Sapete che la Spedizione di Sapri fu ordita capeggiata e partecipata anche dai calabresi Giovanni Nicotera e Giovan Battista Falcone.


 di Maria Lombardo

Nicotera era un patriota italiano, uno di quelli che lottò per l’unità d’Italia con gli ideali di Giuseppe Mazzini. Partecipò nel 1857 alla spedizione di Sapri organizzata da e con Carlo Pisacane, dell'altro calabrese Falcone di Acri ne parlerò prossimamente.Molti non conoscono questo dettaglio ma oggi intendo rivendicarlo.Quella spedizione non fu solo di Pisacane!
Insomma, la spedizione sperava di generare un moto insurrezionale nel Regno delle Due Sicilie con l’obiettivo di portare alla nascita di un’Italia repubblicana.Doveva essere accompagnata da contemporanee insurrezioni organizzate da Mazzini a 
Genova e a Livorno, ma non riuscì per nulla: i ribelli furono osteggiati e cacciati proprio dalla popolazione di Sapri, che doveva acclamarli come liberatori.Andiamo per gradi,La spedizione iniziò il 25 giugno da Genova. Pisacane, Giovanni Nicotera di Sambiase e Giovan Battista Falcone di Acri e altri 24 uomini si imbarcarono su un piroscafo diretto a Tunisi. Durante la notte, anche grazie all'aiuto dei 2 macchinisti inglesi, i sovversivi si impadronirono della nave. Tuttavia, un primo intoppo sorse quando, il giorno dopo, ancora una volta incaricato delle armi, Rosolino Pio fallì di nuovo. Nonostante tutto, Pisacane decise di proseguire e, il 26, giunto a Ponza, liberò 323 detenuti. La sera stessa giunsero in Basilicata ma lì trovarono una triste sorpresa. I Borbone furbescamente dissero alla gente del paese che stava arrivando una banda di delinquenti ed ergastolani che volevano mettere a ferro e fuoco le case. Furono malmenati dal popolo e poi catturati dai gendarmi proprioa Padula dopo giorni di fuga il primo luglio. Pisacane durante la fuga si tolse la vita la stessa sorte fu di Falcone invece Giovanni Nicotera e gli altri furono catturati e portati in prigione a Favignana.
Il calabrese rimase per sei mesi da solo nella fossa più buia del castello S.Caterina, una cella lunga 6 metri e larga 2, buia, umida, a ridosso degli scarichi delle latrine e dei fumi della 
cucina dei militari, dove quando pioveva si formava una pozzanghera.
Riuscì dopo 6 mesi a farsi trasferire al forte S.Giacomo, che in confronto dovette sembrargli quasi una locanda. Fu liberato dai Garibaldini nel 1860 e divenne poi ministro del Regno Italiano.



Commenti

Post popolari in questo blog

Polpettone di Melanzane, tanto buono e super facile da preparare

Le paste Gioiosane un dolce tipico di Gioiosa Jonica: venite a gustarle in Calabria!

La festa di Sant'Andrea a Parghelia (VV) tra tradizione e folklore.