ESATTAMENTE 52 ANNI FA, IL 22 LUGLIO DEL 1970, 6 PERSONE PERSERO LA VITA E CENTINAIA RIMASERO FERITE NELLA STRAGE DI GIOIA TAURO, IN SEGUITO AL DERAGLIAMENTO DELLA FRECCIA DEL SUD.


 di Maria Lombardo 


“I passeggeri si buttavano giù dalle vetture, cercavano spasmodicamente di afferrare i loro cari, avevano il viso annerito dal fumo e le carni straziate dalle lamiere".

Teodoro Mazzù, capostazione a Gioia Tauro, ricorda così lo scenario al quale assistette quel giorno del luglio del 1970. La Freccia del Sud, partita da Palermo e diretta a Torino, aveva subito un incidente all’altezza della stazione di Gioia Tauro. Le ultime carrozze avevano subito danni gravissimi: i morti erano 6, i feriti centinaia. Si parlò subito di incidente, errore umano, tragedia. Ma dal primissimo istante in molti guardarono con sospetto a quanto appena caduto. Non sono giorni tranquilli per l’Italia e soprattutto per la Calabria. Da settimane, ormai, la città di Reggio Calabria è scossa da un’importante rivolta seguita alla decisione di assegnare il capoluogo di regione a Catanzaro invece che alla città sullo Stretto. Dopo la fase iniziale, ad emergere con forza alla guida della protesta fu la destra fascista reggina guidata da Ciccio Franco. La situazione, in quelle settimane, era tesissima. Forse anche per quel motivo l’allora questore di Reggio, Santillo, ci tiene a precisare immediatamente che si era trattato di un incidente, slegato dai fatti del capoluogo. Eppure alcuni giornalisti esprimono immediatamente il sospetto che dietro quella strage vi fosse ben più che un banale guasto meccanico o errore umano. Sono gli stessi sospetti di alcuni militanti anarchici, noti come “gli anarchici della baracca”, che da tempo indagano sull’estrema destra calabrese e sui rapporti ambigui tra questi e la ‘ndrangheta: moriranno in uno strano incidente mentre si recavano a Roma per consegnare dei documenti importanti, tra le altre cose, sulla strage di Gioia Tauro e sul golpe borghese. Negli anni successivi alla strage i processi, tuttavia, si concentrarono sul personale delle stazioni e sui macchinisti del treno. Risultati infine innocenti.

Sulla strage di Gioia Tauro e sulle sei vittime scese il silenzio. Un silenzio durato oltre vent’anni.

Sarà solo durante gli anni Novanta, durante alcuni processi a danno della criminalità organizzata calabrese, che inizierà ad emergere la verità sul 22 luglio ‘70. Sarà proprio quel sodalizio, nato in quegli anni e poi consolidatosi nel tempo, tra la ‘ndrangheta e l’eversione di destra ad essere responsabile dei morti di Gioia Tauro. Erano stati gli esponenti della fazione più vicina all’estrema destra dietro ai Moti di Reggio. Ma i mandanti non vennero mai trovati né giudicati.

 


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