Il Castello Normanno-Svevo di Lamezia Terme


 

di Maria Lombardo 

Il Castello Normanno-Svevo è una fortificazione medievale che sorge sul colle di San Teodoro, il rione più antico di Nicastro, ora facente parte della città di Lamezia Terme. La sua posizione, a strapiombo sul colle roccioso, rappresentava un'efficace strategia di difesa e consentiva anche di controllare la pianura circostante fino al mare. Costruito dai Normanni tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, sul nucleo di una fortezza bizantina, conta 16 corpi di fabbrica differenti, distribuiti su due livelli: in alto un nucleo fortificato da cui si eleva il donjon fiancheggiato da un bastione merlato e in basso una cisterna, una piazza d’armi e l’ala residenziale. Nel 1122 vi fu ospitato per 2 settimane il papa Callisto II. Successivamente Federico II lo ampliò munendolo di caserme, carceri, un mastio pentagonale e una cinta muraria. Qui fu incarcerato Enrico VII, lo "sciancato", il figlio ribelle di Federico II, che si era schierato con la Lega Lombarda contro il padre (morì a Martirano suicida o ucciso da un sicario).Nel 1535 vi sostò Carlo V di ritorno da Tunisi. Il terremoto del 1638 causò la distribuzione del castello e la morte sotto le macerie del feudatario Principe Cesare d’Aquino e ad oggi ci sono pervenuti solo i resti di 4 torri cilindriche, i bastioni, le mura e un contrafforte con loggetta cieca. Sono sorte tante suggestive leggende intorno a questo maniero. Secondo la tradizione, quando cala la notte, dalle grotte presenti sulle sponde del torrente Canne escono le fate che cominciano ad aggirarsi intorno ai ruderi del castello per raccogliere fiori, bacche e miele. Ogni notte poi, all’interno del castello, una chioccia e 12 pulcini d’oro si aggirano in cerca di cibo, sorvegliati da una terribile maga che impedisce a chiunque di avvicinarsi. C’è poi chi racconta di un cavaliere, forse Gerlando (il paggio che scomparve dopo che Federico II scoprì il suo amore per la trovatella che prima salvò ma poi imprigionò nella cella dove era stato incarcerato il figlio) che di notte si aggira intorno ai ruderi del castello e tanti giurano di sentire distintamente il rumore degli zoccoli del cavallo.

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