“Parco della Biodiversità Mediterranea” andate a visitarlo a Catanzaro
di Maria Lombardo Avevo sentito parlare di quest’oasi incontaminata, di questo luogo amenissimo di cui tutti i catanzaresi vanno orgogliosi, ma non avrei mai potuto immaginare cosa avrei visto di lì a poco.I tanti narratori e saggisti dell’Ottocento, come l’inglese George Robert Gissing o l’italiana Caterina Pigorini Beri, viaggiatori negli anni del celebre Gran Tour, avevano descritto nei loro diari questo paesaggio catanzarese alla fine di quell’epoca. “Feci il giro della piccola città - scrive Gissing di Catanzaro – e trovai che dappertutto essa sovrasta una discesa ripida, spesso a picco, tranne un punto, dove un istmo la unisce ai monti retrostanti. In certi punti il muro di cinta corre proprio sull’orlo di un precipizio e molte case ‘pazzarelle’ che lo sovrastano sembrano pronte a cascar giù nell’abisso. Le vedute sono magnifiche, sia che uno spinga lo sguardo nella valle fino alla costa alberata, sia in direzione opposta, verso le grandi alture che in questo, che è il punto