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Visualizzazione dei post da agosto, 2024

“Parco della Biodiversità Mediterranea” andate a visitarlo a Catanzaro

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 di Maria Lombardo Avevo sentito parlare di quest’oasi incontaminata, di questo luogo amenissimo di cui tutti i catanzaresi vanno orgogliosi, ma non avrei mai potuto immaginare cosa avrei visto di lì a poco.I tanti narratori e saggisti dell’Ottocento, come l’inglese George Robert Gissing o l’italiana Caterina Pigorini Beri, viaggiatori negli anni del celebre Gran Tour, avevano descritto nei loro diari questo paesaggio catanzarese alla fine di quell’epoca.  “Feci il giro della piccola città -  scrive Gissing di Catanzaro – e  trovai che dappertutto essa sovrasta una discesa ripida, spesso a picco, tranne un punto, dove un istmo la unisce ai monti retrostanti. In certi punti il muro di cinta corre proprio sull’orlo di un precipizio e molte case ‘pazzarelle’ che lo sovrastano sembrano pronte a cascar giù nell’abisso. Le vedute sono magnifiche, sia che uno spinga lo sguardo nella valle fino alla costa alberata, sia in direzione opposta, verso le grandi alture che in questo, che è il punto

FICOLINO liquore ai FICHI freschi

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 di Maria Lombardo Ingredient 300g fichi (freschi e maturi) 250 g alcol puro (a 90°) 25g acqua 130g zucchero un quartoscorza di limone (intera e non trattata) 1 Caraffa 1 Tagliere 1 Coltello 1 Colino a maglie strette 1 Tegame 1 Mestolo di legno Preparazione Lavate e asciugate bene i fichi; poi tagliateli in 4 pezzi ognuno e metteteli in una caraffa Aggiungete l’alcol direttamente sui fichi, la scorza di limone senza la parte bianca e chiudete bene la caraffa. Posizionatela in un luogo buio e lasciate macerare per una settimana, avendo cura di capovolgere la caraffa almeno una volta al giorno.Dopo 3 giorni eliminate la scorza di limone e rimettete a riposare. Trascorsa almeno una settimana (potete far passare anche 10 giorni, non cambia nulla) filtrate l’alcol con un colino a maglie strette. Mettete a scaldare l’acqua e appena sfiora il bollore, spegnete la fiamma, aggiungete lo zucchero e mescolate bene con un mestolo in legno.Quando lo zucchero sarà completamen

La Chiesa dell’Immacolata a Badolato (CZ)

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 di Maria Lombardo E' una delle attrazioni più importanti e affascinanti del borgo medioevale situato in provincia di Catanzaro. Infatti attira ogni anno frotte di visitatori! Eretta nel 1686 e restaurata nel 1859, come testimonia la scritta nella nicchia sul portale, opera di maestri scalpellini di Serra San Bruno. Sul sito sorgeva forse un cenobio basiliano, uno dei tre di cui scrive Padre Giovanni Fiore da Cropani nella sua Della Calabria Illustrata. La bellezza di questa chiesa la si può ammirare ai piedi dell'abitato di Badolato. La sua costruzione fu voluta dalla popolazione locale per devozione verso l’Immacolata Concezione, proclamata dogma nel 1854 da Papa Pio IX. Possiede però una pianta a croce latina con tre navate e una cupola ottagonale. L’interno è riccamente decorato con stucchi, affreschi e tele di artisti napoletani e locali. Tra le opere più preziose si possono ammirare: – il dipinto dell’Immacolata Concezione del XVIII secolo, attribuito a

Il 16 settembre 1925 nasce da padre napitino Isabella Marincola la somala: partecipò al film Riso Amaro

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 di Maria Lombardo Isabella Marincola, sorella minore di Giorgio, medaglia d’oro al valor militare, morto partigiano nell’ultima strage nazista perpetrata sul suolo italiano, nasce il 16 settembre 1925 dall’unione illegittima tra il soldato italiano Giuseppe Marincola (Pizzo Calabro 1891 - Roma 1956) e una giovane somala, Ashkiro Hassan. Giuseppe Marincola è un maresciallo di fanteria dislocato nel Corno d’Africa!Qui conosce una giovane e bella somala con la quale mette al mondo due figli. Li ricosce e li porta in Italia. Giorgio viene affidato a degli zii a Pizzo, Isabella va a Roma col padre. I due fratelli diventano così due italiani neri a Roma, negli anni del Fascismo e delle leggi razziali. Giorgio a Roma studia ma presto entra nelle formazioni armate del Partito d’azione e il 4 maggio del 1945 muore trucidato dalle SS in ritirata, assieme ad altri 11 partigiani e 16 civili, in uno scontro a fuoco con i nazisti che attaccano i villaggi di Stramentizzo e Molina di Fiemme.

Il caciomulo il più tipico dei formaggi calabresi

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 di Maria  Lombardo Realizzato con latte vaccino è un formaggio a pasta filata. E' tipico comunque dell'area reggina. Appare di colore nero ma solo nell'involucro e per questo desta interesse. Il colore dipende dalla stagionatura che avviene nel carbone. Quanto al sapore luculliano! Se un tempo si faceva con altri tipi di carbone oggi si usa solo quello vegetale. Inoltre il carbone serviva a mantenere lontani insetti e via dicendo. Eburneo al suo interno con vistose occiature ed aroma caratteristica. Ebbene si questo formaggio porta questo nome per differenziarlo dal caciocavallo mentre ora non vi resta che scoprirlo.

Cosma e Damiano a settembre la devozione in Calabria dei pellegrini di Serra San Bruno

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 di Maria Lombardo E' soprattutto il luogo in cui ogni anno convergono migliaia di fedeli per rendere omaggio ai Santi Medici.Tra i numerosi pellegrini, la pattuglia che arriva dalle Serre è da sempre particolarmente nutrita.Nei giorni della festa, molti abitanti dell’area serrese, spinti dalla devozione e non solo, si mettono in cammino per raggiungere la cittadina ionica.In molti casi, si tratta di un vero e proprio cammino della fede in occasione del quale, centinaia di uomini, donne, vecchi e bambini, sfidano la stanchezza e talvolta le intemperie, pur di portare il loro omaggio ai santi Cosma e Damiano. Fin dalle prime ore della mattinata lungo malmessi sentieri ed antichi tratturi, i fedeli, seguendo un silenzioso richiamo, si mettono in marcia.Si tratta di un rituale che affonda le radici in un lontano passato, nel tempo in cui, come ha scritto Emile Bertaux, «il pellegrinaggio non è (ra) uno straordinario dovere di pietà, ma un atto periodico della vita, diventato necessar

Le Vecchiarelle dolci di Castrovillari (CS)

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 di Maria Lombardo Sono delle ciambelline fritte, farcite con della marmellata o della mostarda d’uva. La loro origine è sconosciuta, ma sappiamo con certezza che si realizzano da sempre, tutto l’anno, soprattutto nell’area del Pollino.Gli ingredienti sono pochi e semplici, come per la maggior parte dei piatti tipici della cucina calabrese. Per la loro preparazione, infatti, non è previsto l’impiego di alcun grasso, ad eccezione per l’olio che servirà per friggerle. La ricetta ricorda vagamente quella della pasta choux per preparare i beignet, dalla quale si differenzia proprio per la mancanza di burro al suo interno. Lista degli Ingredienti Farina tipo 0 500 gr. Uova 5 Acqua 1 lt Olio evo 1 cucchiaio Marmellata ( mostarda d’uva) e zucchero a velo q.b. Un pizzico di sale Olio per friggere Come come fare le Vecchiarelle calabresi di Castrovillari: Preparazione 1. Portare a bollore l’acqua in una pentola capiente insieme al sale ed al cucchiaio di olio. Appena l’acq

NELLA NOTTE TRA IL 5 E IL 6 SETTEMBRE 1993, DOPO SCIOPERI E OCCUPAZIONI, GLI OPERAI DELL’ENICHEM DI CROTONE UTILIZZARONO IL FOSFORO PER INCENDIARE LA STATALE 106

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 di Maria Lombardo Non era una notte come le altre a Crotone. Da giorni all'Enichem si susseguivano rivolte! Quel polo uno dei maggiori del Sud Italia non doveva perdere 300 operai.Crotone diventò un centro urbano grazie alle fabbriche, arrivate nel corso degli anni ’20 e che decisero il destino della città. La progressiva chiusura degli impianti avrebbe lasciato pressoché il deserto nel centro calabrese, come in effetti avvenne quando l’ENI decise che investire sullo stabilimento non era più conveniente. Per questo gli operai avevano iniziato le mobilitazioni: per giorni occuparono non solo gli impianti, ma anche la SS 106 che passava di fronte gli impianti e la ferrovia, anche grazie al supporto delle mogli degli operai e, in breve tempo, di tutta la cittadina. La lotta si consumò in quella notte, il centro città era denso di una nube eburnea. Sassi infrengevano vetri e gli operai erano in lizza con le forze dell'ordine. Ma l’arma più potente gli operai la trovarono proprio

Vi porto a conoscere l'arte orafa di San Giovanni in Fiore(CS)

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 di Maria Lombardo Questa è una nobile arte di Calabria, tramandata proprio come i gioielli di madre in figlia. Nelle nostre produzioni di gioielli si riscontrano elementi bizantini, arbëreshë, occitani, magnogreci. Tutto inizia con odore di bruciato su una fiamma che soffia su un metallo scuro, quell’oggetto bruciacchiato venisse fuori da un contenitore di liquido fumante, manifestandosi nel suo colore più bello: l’oro . Attraverso questi ornamenti preziosi veniamo a contatto con spaccati di vita quotidiana della gente del mezzogiorno d’Italia vissuta un secolo e mezzo fa. Un tempo il gioiello rappresentava uno status sociale, un avvenimento importante, il matrimonio, il fidanzamento, addirittura il lutto. L'arte orafa a San Giovanni in Fiore è legata alla tradizione locale e ai gioielli come "jennacca" e "perna". Materiali come oro e perle sono utilizzati, e le opere di Gioacchino da Fiore ispirano design unici. Quest’arte orafa si lega inesorabilmente ai g

Il 5 settembre il popolo geracese festeggia e, soprattutto, rende grazie alla Vergine Immacolata

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 di Maria Lombardo Ricorre l’anniversario di quello che le persone più anziane ricordano e tramandano alle nuove generazioni come il miracolo della Madonna Immacolata a favore della città di Gerace e dei suoi abitanti.Era il 5 settembre 1943, in pieno secondo conflitto mondiale, quando si verificò un significativo evento: alle ore 13 una polveriera esplose al Calvario, ma non vi furono né vittime, né feriti; la seconda polveriera, invece, di dimensione molto più grandi e contenente proiettili di tutti i calibri posizionata in Contrada San Filippo, sarebbe stata in grado di radere al suolo non solo Gerace, ma anche i territori vicini. Le testimonianze che sono arrivate ai giorni nostri raccontano che l’ordine di far partire il fuoco per far esplodere la seconda polveriera fu dato alle ore 17, ma la miccia si spense, mezz’ora dopo ci fu un secondo ordine, ma il fuoco si spense nuovamente, al terzo tentativo il fuoco stava per raggiungere la polveriera e causare l’esplosione, ma un capit

Gli ori olimpici del vibonese: Oreste Moricca e GiovanniParisi

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 di Maria Lombardo Oreste Moricca nacque a Filandari 5 agosto 1891, morto nel 1984. Militare, medaglia al valore nella Grande Guerra del 1915-18. Moricca vinse le medaglie nella Sciabola e Spada a squadre rispettivamente un oro e un bronzo a Parigi 1924. Nella Sciabola a squadre con Bino Bini, Vincenzo Cuccia, Renato Anselmi, Oreste Puliti e Giulio Sarrocchi e nella Spada a squadre con Giulio Basletta, Marcello Bertinetti, Giovanni Canova, Vincenzo Cuccia e Virgilio Mantegazza. È stato, dal 1944 all’immediato dopoguerra comandante generale della Guardia di Finanza. Ricordiamo poi Giovanni Parisi Vibo Valenzia, 2 dicembre 1967, morto nel 2009 vinse la medaglia d’oro nel pugilato a Seul 1988;Lo chiamavano Flash gareggiò in diverse categorie! Vinse premi prestigiosi: ottenne l’oro olimpico ai Giochi di Seul 1988 ed il titolo di campione mondiale della WBO dei pesi leggeri 1992-93 e dei pesi superleggeri dal 1996 al 1998. A Seul nella categoria pesi piuma, battè il cinese di Taiwan Lu C

Oggi cannelloni alla calabrese

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 di Maria Lombardo  I cannelloni alla calabrese si preparano farcendo la pasta lessata al dente con un composto di cipolla e varie carni rosolate in padella e cuocendo il tutto in forno. Scopriamo i passaggi per cucinare la ricetta dei cannelloni alla calabrese. 400 g Carne macinata 100 g Salsiccia dolce sbriciolata 50 g Salame calabrese piccante tritato 3 cucchiai Olio di oliva extravergine 2 Uova sode 4 cucchiai Pecorino grattugiato 1 Cipolla tritata q.b. Sale q.b. Pepe q.b. Basilico fresco 300 g Cannelloni 2 medie tritate Carote. Rosolate brevemente con l'olio d'oliva in un tegame piuttosto capiente la cipolla tritata, il basilico tritato, le carote, la carne, il salame e la salsiccia; bagnate con 1/2 dl di acqua, regolate di sale e di pepe e fate cuocere per 30 minuti. Sgocciolate poi la carne e i salumi usando un mestolo forato; raccoglieteli in una ciotola, e aggiungete mescolando le uova tritate. Lessate i cannelloni al dente in acqua s

Il cantante calabrese che divise il palco con i Beatles

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 di Maria Lombardo  Muore a 64 anni Mino Reitano, il musicista calabrese ancora oggi ricordato dal pubblico in Italia e all'estero per i suoi successi e per la sua bontà d'animo.Nato a Fiumara (Reggio Calabria) in una famiglia molto modesta, Mino rimane orfano della madre Giuseppina a soli due anni e inizia a lavorare sin da bambino suonando in un'orchestra coi fratelli Franco, Antonio, Gegè e la sorella Gianna. Nel frattempo studia violino al Conservatorio di Reggio Calabria e a 14 anni emigra in Germania, in cerca di una vita migliore. Con i fratelli si esibisce nei più importanti locali di Amburgo e dintorni, arrivando a condividere il palco con i Beatles, all'epoca ancora sconosciuti.Tornato in Italia per un concorso canoro, inizia la sua scalata firmando i primi contratti discografici. Esordisce a Sanremo nel '67 con Non prego per me, un pezzo firmato Mogol-Battisti che presenta in coppia con The Hollies, e nel '68 arriva il primo grande successo con Avevo

Nicotera (VV) storia di un'antica Diocesi

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 di Maria Lombardo La diocesi di Nicotera ha avuto una storia travagliata, due volte soppressa e due volte restaurata. La prima volta che viene menzionata fu nelle lettere di papa Gregorio Magno nel VI secolo. Il vescovo Proculo viene sospeso per incuria. Arrestato dovette scontare la sua pena a Roma! Rufino Vescovo di Vibona deve scegliere un successore, ultimata la penitenza dopo 3 anni Proculo ritornò sulla sede calabrese.Dalle lettere di papa Gregorio si evince che il territorio di Nicotera faceva parte di una "massa", ossia di un insieme di fondi, di proprietà del Patrimonium Sancti Petri . Nell'VIII secolo la diocesi fu sottomessa al patriarcato di Costantinopoli e adottò il rito greco in sostituzione di quello latino. Il secondo vescovo noto di Nikotéra è Sergio, che presenziò alle sedute del sinodo di Nicea. Infine abbiamo il vescovo Cesareo, che trovò la morte nel 902 quando la città fu completamente distrutta dai Saraceni. Tuttavia dopo Cesareo non è noto al

Il Regno delle Due Sicilie e la lista delle cattive: anche in Calabria

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 di Maria Lombardo Nella Crotone del 1700 e 1800 erano molte le donne poste ai margini di una società che li reputava esseri inferiori. Si contano decine di casi di maltrattamenti, sposalizi forzati e ritrattazioni fittizie di denunce che le donne avevano esposto nelle vana speranza di ricevere giustizia. Si raggiunse il colmo nel 1840 a Isola Capo Rizzuto, quando fu elaborata la “Liste delle Cattive” al cui interno rientravano donne adultere o che, per varie ragioni, avevano deciso di interrompere o intraprendere strade alternative al matrimonio. Il lungo elenco, con nomi e cognomi, indicava tutte quelle donne che dovevano essere prelevate e allontanate dalla città entro il 17 agosto del 1840. Passò il termine e queste donne restarono a Isola Capo Rizzuto, grazie alla protezione di un cancelliere comunale che - forse per solidarietà, forse per interesse - stracciò la famosa lista delle cattive e non diede esecuzione allo sfratto.Non esiste il “ruolo naturale della donna”, pretenderne

MORANO CALABRO(CS):STOCCAFISSO E PATATE ALLA MORANESE

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 di Maria Lombardo Baccale'e pateni di Morano Calabro Ingredienti 1200Kg di baccala'spugnato 1 bicchiere di olio extravergine d'oliva 1cipolla Pepi cruschi (peperoni secchi interi) 2spicchi d aglio prezzemolo Mezzo cucchiaio di pepe rosso in polvere 5/6patate Mettete in una pentola antiaderente bella capiente l olio l aglio la cipolla e fateli rosolare per pochi secondi , aggiungete il baccala' tagliato a pezzi il pepe rosso e i peperoni secchi.Coprite il tutto con acqua e lasciare cuocere a fuoco moderato per circa un oretta le patate tagliate a rondelle aggiungetele a metà cottura fino a che il sughetto abbia una bella consistenza .Servite con una bella manciata di prezzemolo tritato.