“Parco della Biodiversità Mediterranea” andate a visitarlo a Catanzaro


 di Maria Lombardo

Avevo sentito parlare di quest’oasi incontaminata, di questo luogo amenissimo di cui tutti i catanzaresi vanno orgogliosi, ma non avrei mai potuto immaginare cosa avrei visto di lì a poco.I tanti narratori e saggisti dell’Ottocento, come l’inglese George Robert Gissing o l’italiana Caterina Pigorini Beri, viaggiatori negli anni del celebre Gran Tour, avevano descritto nei loro diari questo paesaggio catanzarese alla fine di quell’epoca. “Feci il giro della piccola città - scrive Gissing di Catanzaro – e trovai che dappertutto essa sovrasta una discesa ripida, spesso a picco, tranne un punto, dove un istmo la unisce ai monti retrostanti. In certi punti il muro di cinta corre proprio sull’orlo di un precipizio e molte case ‘pazzarelle’ che lo sovrastano sembrano pronte a cascar giù nell’abisso. Le vedute sono magnifiche, sia che uno spinga lo sguardo nella valle fino alla costa alberata, sia in direzione opposta, verso le grandi alture che in questo, che è il punto più stretto della Calabria, separano lo Ionio dal Tirreno […]”. La valle della Fiumarella – in cui è situato il Parco – è quindi ricordata come un luogo variopinto e incantato, inondato da colori delicati, capace di offrire allo sguardo straniero un’estasi di appagamento totale per la sua natura d’incontaminata bellezza. Il suolo del Parco era stato acquistato alla fine dell’800 dalla Scuola Agraria locale, e quell'incanto descritto in calce perì per l'abbandono. Venne bonificata Biodiversità Mediterranea” è infatti il simbolo più amato di Catanzaro, che si vanta non solo di godere di uno sconfinato e ridente polmone benefico, di uno spazio multi-tematico, ma anche di essere una delle città più verdi d’Italia. Prova di ciò è di fatto il riconoscimento del Premio Nazionale “La Città per il verde 2011”, conferito proprio al Parco della Biodiversità Mediterranea e, in particolare, “per la pregevole varietà di progetti realizzati al fine di conservare non solo la natura, ma anche la storia dei luoghi.”

Il Parco vanta prerogative di grande rilievo, come un patrimonio di circa 50 mila esemplari di piante che, solo per il giardino botanico all’italiana, si traducono nella presenza di 20 mila specie di piante da siepi e tappezzanti, duemila d’alto fusto, duecento specie arboree e cento acquatiche. Senza tralasciare l’area boschiva della Valle dei Mulini che, con i suoi tre sentieri fra 48 ettari di foreste mediterranee e torrenti, è la parte più strettamente naturalistica del Parco. Ma anche la fauna è particolarmente ricca: tra le diverse specie presenti si annoverano gufi reali, vari esemplari di pappagalli, aquile, gru coronate, un grifone del Pollino, esemplari di falco lanario e numerose altre specie di interesse ornitologico, oltre ai cervi e ai daini della Valle dei Mulini.Il Parco, dunque, è un eminente insieme eterogeneo ma armonico di beni ambientali, culturali e sociali, grazie al quale si è riuscita a recuperare e a rinsaldare l’esperienza identitaria di riscoperta del territorio da parte della stessa popolazione.La biodiversità mediterranea pertanto si esplica e si realizza, in tutta la sua composita e lussureggiante bellezza, in dense suggestioni visive, dai suoi labirinti vegetali ai pergolati di glicine e rose, offrendo così benefici umorali, ambientali e socioculturali adatti a ogni età. Il Parco è difatti ricettacolo confortevole che accontenta tutti i gusti. er gli amanti dell’arte, è un’efficace proiezione quotidiana di diverse esperienze estetiche. Arricchiscono e valorizzano il Parco, popolando open air i suoi prati, 19 installazioni permanenti di noti artisti di fama internazionaleTony Cragg (Cast Glances), Jan Fabre (De Man de Wolken Meet), Mimmo Paladino (I Testimoni), Anthony Gormely (Seven Times), Stephan Balkenhol (Man Und Tanzerin), Wim Delvoye (Concrete Mixer), Marc Quinn (Totem), Dennis Oppenheim (Electric Kisses), Michelangelo Pistoletto (I Temp[l]i cambiano- Terzo Paradiso). Le tecniche e le modalità di esecuzione sono varie e sfaccettate, rendendo le rappresentazioni tra loro originalissime e pregevoli. Le opere divengono massima espressione di contemplazione e, come dice Bevilacqua, hanno il potere insieme all’ambiente circostante, che pienamente interagisce con loro, di comunicare una forza di contaminazione dirompente che non si può facilmente immaginare.Per gli amanti della storia locale e della Calabria, all’interno del Parco, custode di vicende poco note o volutamente dimenticate, vi è il Museo Storico Militare (MuSMI). Un vero contenitore di memorie guerresche, in cui vi sono preziosamente conservati cimeli di un passato lontano fino alla Seconda Guerra Mondiale. Tra le sale dell’edificio a due piani del Museo, fanno sfoggio di sè rutilanti armature e divise settecentesche di ussari e voltigeurs francesi, armi appartenenti alla storia risorgimentale, impugnate dai quei calabresi che in prima linea erano pronti a sfidare per l’Unità d’Italia l’orrida lama della ghigliottina.Per gli amanti degli animali, situato in una zona riparata del Parco, c’è il Centro di Recupero Animali Selvatici (C.R.A.S.), struttura unica nella provincia di Catanzaro e una delle pochissime nella regione. Si tratta di un centro preposto all’accoglienza di tutti gli animali in difficoltà, trasportati direttamente da chi li soccorre o ritirati, dietro segnalazione, dalla stessa clinica, dalla Polizia Provinciale o dalla Guardia Forestale. Il C.R.A.S. è un vero ambulatorio veterinario, che si preoccupa anche di reinserire gli animali nel loro habitat naturale. Fino al momento del rilascio in libertà si possono, ad esempio, scorgere in apposite voliere i rapaci salvati con l’aiuto del Centro.

Inoltre, i bambini possono dilettarsi in diverse attività: scovare nel laghetto le tartarughe palustri, i pavoni, le anatre, i cigni, riconoscere gli uccelli domestici e quelli selvatici come il germano reale, i gufi, le poiane, i falchi, i nibbi. Avvistare nella “Città degli Scoiattoli” questi piccoli e simpatici roditori tipici delle selve aspromontane e silane, visitare il recinto dei daini, mammiferi provenienti dall’Asia ed estinti da secoli in Italia.Nel giugno 2009 è stato anche inaugurato un grande e attrezzato Centro Ippico immerso nelle verdeggianti distese prative della Valle dei Mulini. Diversi concorsi ed eventi si sono succeduti nel corso degli anni, ricordando fra tutti il Concorso Ippico Nazionale a sei stelle di salto ad ostacoli “Provincia di Catanzaro”, inserito nel calendario ufficiale, tra i concorsi nazionali di maggior livello tecnico e riconosciuto dalla Federazione italiana Sport Equestri. L’evento, a cui hanno aderito moltissimi campioni, ha posto in quell’occasione Catanzaro al centro della scena equestre nazionale richiamando tantissimi appassionati.Per l’ampiezza degli spazi e la salubrità dell’ambiente gli amanti dello sport hanno pane per i loro denti, ogni loro aspettativa infatti è decisamente soddisfatta. Il Parco si presta per l’appunto a un’attività sportiva polivalente, ad esempio per coloro i quali piace fare jogging e mountain bike sono stati predisposti sentieri diversi per pendenza e grado di difficoltà, con percorsi podistici e ciclabili lunghi 1400 metri. Per quelli a cui piace lo sport di squadra sono stati resi disponibili mini campi di pallavolo, calcetto, basket, bocce e tavoli da ping-pong, e 2100 mq di area per lo skatingcon le apposite rampe. Per coloro ai quali piace invece un’attività più rilassante non mancano tavoli da gioco con scacchiere incorporate.Chi invece è amante della rigogliosa biodiversità del forteto, si perderà estasiato tra: pioppi, cipressi, castagni, mirti, sambuchi, carpini, frassini, querce, ontani, roverelle, lecci, ornielli, lentischi, allori, corbezzoli, eriche, ulivi, ginestre, oleandri, salici e tigli. E accanto a queste espressioni autoctone vivono in sintonia quelle dal sapore esotico, le cosiddette piante migranti: eucalipti australiani, fichi d’india, agavi messicani, robinie americane, cedri dell’atlante e ailanti cinesi. E timidi e delicati, protette dalle altezze di questi arbusti, si vedranno fiorire mammole, ciclamini, valeriane e tanti altri fiori, che a secondo delle stagioni dipingono il prato in ombra di fulgidi e vivaci colori.


Commenti

Post popolari in questo blog

Le paste Gioiosane un dolce tipico di Gioiosa Jonica: venite a gustarle in Calabria!

Polpettone di Melanzane, tanto buono e super facile da preparare

Sapete che il tesoro “du briganti Musulinu” è stato trovato nelle Grotte di Tremusa a Scilla (RC).