La Graffiola DE. CO. di Cortale (CZ)
di Maria Lombardo
Siamo a Cortale, in provincia di Catanzaro. Cortale si presenta forte della sua bellezza e fiero dei suoi secoli di storia. È un borgo antico, dove le tradizioni si intrecciano rendendo singolare il volto e l'identità del paese agli occhi dei residenti e delle persone che, per un motivo o per un altro, si trovano a visitarlo.
Tra le numerose ed importanti tradizioni, quelle gastronomiche continuano ad assicurare al passato l'opportunità di svelarsi attraverso antichi sapori e ad esprimersi grazie ai profumi che dal forno al legna, dal camino, dai fornelli si alzano e riempiono le stanze. Ricette tramandate di generazione in generazione finiscono così per consentire alla genuinità della cucina lenta e paziente di un tempo di fare incursione tra i ritmi sempre più frenetici del presente. La "graffiòla" è un dolce tipico della tradizione gastronomica cortalese. Le sue origini sono molto antiche. Ma il passare degli anni e i cambiamenti che essi hanno generato non sono riusciti ad arrestare la riproposizione del dolciume diventato a tutti gli effetti un vero e proprio simbolo del paese. Sono gli anziani del borgo a rammentare l'attesa e la felicità vissuta da bambini quando, nei momenti di festa e durante i matrimoni, le graffiòle venivano offerte ai presenti riservando loro la possibilità di assaggiare quelle dolci e soffici nuvolette glassate. Già dagli anni '30 le famiglie nobili erano solite dare mandato alle anziane del posto, custodi dell'arte e della tradizione gastronomica locale, di realizzare le graffiòle in occasione degli eventi nuziali.Un lavoro attento, preciso, che ancora oggi viene tramandato per trasferire il sapore di un prodotto prelibato, apprezzato da più di cento anni. Le graffiòle raccontano che un'eredità culturale, storica o gastronomica è anzitutto una relazione con il proprio territorio, un patrimonio da salvaguardare nel nobile intento di proteggere l'identità di una comunità in un futuro sempre più condizionato dalla globalizzazione.
Farina,
uova, zucchero: sono questi gli ingredienti principali delle
graffiòle di Cortale a marchio De.C.O. (denominazione comunale di
origine).La
preparazione:
si comincia con la rottura delle uova dalle quali si divide il tuorlo
dall’albume. Al tuorlo viene aggiunto prima lo zucchero e poi la
farina e viene montato a mano o con piccole fruste elettriche. Le
dosi non sono scritte ma le donne vanno “a sensazione” ovvero
aggiungono lo zucchero e poi la farina fino a conferire la giusta
consistenza. E’ importante la tipologia di uova utilizzate: uova
troppo ricche di acqua, come quelle estive in seguito alle esigenze
del pollame, determinano un albume troppo acquoso ed un prodotto
finale meno morbido e gonfio che richiede una maggiore permanenza in
forno. E l’umidità è fondamentale per la qualità delle
Graffiòla: l’umidità dell’impasto, l’umidità dell’ambiente
e l’umidità dell’aria da cui deriva l’importanza della
corrente d’aria all’interno del forno a legna che dovrà “avere
sportelli aperti e sportelli chiusi alternativamente al fine di far
entrare l’aria che aiuta la graffiòla a gonfiare…. ma non
troppa”. Infatti la graffiòla dovrà rimanere alta e soffice e non
dovrà “sgonfiarsi” una volta cotta, glassata e confezionata.
La
montata “a neve dell’albume” deve essere ottenuta
esclusivamente a mano con la frusta e solamente nel pentolone in rame
come un tempo. L’albume cambia colore e consistenza gradualmente,
da trasparente e liquido a bianco e cremoso mentre viene montato
velocemente.
Quando
la montata è pronta ovvero quando sollevando la frusta, l’albume
rimarrà aderente e “fermo”, allora si versa lentamente nel
pentolone quanto si è amalgamato precedentemente nell’altro
contenitore: tuorlo, zucchero e farina. I due impasti devono
uniformarsi nel grande pentolone di rame per cui si provvede ancora
ad agitare la massa continuamente e a mano. Fino ad arrivare al
colore crema ed alla densità giusta ovvero quando “nella frusta
sollevata non rimane più l’impasto il quale scivola e cola
morbidamente”.
A
questo punto si possono “stampare a mano” le graffiòle; si
dispone la carta rustica sulle teglie in metallo e si dispongono gli
abbozzi delle graffiòle: con un semplice cucchiaio di ferro, si
attinge l’impasto cremoso dal pentolone e si dispone ruotando
in maniera precisa il cucchiaio conferendo la giusta forma alla
graffiòla.
La
teglia si inserisce in forno a 250° per venti minuti o mezzora.
Quando cambinano colore fino a diventare dorate e si staccano dalla
teglia senza sforzo, allora sono pronte.
Preparazione
della glassa:
acqua e zucchero si mettono a bollire (generalmente 1 litro di acqua
ed 1 Kg di zucchero) fino ad ottenimento dello sciroppo dalla giusta
consistenza. Infine, spennellare con la glassa ottenuta le graffiole.
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