Giornata della memoria: il sacrificio di Teresa Gullace sparata dai nazifascisti



 di Maria Lombardo

 Cominciava un altro capitolo storico complesso quale fu quello della guerra di Liberazione italiana e della Resistenza al Nazifascismo. Cruciale fu il ruolo dei Partigiani. Tra questi, anche la cittanovese Teresa Gullace, passata alla storia come emblema della Resistenza romana. Avrebbe voluto avvicinarsi al marito arrestato in un rastrellamento la settimana prima. Non si fermò di fronte al divieto di un soldato tedesco che le sparò. Era il 3 marzo 1944 quando a Roma una donna italiana, calabrese, originaria di Cittanova in provincia di Reggio Calabria, venne freddata da un colpo di pistola mentre cercava di parlare con il marito Girolamo, prigioniero delle milizie tedesche nell’Italia della Seconda Guerra Mondiale da alcuni giorni. Era incinta del sesto figlio, aveva 37 anni ed era una partigiana e quella mattina del tre marzo si era recata presso la caserma dell’81º di fanteria in Viale Giulio Cesare, con altre mogli di altri prigionieri. Emblema della resistenza nella capitale, Teresa Gullace, era madre di cinque figli, si era trasferita a Roma in gioventù. Il marito Girolamo Gullace venne rilasciato quasi immediatamente mentre a Roma si consumava la strage delle Fosse Ardeatine. L’evento simbolo della repressione nazista dei partigiani, il massacro compiuto a Roma dalle truppe di occupazione della Germania nazista, sarebbe infatti avvenuto solo tre settimane dopo, il 24 marzo 1944, ai danni di 335 civili e militari italiani, come atto di rappresaglia e di ritorsione in seguito a un attacco partigiano contro le truppe tedesche del giorno prima in via Rasella. Le pagine di storia si incrociano ingoiando vite e affetti. La storia di Teresa Gullace, da nubile Talotta, ispirò nel 1945 il celebre film di Roberto Rossellini ‘Roma Città Aperta’, in cui il personaggio di Sora Pina interpretata da Anna Magnani, avrebbe avuto proprio i tratti di Teresa la Partigiana calabrese, emblema della Resistenza romana, uccisa nella capitale per aver sfidato la brutalità dei nazisti, per aver sfidato il buio di quella pagina comunque storica. La sua vicenda ha inoltre ispirato il film “Anna, Teresa e le resistenti”, uscito nel 2011 e diretto dal giovane regista di Locri Matteo Scarfò.  Insignita dal Presidente della Repubblica Italiana Giovanni Leone nel 1977 con la Medaglia d’oro al merito civile, di Teresa Gullace furono dette queste parole: «Madre di cinque figli ed alle soglie di una nuova maternità, non esitava ad accorrere presso il marito imprigionato dai nazisti, nel nobile intento di portargli conforto e speranza. Mentre invocava con coraggiosa fermezza la liberazione del coniuge, veniva barbaramente uccisa da un soldato tedesco». Questa è la storia nella sua crudeltà e nella sua verità. Oggi alla memoria di quella speranza e di quella libertà invocata, il compito di non disperderla.

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