Santuario di Santa Maria degli Angeli a Vibo Valentia. Si narra che la statua del Cristo parlò al suo autore
di Maria Lombardo
Continua senza soste da secoli la tradizione di recarsi ogni venerdì di marzo in pellegrinaggio presso la Chiesa di Santa Maria degli Angeli a Vibo Valentia, dove viene venerato il miracoloso gruppo del Crocifisso degli Angeli. La chiesa finita di costruire nel 1666, e consacrata nel 1682, da parte dei francescani minori riformati, che abitavano l’adiacente convento oggi Convitto Nazionale, custodisce sull’altare centrale un Cristo ligneo contornato da figure in mistura molto venerato, data anche la sua particolarità artistica e la sua storia. Il prezioso gruppo scultoreo fu realizzato da Padre Giovanni di Reggio Calabria verso la fine del seicento, e rappresenta nelle intenzioni dell’autore non la classica deposizione o crocifissione, ma l’Agnello mistico che si immola per la redenzione dell’umanità. La figura del Cristo che appare vivente è grondante di sangue e piena di lividi, e addirittura da una delle ferite un angelo con un calice raccoglie il prezioso e sacro liquido.Narra la leggenda che, mentre Padre Giovanni stava completando l’opera, fu inteso dagli astanti un breve dialogo tra Gesù e lo scultore. “Duvi mi vidisti, ca tantu pietusu mi facisti”, chiese la statua ai piedi della croce, “Si eu no’ ti vidia, tantu pietusu non ti facia”, rispose l’artista”. E in queste parole sta tutto il significato e la bellezza mistica e suggestiva di quest’opera, che dà la sensazione che Gesù sia vivo e che sia lì veramente a soffrire davanti ai nostri occhi.Ai piedi dell’imponente croce, Cristo siede sull’altare con la testa china e grondante di sangue, gli occhi semichiusi e con le ferite che devastano il corpo e ne accentuano la drammaticità. Completano il quadro tridimensionale tre angeli e ua schiera di cherubini e serafini sulla base superiore della composizione. Il gruppo è completato dalla Madonna, San Giovanni Evangelista e la Maddalena, le cui statue originali sono state distrutte in un incendio nel 1924, cento anni fa, e sono state sostituite con altre forsemeno espressive.Il pellegrinaggio al Crocifisso degli Angeli a Vibo Valentia può essere considerata l’apertura del periodo di meditazione e preghiera che conduce alla Pasqua.
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