Fra Fossataro da Nicotera dalla Calabria Ultra a Napoli.



di Maria Lombardo

 Si aggirava tra i quartieri più poveri di una Napoli spagnola per portare conforto e carità cristiana un piccolo frate dal vistoso accento calabrese, un fraticello francescano che chiedeva in nome di Gesù e Maria un obolo per i poveri. Si trattava di Marcello Fossataro, terziario francescano, nato a Nicotera nel 1565. Le notizie sul Fossataro le attingo da Diego Corso suo biografo che racconta le umili origini del frate e la sua malattia il “piccolo male” che lo indusse ad avere visione della Vergine delle Grazie e subito dopo a servirla devotamente. Dopo un breve soggiorno a Roma nel 1689 si trova a Napoli. Qui si prende cura dei poveri abbandonati e proprio per questo motivo, spesso anche di notte chiedeva l'elemosina, come attestano il Celano1. <<(...) Un Seminario o Conservatorio di orfanelli, detti poveri di Gesù Cristo, ebbe la sua fondazione nell'anno 1589, nel quale tempo fu una grande carestia in Napoli>> ed il Capasso2: <<(...) Negli ultimi anni del secolo XVI vedevasi per le vie di Napoli un vecchio con tonaca di zigrino, o di panno bigio, aperta sul davanti, e stretta sulla vita da un cordone, e con un cappello in testa dello stesso colore, che andava gridando: "Fate la carità ai poveri di Gesù Cristo!" Spesso anche nelle tarde ore della notte, quando la campana di San Lorenzo aveva suonato la controra, ed il silenzio regnava nella città solitaria, quella voce echeggiava tra l'abbaiare di qualche cane vagante ed il grugnito dei porci che si avvoltolavano nelle pozzanghere dell'ammattonato rotto o mancante. Ed anche a quell'ora la pietà dei napoletani non era sorda. Parecchie finestre, al grido del buon fraticello, si aprivano e parecchie monete, avvolte sulla carta, erano gettate sulla via (...)>>. Marcello infatti cominciò ad accogliere i bambini in difficoltà in quella Napoli ricca di problematiche, fittò un locale a Via Forcella appartenente a Giulia Castella e ne fece un primo ricovero.Controverso è l'anno della fondazione del Conservatorio: il 1589 secondo il Celano3. <<(...) un Seminario o Conservatorio d'orfanelli, detti i poveri di Gesù Cristo, ebbe la sua fondazione nell'anno 1589, nel qual tempo fu una grande carestia in Napoli (...)>> ed anche secondo il Corso4 che dice del Fossataro <<(...) raccogliendo egli in quella città i fanciulli di gente povera, fondava l'Ospizio della Misericordia (?) nell'anno 1589 dove li ammaestrava nelle lettere, nella musica e nelle arti meccaniche (...)>>. Anche il Florimo5 concorda sulla stessa data <<(...> Pare che questo Conservatorio sia stato fondato nel 1589, essendo vicerè D. Giovanni Zunica, conte di Miranda, da M. Fossataro, terziario di S. Francesco d'Assisi, di Nicotera, città della Calabria Ultra prima (...)>>. Anche il Fossataro in una sua missiva indirizzata al canonico Margarita, indica il 1599 come l'anno della fondazione. Dice che erano passati otto anni da quando da Roma si era trasferito a Napoli e che, mentre aveva cominciato a dare aiuto ai fanciulli bisognosi, prestava la sua opera a favore dei carcerati e successivamente presso l'Ospedale degli Orfanelli dei Turchini; ciò fino al 1595. Continua dicendo che nel 1599, dopo circa quattro anni, <<(...) mi ridussi a questo loco dove me trovo...E per grazia de Iddio et co l'elemosine de fideli Christiani si è speso infino a tre milia docati et come si vede sostengo infino a cento vocche (...)>>. Fra Marcello uomo pio venne comunque contrastato dai Maestri di Santa Maria di Loreto e della Madonna della Pietà, fu proseguita con tenacia, come dimostra la supplica indirizzata dal Fossataro7 a Clemente, in cui si chiede al Pontefice di voler concedere l'autorizzazione a fondare l'Istituto. Pare che lo stesso Fossataro si sia recato a Roma per perorarne la causa presso il Pontefice che non fu sordo alle sue preghiere. Marcello chiede ed ottiene! E così fonda il il Conservatorio dei Poveri di Gesù Cristo,come tutti i Conservatori napoletani, fondati tra la fine del XVI e l'inizio del XVII secolo, non nasce come istituto musicale ma per delle finalità benefiche, per accogliere ed educare i ragazzi bisognosi di aiuto. I giovani sfortunati vengono qui curati e vestiti proprio come il Fossataro una tonaca di panno grigio, stretta in vita da un cordone, sostituita, in seguito, per volontà del Cardinale Caracciolo, da sottana rossa e Zimarra azzurra, imparavano, assieme alla dottrina cristiana, i primi rudimenti delle lettere e, nello stesso tempo, secondo le proprie capacità ed inclinazioni un'arte, appresa la quale lasciavano il Conservatorio per essere collocati a bottega a cura dello stesso Fossataro. Una carità fatta col cuore tutti i Napoletani contribuivano a sostenere il frate calabrese! In poco tempo venne persino edificato l'oratorio Misericordie. Con delle regole concrete e rigorose Fra Marcello si attorniò di gente valida, e decise di attribuirgli il titolo definitivo di <<Poveri di Gesù Cristo>> non fu conferito in origine alla pia istituzione, ma tra il 1600 e il 1610, quando il Cardinale Acquaviva, succeduto a Gesualdo, visitò il Conservatorio. Riporto per intero la relazione della visita:<<Visitatio Cappellae et Conservatorij S. Mariae e Columna Pauperum Jesu Christi>>. La Chiesa attigua al Conservatorio prese il nome di S. Maria della Colonna dei Poveri di Gesù Cristo nel 1606. Il Cardinale vi trovò sessanta ricoverati, un <<Maestro de casa e un Maestro de schola>>: costui, nel 1622 fu Giovan Battista de Vico che guadagnava cinque carlini al mese. Nel 1606 il Conservatorio ebbe il suo primo insegnante di musica, don Giovan Jacobo de Antiquis, compensato con due ducati al mese per insegnare musica e canto e per fare da cappellano nella Chiesa di Santa Maria della Colonna. Le rendite su cui il Conservatorio poteva contare si accrebbero fino a raggiungere nel 1608 i 2.400 ducati. Esso potè così equipararsi ai Conservatori di S. Maria di Loreto, di S. Onofrio e della Pietà dei Turchini, che invano, gelosi del loro prestigio e timorosi di vedersi scemate le rendite dalla concorrenza inattesa, avevano tentato di nuocergli. Le entrate del Conservatorio consistevano in denaro di argento e di rame raccolto nelle cassette con cui andavano in giro i fanciulli e in quelle delle Chiese dove i fedeli deponevano le offerte. Nel 1620 il Conservatorio possedeva diverse case, alcune acquistate, altre avute in eredità da fedeli; poteva contare ancora su offerte in denaro in cambio della celebrazione di una messa per settimana in suffragio di un defunto. Il libro delle entrate, riguardante gli anni 1630-32, indica somme ricavate da musiche eseguite, da intervento dei fanciulli a funerali e processioni, da legati, da censi, da pigioni di case, da rette che pagavano i convittori. Il Conservatorio, in questi anni, ne accoglie a pagamento aumentando così i propri introiti e trasformandosi in Istituto musicale. Non si conosce esattamente l'anno in cui ebbe inizio nel Conservatorio un'attività musicale non limitata ad accompagnare con canti e suoni i trasporti funebri o le processioni, ma con un programma più largo, con maestri più esperti e numerosi”. Siamo nel 1633 il Rufolo ed i suoi collaboratori suonano nel conservatorio.La musica che don Francesco Rufolo insegnava non poteva che essere sacra perchè, accanto al Conservatorio, c'era una Chiesa pubblica servita dai fanciulli dello Ospizio e perchè d'indole sacra erano i canti ed i suoni d'accompagnamento ai funerali, alle monacazioni, alle processioni, al viatico portato ai moribondi e le sacre rappresentazioni che si facevano in conventi di monache o di frati. Altre visite spettano nel corso degli anni al lavoro del Fossataro, il Cardinale Cardinale Boncompagni, annota che il conservatorio aveva un notevole archivio musicale, nel quale si potevano notare opere come i Mottetti e le Messe di Cristoforo Morales, i Mottetti di Giovanni M. Sabino, i Madrigali a cinque di Ponponio Unna, quelli a quattro di Luca Marenzio, I Madrigali del principe di Venosa. Dallo stesso documento risulta che, in quell'anno, il Conservatorio possedeva tre violini di soprano, tre violini di tenore, due tromboni, tre cornetti, un cembalo, due violini, una ribechina. Fu veramente l'opera del Fossataro gradita ai Napoletani diede fama lo Scarlatti, Durante, Jommelli, Vinci e, forse, il divin Pergolesi, che arrecarono tanta gloria a Napoli ed alla sua scuola musicale. Per 28 anni Fra Marcello da Nicotera godette della fama della sua opera pia, mettendosi anche in pericolosi conflitti. Si spense così nel 1628.Del Conservatorio da lui fondato venne decretata la chiusura nel 1744 per volere dell'Arcivescovo di Napoli Cardinale Giuseppe Spinelli dei marchesi di Fuscaldo, che lo adibì a Seminario diocesano. Fu addotto come motivo della soppressione il fatto che dall'istruzione traevano più profitto i forestieri che i Napoletani. NOTE 1 C: CELANO, Notizie del bello, dell'antico e del curioso della città di Napoli, 1856, vol. III, pag.95. 2 B: CAPASSO, Napoli - Albo Artistico letterario per gli asili infantili, Napoli, Stamperia De Angelis, 1880. 3 C. CELANO, Op. cit.. 4 D. CORSO, Cronistoria civile e religiosa della città di Nicotera, Napoli, Viscardi, tipografo editore, 1882, pag.54. 5 F. FLORIMO, La scuola musicale di Napoli e i suoi conservatori, vol II, Forni editore, Bologna, pag. 18. 6 S. DI GIACOMO, I Quattro Antichi Conservatori di musica di Napoli, Palermo, 1924-28. 7 La supplica del Fossataro si conserva nell'Archivio di Stato di Firenze (Carte Strozziane, fil. 197, o 105). Sul memoriale è aggiunto: <<per Fra Marcello Fossataro 7 aprile 1596>>. W. APEL, La notazione della musica polifonica dal X al XVII secolo, a cura di Pietro Neonato, Sansoni Editor, anno 1984. W. APEL, The Notation of Poliphonic, Cambrige, Mass., 4^ ed., 1949. F. A. GALLO, Il Medioevo II, in Storia della Musica, Torino, E.D.T., 1977, vol. II. J. WOLF, Geschichte der mensural-notation von 1250-1460, Hildesheim, 1965. J WOLF, Handbuch der notationskunde, Hildesheim, 1963, voll. 2. F. A. GALLO, La teoria della notazione in Italia dalla fine del XIII all'inizio del XV secolo, Bologna, Tamari, 1966. F. A. GALLO, Marchetus in Padua und die <<franco- venetische>> Musik des fruhen Trecento, in <<Archiv fur Musikwissenchaft>> XXXI, 1974. U. WOLF, La Notazione Italiana, in <<La Nuova Musica>>, Firenze, anno IV, n.46. FISCHER (von), K, art. Notazione, in Enciclopedia della Musica, Milano, Ricordi, 1964. M. N. MASSARO, La Scrittura Musicale Antica guida alla trascrizione del canto g1886, pag.861.



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