IL 19 AGOSTO 1860 AFFONDA A MELITO PORTO SALVO IL PIROSCAFO TORINO
di Maria Lombardo
Tra il 18 e il 19 agosto 1860 nelle acque dello Stretto di Messina due piroscafi il Torino e il Franklin, solcavano silenziosi il mare, erano i due piroscafi che dovevano portare 3.500 garibaldini sulle sponde calabresi. Salpati da Giardini Naxos, Garibaldi “assiepato” sul Franklin osservava attento l’orizzonte, consapevole che il successo della loro impresa dipendeva dalla capacità di sfuggire alla flotta borbonica. Ecco che si intravede la terra di Calabria si tirò un sospiro di sollievo i borbonici erano elusi! il Torino si incagliò sugli scogli nascosti sotto la superficie del mare. Bixio che ne era il capitano tentò manovre disperate, ma il piroscafo rimase fermo, immobile come una preda vulnerabile. Garibaldi, intuendo il pericolo imminente, prese una decisione audace: ordinò al Franklin di issare la bandiera americana e virare verso la Sicilia per cercare rinforzi. Un colpo di genio, che permise alla nave di sfuggire alla sorveglianza nemica. Ed ecco che la pattuglia Napoletana delle navi Aquila e Fulminante, avvistato il piroscafo arenato, lo circondarono e aprirono il fuoco. I colpi di cannone squarciarono la notte, mentre i garibaldini a bordo erano già in salvo nel territorio calabrese. Il Torino, si inabissò lentamente, lasciando dietro di sé un alone di fumo e storia. Ormai in salvo sulla spiaggia di Rùmbolo si apprestavano a colpire al cuore il Regno delle Due Sicilie. Il Torino ad oggi si trova in quel braccio di mare, tra i 2,50 e i 7 metri di profondità conservando ancora buona parte della sua struttura originaria, inclusa la sala macchine, la struttura interna dello scafo e parte dell’artiglieria. Particolarmente significativo è un cannone in lega di ferro, ancora conservato in situ. Il Ministero della Cultura ha riconosciuto il valore storico e culturale di questa reliquia sommersa, dichiarandola di interesse culturale.
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