Scopriamo insieme Galiziella il contributo della nostra Regione alla Letteratura Italiana


 

di Maria Lombardo


Vi ho già parlato della “Chanson d’Aspremont” se volete approfondire troverete un nutrito pezzo nel blog. Oggi mi soffermerò al personaggio di Galiziella che si evolve e diventa, con qualche differenza, Bradamante e il tema dell’amore e del rispetto tra nemici. Un tema che rimane presente nella letteratura italiana fin quando Galiziella o Bradamante rimane protagonista di opere letterarie cioè per quasi tre secoli, dalla fine del XIV secolo al 1620, per le versioni scritte, e per quasi sette secoli per le versioni orali. Purtroppo, di questo personaggio se ne parla poco nei libri di testo perché le più antiche versioni orali, probabilmente in greco-calabrese, sono state trasferite in manoscritto, per la prima volta, in lingua normanna senza il personaggio di Galiziella e solo successivamente, in lingua italiana, con il personaggio di Galiziella I cantari d’Aspramonte, di autore sconosciuto e il romanzo Aspramonte, di Andrea da Barberino.

Di Galiziella si comincia a parlare nei manuali di letteratura quando prende il nome di Bradamante, nel 1494, con Matteo Maria Boiardo che lascia incompiuta un’opera dal titolo Orlando Innamorato. Quest’opera viene pubblicata a stampa nel 1495. Nel 1516, Ludovico Ariosto pubblica la prima edizione dell’Orlando Furioso che comincia da dove si è fermata l’opera di Boiardo. Poi, nel 1532, Torquato Tasso inserisce Bradamante nell’Orlando Furioso. Queste opere hanno molto successo e incuriosiscono molti lettori che vogliono sapere di più sui paladini di Carlo Magno, su Bradamante, etc. Appena qualche anno prima della pubblicazione dell’Orlando innamorato, un anonimo pubblica un’edizione a stampa di una Canzone d’Aspramonte. L’incunabolo, stampato da Jacopo di Carlo e Piero Bonaccorsi, manca di ogni indicazione relativa all’anno. Marco Boni data questa pubblicazione al 1487-90. Questo poemetto, con modifiche più o meno ampie, ma mai per mano di un poeta o narratore paragonabile ad Andrea da Barberino o all’autore dei Cantari d’Aspramonte, verrà ristampato numerose volte, fino al 1620, per sfruttare la curiosità sui personaggi che suscita la popolarità delle opere di Boiardo, Ariosto e di Tasso. Con il 1620, l’oblio comincia lentamente a scendere sopra la Chanson d’Aspremont. E da quel momento, il rispetto reciproco tra nemici o avversari diventa secondario nella letteratura italiana. Più o meno nel 1516, anno in cui Ariosto fa raggiungere a Bradamante il massimo dell’espressione artistica, Albrecht Durer pubblica una incisione (nel 1514), in cui sono presenti due figure che, opportunamente interpretate e utilizzate, sono destinate a seguitare (o perseguitare) in Calabresi nei secoli a venire.

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