A Scigliano (CS) il “quarto mercoledi” di San Giuseppe si offre un cero votivo al Santo


 di Maria Lombardo

A Scigliano, un antico e caratteristico comune alle pendici della Sila, nella vallata del Savuto, completamente immerso nella macchia mediterranea, vivono da secoli, nella mente e nel cuore dei sui cittadini significative e suggestive tradizioni religiose. Tra queste, la più celebrata e sentita da tutti i cittadini, è quella che ogni anno, dal 1783 si rinnova il sacro rito della consegna di un "grosso cero votivo" in onore del Santo Patrono e Protettore, San Giuseppe. Questa sacra manifestazione è celebrata il "quarto mercoledì" dalla festività del 19 marzo, festa di San Giuseppe. Un rito radicatissimo e molto sentito! Scigliano è un comune della provincia di Cosenza, limitrofo a quella di Catanzaro e quindi più vicino al teatro del sisma del 1783. Così su quell’avvenimento, che certamente sconvolse tutti, s’innesca una sua tradizione popolare. Si vuole che mercoledì, 5 febbraio 1783, S. Giuseppe si manifesti a due sacerdoti: D. Luigi Talarico ed il cappuccino P. Francesco ed annunciasse loro che, per sua intercessione, Scigliano era stato preservato dal flagello del terremoto. Come segno evidente, essi avrebbero trovato in cattedrale, nella cappella a lui dedicata, una tavola caduta dal soffitto, quasi per significare che il danno del terremoto si fermava lì. I due sacerdoti trovarono effettiva conferma della visione ed insieme al popolo gridarono al miracolo. Da quel giorno tutto il popolo, a capo autorità civili e religiose, stabilì di "digiunare il IV mercoledì, che precede la festa di S. Giuseppe e di offrire al santo un grosso cero".Questa tradizione religiosa si conserva ininterrottamente ed ogni anno si rinnova l’impegno antico, alla presenza del parroco nella Chiesa Collegiale insigne di S. Maria Assunta dove c’è la cappella di S. Giuseppe e del sindaco del comune. A questo si innesca l’impegno per i discendenti maschi della famiglia Talarico (che peraltro non sono parenti del sacerdote sunnominato), i quali hanno ricevuto dagli avi un bosco, con la cui rendita sono tenuti a provvedere in perpetuo alla manutenzione della cappella ed a fornire l’olio che alimenta la lampada votiva che arde notte e giorno. Pochi anni fa la famiglia Talarico-Serena ha provveduto alle opere di manutenzione della cappella, restaurando anche l’affresco della parte centrale.In ricorrenza del secondo centenario dell’avvenimento, il 9 febbraio 1983, quarto mercoledì dalla festività del 19 marzo, P. Gegorio Fortino, parroco da molti anni della Chiesa, passato a miglior vita, ha voluto commemorare degnamente la tradizione bicentenaria da una settimana di missione al popolo predicata da P. Luigi Lopez e con una solenne concelebrazione presieduta dall’Arcivescovo Mons. Dino Trabalzini, dal provinciale dei cappuccini P. Luca Falcone e da molti frati della provincia di Cosenza e di quelle di Catanzaro e Reggio. Quest’anno il rito sacro della consegna del cero votivo, è stato celebrato l’8 febbraio nella Chiesa Collegiale insigne S. Maria Assunta.Dopo la preghiera e la benedizione del parroco, il sindaco con la giunta comunale hanno offerto e acceso un "grosso cero" a S. Giuseppe ed ha letto "l’atto ufficiale" con cui la cittadina s’impegna a conservare la tradizione dell’offerta del cero e del digiuno del IV mercoledì.La sacra celebrazione è conclusa con una preghiera al Santo e con la soddisfazione e la gioia di tutto il popolo sciglianese per aver rinnovato al suo Protettore e Patrono S. Giuseppe un’antichissima promessa rimasta intatta nel tempo.


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