafisso per circa una settimana.   Ingredienti (dosi per 4 persone) 700 gr circa di trippette di stoccafisso già ammollate (circa 200 gr secche) una cipolla 400 gr di patate non farinose una lattina di polpa di pomodoro o di pelati schiacciati con la forchetta 2 carote piccole 2 gambi di sedano 1 spicchio d'aglio 3 cucchiai di olio d'oliva extra vergine un po' di basilico fresco peperoncino rosso piccante (opzionale) sale q.b 4 fette di pane casereccio    Preparazione   1. L...

"Frittuli ra Maronna” il rito del le più buone a Reggio Calabria per la festa della Madonna della Consolazione

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 di Maria Lombardo  Per i Reggini ma anche per i turisti che ancora sono nella nostra Regione non può mancare lo street food più amato di questo periodo: le frittole. Non si fermano dunque in queste ore   i cosiddetti “fruttulari” pronti a viziare i palati dei reggini con questa pietanza della tradizione realizzata con le parti meno nobili del maiale ovvero lingua, muso, orecchie, gamboni, pancia, coda, rognoni e le scorcitte.   Ma qual è il segreto della frittola di Reggio Calabria che la rende diversa da quelle presenti nelle altre province calabresi? Si usano le parti migliori del maiale e la preparazione comincia tre giorni prima. La cottura nelle caddare è lenta e questa pietanza è da sempre è simbolo di fratellanza e condivisione. Occhio queste sono le prime frittole dell’anno!  

Giorno 8 settembre festa della Madonna della Luce a San Pietro Magisano (CZ).

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 di Maria Lombardo  UN PO DI STORIA..... San Pietro intorno all'anno 1000 (1064) era parte di Taverna Vecchia o Montana, da cui dipendeva, come lo era Magisano e Vincolise e tanti altri paesi della presila. Ma aveva un privilegio. San pietro non era definito casale ma TERRA. Un gradino sotto la città. Ferrante Galas, autore sanpietrese nella sua "cronica di Taberna" scrive che gli abitanti di Taverna Montana vedono di notte  sulle montagne delle luci. Queste non erano altro che i fuochi accesi dai Monaci dell'abbazia di Peseca, poco lontano, che veneravano la Madonna di Costantinopoli. Vedendo però le luci chiamarono l'immagine, Madonna della Luce. La leggenda narra che nel 1600 fu trovata l'immagine in una valle presso San Pietro e fu portata in chiesa. La storia invece chiarisce la presenza della Madonna a San Pietro. Nel 1653 vengono chiusi diversi monasteri e abbazie e dati in commenda per la sola gestione economica dei beni posseduti. E anche il caso dell...

Sapete che la prima malata di Alzaheimer era calabrese?

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 di Maria Lombardo Per porter trovare notizie su questa donna di Nicastro Angela di 38 anni bisogna recarsi all'ospedale psichiatrico di Girifalco. Siamo nel 1904, Angela viene internata! Ma devono passare tre anni i l dottor Alois Alzheimer in Germania identifica la malattia su una sua paziente tedesca. La cartella clinica di Angela dichiara che la paziente era affetta da questa patologia.Una scoperta che è stata fatta dal centro regionale di Neurogenetica di Lamezia Terme, diretto dalla professoressa Amalia Cecilia Bruni, grazie al recupero di oltre 5mila cartelle, delle 16mila presenti nell’ex manicomio di Girifalco, tra le quali è stata individuata anche quella della donna di Nicastro, che presenta tutte le caratteristiche della malattia di Alzheimer. La notizia appare anche sulla prestigiosa rivista internazionale “Journal of Neurology”. Il lavoro dello staff diretto dalla professoressa Amalia Cecilia Bruni ha permesso infatti per la prima volta, prima che la stessa malattia v...