Pan brigante: ricetta, “storia” e leggenda di un cibo ribelle
di Maria Lombardo
Di storia c’è davvero poco devo ammetterlo all’articolista Annamaria Persico
la quale scrive così:”Questa bella ricetta nasce dall’alone leggendario che ha
sempre circondato i briganti calabresi, affascinanti e controverse figure
dell’Ottocento, che nell’immaginario popolare rappresentano l’ansia di riscatto
e di difesa degli ultimi e degli oppressi.Ma cosa mangiavano i briganti, nei
lunghi mesi trascorsi lontano da casa, mentre si nascondevano per boschi e
montagne e organizzavano le loro scorrerie?Ebbene, da alcuni testi ma
soprattutto dai canti e dai versi della tradizione orale, si evince che mangiavano
un pane particolare, fatto con farine miste e l’aggiunta di frutta secca e
miele, quindi molto nutriente e che si manteneva a lungo.Una specie di pane
elfico, di tolkieniana memoria, del quale bastava mangiarne poco per essere
sazi e pieni di energia. Probabilmente nella realtà non era così, perché
l’alimentazione dei briganti doveva essere la stessa dei contadini e dei
pastori dell’epoca, cioè molto misera, e in più essi vivevano di quel poco cibo
che gli veniva donato o che riuscivano a rubare a gente spesso più povera di
loro.Ma ci piace pensare ai briganti raccolti di sera intorno al loro bivacco
che cantano canzoni tristi, arrostendo salsiccia e mangiando Pan brigante! La
ricetta che vi diamo è chiaramente rivisitata, ma gli ingredienti base sono gli
stessi e lo rendono veramente un cibo delizioso e supernutriente, adatto ad
affrontare qualsiasi nemico…
INGREDIENTI
200 g di noci
100 g di nocciole
200 g di fichi secchi
200 g di uvetta
100 prugne o albicocche secche o castagne
100 g di canditi di cedro
100 g di canditi di arance
200 g di farina 00
150-200 g di miele di castagno
scorza di 1 arancia bio
scorza di 1 limone bio
1 cucchiaino di cannella
i semi di una bacca di vaniglia
PREPARAZIONE
Sgusciate le noci e le nocciole e tritatele grossolanamente, tagliate a pezzetti regolari la frutta secca, ammollate l’uvetta in acqua tiepida, scolatela, asciugatela e infarinatela leggermente. In una ciotola mettete questi ingredienti insieme alla farina, al miele e agli aromi.Impastate il tutto delicatamente con le mani finché il tutto sia amalgamato bene. Ora imburrate e infarinate (o ricoprite con carta forno) una teglia quadrata o rettangolare, versateci il composto e livellate con la spatola, portandolo ad un’altezza di 3-4 centimetri. Fate cuocere il Pan brigante in forno statico a 160 gradi per una quarantina di minuti.Quando è raffreddato tagliatelo a quadrotti e servitelo, accompagnato magari da un bicchierino di moscato dolce o di marsala. Il Pan brigante così preparato si conserva a lungo, anche due mesi, ben chiuso in una scatola di latta o di terracotta.Una variante della ricetta è di amalgamare gli stessi ingredienti (tranne il miele) con una pasta lievitata. Il risultato è comunque squisito, l’unica differenza è che il Pan brigante lievitato va consumato subito.” Questo è quanto dice l’eccentrica articolista peccato che i briganti avevano poco di leggendario erano efferati assassini dati alla macchia per sfuggire alla forca. La loro vita era infelice altro che s’arrostivano le salsiccie, quello che mangiavano era pane nero e formaggio e frutta raccattata al momento. Accendere un fuoco voleva dire essere scoperti! Ecco perché vi invito a leggere di meglio.
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