GLI ATLETI DI KROTON (l'antica CROTONE magnogreca)


 di Maria Lombardo 

La città che ebbe una tradizione di olimpionici più radicata fu Crotone, dove la pratica ginnica era molto diffusa ed ampiamente consigliata dalla famosa scuola medica locale quale mezzo da associarsi alla dieta per garantire la salubrità del corpo. Pitagora in persona si interessò all'atletismo e all'agonismo, valori che permeavano la classe aristocratica crotoniate cui il filosofo era legato: basti pensare che, secondo la tradizione, a lui risaliva l'introduzione della dieta a base di carne per gli atleti in allenamento. Un crotoniate, il pugilatore DAIPPOS, fu il primo atleta non peloponnesiaco a vincere alle Olimpiadi del 672 a.C.; dal 588 a.C., per circa un secolo, si susseguirono, in 28 Olimpiadi, 19 vittorie di atleti di Crotone, un numero molto alto se si pensa che Atene e Sparta ottennero 8 successi ciascuna. Tutto questo presuppone una massiccia presenza alle gare: Strabone ricorda il piazzamento ai primi 7 posti in una gara di corsa di soli atleti di Crotone, tanto che fu coniato il proverbio secondo cui l'ultimo dei crotoniati era il primo dei greci.Il più famoso campione di questa città fu Milone, che nella lotta, dopo essersi affermato nella categoria ragazzi nel 540 a.C. , vinse da adulto in 5 Olimpiadi successive (dal 532 al 516 a.C.), chiudendo la sua carriera nel 512 a.C. con una sconfitta da parte di un suo concittadino. Come ai più importanti olimpionici, anche a Milone fu innalzata entro il recinto sacro di Olimpia una statua, opera dello scultore Dameas di Crotone. Milone primeggiò anche negli altri giochi panellenici, 10 nelle Istmiche e 9 nelle Nemee; per 4 volte fu periodonikes, cioè vincitore nella stessa disciplina nel ciclo dei quattro giochi panellenici. il suo prestigio sociale fu altissimo, tanto che sposò la figlia di Pitagora e la sua casa ospitò il sinedrio pitagorico. sacerdote presso il santuario di Hera Lacinia a Capo Colonna, Milone fu addirittura considerato una personificazione di Eracle: con gli attributi dell'eroe guidò come stratega i concittadini nell'epico scontro che portò alla distruzione di Sibari (510 a.C.).Altri atleti ebbero successo, talvolta in discipline diverse: ASTYLOS fu plurivincitore in tutte le specialità della corsa , dunque, TRIASTES, cioè vincitore in tutte e tre le gare nella medesima Olimpiade. negli ultimi due agoni, egli, tuttavia, gareggiò come siracusano dopo aver cambiato cittadinanza, e i Crotoniati, considerandolo un traditore, distrussero la statua eretta in suo onore al santuario di Hera Lacinia e trasformarono la sua casa in una prigione.Degno di menzione è, infine, PHAYLLOS, vincitore nei giochi pitici una volta nello stadio, e due nel pentathlon, del quale le fonti ricordano strabilianti primati: 29 m nel lancio del disco, quasi 17 nel salto in lungo. L'estrazione sociale aristocratica di Phayllos è comprovata dalla sua partecipazione con una trireme armata a proprie spese, alla famosa battaglia di Salamina (480 a.C.). Un'attestazione epigrafica del nome di Phayllos è recata da un cippo votivocon dedica da parte dell'atleta a Zeus Meilichios.

(tratto da Lo sport nell'Italia antica- Le colonie magnogreche della Calabria e gli agoni panellenici- di Roberta Schenal).


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