Il Castello dell'Abatemarco o Castello di San Michele a Santa Maria del Cedro (CS)



 di Maria Lombardo

Prende il nome dall'abbazia annessa, nata prima e forse per questo Abatemarco, dal nome di un abate che è testimone del passaggio dell'influenza bizantina al monachesimo benedettino. Probabilmente  di origine normanna, è situato su uno sperone roccioso nei pressi del fiume Abatemarco, nel comune di Santa Maria del Cedro. Il feudo passò sotto dominazione Angioina e Aragonese e diventò proprietà delle più grandi famiglie del tempo: nel 1275 apparteneva al giustiziato di Val di Acri e nel 1305 ne era signore il famoso ammiraglio Ruggiero di Lauria. Nel 1414 il feudo viene acquistato da Arturo Pappacoda di Napoli, siniscalco del re Ladislao, al quale si deve anche la statua in legno d'ulivo di San Michele ritrovata nella chiesetta annessa al Castello. Nel 1511 divenne feudo della casata dei Brancaccio. Dopo numerosi passaggi sotto varie famiglie di feudatari, come i Sanseverino e i Carafa, e soprattutto dopo vari periodi di carestie, il castello passò nel 1727 nelle mani di Angelo Perez de Nueros in qualità di tutore e parente dei Brancati, che tennero il feudo fino al 1806. Poi il declino fino a diventare un rudere. In assenza di fonti documentarie e dall'osservazione dei resti ancora presenti si può ipotizzare una struttura con uno sviluppo planimetrico rettangolare, con un'unica torre cilindrica che sovrastava l'accesso, presumibilmente garantito da un ponte levatoio. Risalgono al periodo normanno alcune importanti opere difensive tra cui il torrione quadrangolare sul lato sud del castello, inserito quasi certamente nella cinta muraria, e alcuni affreschi, forse eseguiti da monaci che giungevano da altri monasteri.

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