Raffaele Corso, un precursore della moderna etno-antropologia e degli studi sul folklore. Da Nicotera (VV) al mondo
di Maria Lombardo
Seduta a lezione di storia dell’ Etnografia alla corte del
prof Francesco Faeta luminare nel suo campo appresi di Raffaele Corso, fu il primo in Italia a insegnare etnografia…
Nato a Nicotera il mio borgo sito nel Vibonese nel 1885. Deve essere definito
un antenato totemico dell’attuale etno-antropologia italiana e in particolare
degli studi sul folklore. Ingordo di conoscenza raccolse davvero molto!
Benedetto Croce fu suo amico e lo stesso fu discepolo del grande antropologo
siciliano Giuseppe Pitrè, dal quale apprese il rigore scientifico nello studio
e nella raccolta di manufatti della cultura popolare e, alla morte del Pitré,
gli fu addirittura proposto di succedergli nella cattedra di demopsicologia
all’università di Palermo. Fu un africanista e in Italia approfondì lo studio
del cerimoniale e del rito nuziale soffermando la sua attenzione al profondo
valore rituale del dono che non poteva tradursi in un mero scambio di merci. Inoltre,
Raffaele Corso collaborò con Lamberto Loria nella raccolta di materiale
etnografico e nell’istituzione di un Museo di Etnografia Italiana. Di quell’evento
conosco tutto il Faeta mi indirizzò in una ricerca essendo Nicoterese.Fu il
primo in Italia a insegnare etnografia, prima dell’università di Roma e di
seguito all’Istituto orientale di Napoli. E ancora, sostituì Lamberto Loria
nella direzione del Museo Etnografico di Roma, fondò la rivista Il Folklore italiano,
Archivio per la raccolta e lo studio delle tradizioni popolari italiane poi
denominata Folklore.A Raffaele Corso è intitolato il Museo Calabrese di
Etnografia e Folklore di Palmi, museo intimamente legato alla sua attività di
ricerca e di minuziosa raccolta di manufatti, espressione delle cosiddette
culture subalterne della Calabria centro meridionale. Museo, fra l’altro,
riconosciuto d’importanza internazionale dall’UNESCO.
Maggiori pubblicazioni di Raffaele Corso:
L’arte dei pastori, 1920;
Storia-Obietto-Metodo, 1923;
Reviscenze, 1927;
Gli studi delle tradizioni popolari nel clima fascista,
1939;
Etnografia-Prolegomeni, 1941;
Africa, cenni razziali, 1941;
Aspetti di vita africana, 1943;
I popoli dell’Europa. Usi e costumi, 1948.
I Nicoteresi però non vogliono valorizzare i propri figli
che hanno dato lustro a questo lembo di terra martoriato dalla mala politica.
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