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Visualizzazione dei post da dicembre, 2024

Sapete che il Sangiovese ha origini calabresi

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 di Maria Lombardo Il Sangiovese, vitigno a bacca nera tra i più diffusi in Italia è tradizionalmente accostato alla Toscana, ma ha origini che si collocano in Calabria. A renderlo noto sono alcuni recenti studi internazionali condotti sulla tipologia di uva che dà origine a famosi vini conosciuti in tutto il mondo come il Brunello di Montalcino, il Chianti o il Morellino di Scansano. Analisi scientifiche, infatti, testimoniano come il Sangiovese, insieme con l’uva Mantonico, debba essere considerata una varietà chiave nello sviluppo della piattaforma ampelografica calabrese e del Sud Italia. “Una nuova verità che dà vita a una rivoluzione nel mondo del vino, dal punto di vista genealogico”.Si è scoperto che il Sangiovese possiede antiche parentele con vitigni coltivati nel Sud Italia, in Sicilia e soprattutto in Calabria, dove incrociandosi con il Mantonico di Bianco ha generato il Nerello mascalese, il Gaglioppo di Cirò e il Mantonicone, tra le più importanti uve della nostra Ma...

’U babbu de’ Cristiani da vedere a Maida (CZ) : Maschere apotropaiche di Calabria

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 di Maria Lombardo Si trova a Maida al civico 19 di via Tenente Fabiani e funge da chiave di volta di un bel portale in pietra lavorata. Il mascherone era lo spauracchio dei bambini perché alcuni genitori lo utilizzavano come monito per i discoli: “ si ffai ’u malu, divìanti ’e petra puru tu” .Lo scrittore americano Gay Talese, ambienta in quel palazzo un racconto tra realtà e fantasia pubblicato nel 1988 sulle pagine di Selezione dal Reader’s Digest dal titolo “Il pantalone sfregiato di Maida” ed include tra i protagonisti un giovane apprendista sarto che poi sarebbe diventato suo padre: Giuseppe Talese.Protagonista ne è il sarto Francesco Cristiani che, nella primavera del 1911, confeziona un vestito nuovo ad un “uomo di rispetto”, Vincenzo Castiglia, da sfoggiare per la passeggiata di Pasqua lungo il corso e la piazza del paese. Poche ore prima della consegna, si accorge che all’ altezza del ginocchio il pantalone era sfregiato da un taglio provocato inavvertitamente da un ...

La stupenda leggenda della Fata Gelsomina di Lamezia Terme

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 di Maria Lombardo Osservando il maestoso castello che domina la piana lametina, si possono tuttora scorgere le grotte che hanno ispirato la fiaba della più famosa delle fate della zona, la Fata Gelsomina. La leggenda narra che la creatura, la quale viveva un’esistenza fluttuante fra il terreno e il fantastico, fu abbandonata sulle sponde del fiume e ritrovata e cresciuta dalle fate. Divenuta adolescente però era sempre più attratta dal mondo reale, quello degli uomini e ignorando le raccomandazioni delle fate valicò il confine del fantastico per inoltrarsi nella dimensione umana. Generosa, bellissima, era amata da tutti e anche il Principe se ne innamorò e la presa in sposa. Dopo anni di felicità la sua vita divenne un inferno a causa della gelosia del suo sposo che arriverà ad imprigionarla proprio in questo mulino sotto la stretta vigilanza di due mugnai, Francesco e Vincenza. Sopravviverà grazie alla sua natura magica e positiva e all’aiuto delle amate fate. Per generosità ver...

IL SANGUINACCIO CALABRESE DI TORTORA

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 di Maria Lombardo Il Sanguinaccio di Tortora è un caratteristico sanguinaccio calabrese realizzato nel territorio del Comune di Tortora in occasione della maialatura. GLI INGRENDIENTI Per la realizzazione di questo sanguinaccio calabrese sono necessari: 500 ml di sangue di maiale fresco; 2,5 litri di acqua; 1 kg di riso arborio; 1 kg di zucchero semolato; 250 gr di cacao amaro in polvere; 1 scorza di limone grattugiata; 1 scorza di mandarino grattugiata; 1 scorza di arancia grattugiata; 1 cucchiaio di sugna di maiale; mezzo cucchiaino da caffè di cannella in polvere; mezzo cucchiaino da caffè di chiodo di garofano in polvere; mezzo bicchiere da vino di liquore di anice; 160 grammi di uva passa. TEMPI DI COTTURA E PREPARAZIONE 10 minuti circa di preparazione; 45 minuti circa di cottura. IL PROCEDIMENTO PASSO PASSO 1 - Versate in una pentola capiente il sangue di maiale preventivamente filtrato, l’acqua e il riso. 2 - Girate in continuazione il tutto...

Il vivaio di Ariola di Gerocarne(VV) è possibile visitarlo

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 di Maria Lombardo Uno dei nove vivai forestali regionali gestiti da Calabria Verde, l’azienda che si occupa della tutela, custodia e gestione del patrimonio forestale della regione. Rappresenta un punto di riferimento per la produzione vivaistica calabrese, in quanto offre una vasta gamma di specie forestali ed ornamentali, arbustive, arboree ed erbacee, sia a radice nuda che in contenitore.Tra le piante più conosciute e richieste ci sono aceri, agrifogli, tigli, castagni, cipressi e persino un esemplare di ginkgo biloba. Il vivaio dispone anche di serre dove vengono coltivate le piante più sensibili al freddo e alle intemperie.Il vivaio di Ariola non è solo un luogo di produzione e vendita di piante, ma anche un laboratorio didattico e culturale, dove si possono apprendere le tecniche di coltivazione e riproduzione delle specie vegetali, nonché le loro caratteristiche botaniche ed ecologiche.Il vivaio ospita infatti periodicamente visite guidate di studenti, docenti e appassiona...

Terremoto 1908: Sapete che a Reggio venne ricostruito un quartiere di chalet svizzeri

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 di Maria Lombardo A Reggio esiste un pezzo di Svizzera, così come un pezzo di Norvegia, ma anche un pezzo di America, di Friuli, di Veneto. Tornando agli Svizzeri, all’indomani del terremoto del 1908 si mossero per fornire ai superstiti costretti spesso a dormire all’addiaccio veri e propri villini. Da qui il nome dell’omonima via posta sulle alture della città. Partiamo dall’inizio! Da tutta Italia e dall’estero «fu un fiorire spontaneo di iniziative per la raccolta di fondi e per l’allestimento dei soccorsi. Si costituirono ovunque comitati che coordinavano le iniziative pubbliche e private soprattutto per far fronte ad una delle principali necessità che angustiavano i superstiti del terremoto: le case». La priorità infatti era evitare di passare le notti all’addiaccio e di trovare baracche, prefabbricati, ripari di ogni tipo.A questo punto, gli svizzeri «che sino ad allora avevano mandato latte e cioccolata decisero di mandare anch’essi i prefabbricati: erano le tipiche cas...

“u conzu i Natali”piatto antichissimo della tradizione Calabra di Zambrone (VV)

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 di Maria Lombardo Gli odori, il gusto dei prodotti e dei piatti tipici della nostra Calabria, hanno ormai più forza evocatrice di qualsiasi altra cosa. Soprattutto oggi in cui pare si sia persa qualsiasi attitudine all’unione nelle famiglie e nelle comunità e alla sopravvivenza delle tradizioni più antiche. È un tipico piatto natalizio del Comune di Zambrone!. Sicuro è, che almeno da 100 anni a questa parte, questo piatto di Natale era ed è il simbolo dell’umiltà delle famiglie contadine a tavola.Nella sua preparazione, vi sono due curiosità: una è che la preparazione del piatto “du conzu di Natali” (cose aggiustate, messe insieme per Natale) parte dall’estate con la raccolta, il taglio e l’essiccazione, delle melanzane e dei peperoni. Una volta essiccate bene le melanzane, la nonna le ripone in buste del congelatore e le conserva fino alla vigilia di natale. I peperoni no. Quelli resteranno appesi intrecciati, ad adornare i muri della veranda di casa, fino al 24 dicembre.L’altra...

Vi porto nella meravigliosa Chiesa di Gesù e Maria a Nicotera (VV).

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 di Maria Lombardo La notte del 19 giugno del 1638 Nicotera venne attaccata messa a sacco e fuoco da una schiera di Saraceni che dopo aver bruciato l'Episcopio si gettarono per le viuzze del borgo a porte sangue e distruzione. Di quella triste notte tutti gli storici locali cantano la medesima cosa:”la chiesa di Gesù e Maria è nata dal voto che i Nicoteresi fecero per la salvezza”. Purtroppo nei documenti ufficiali viene poco menzionata se non per riferire che alla sua edificazione parteciparono anche i rimpatriati, sottrattisi alla schiavitù in terre lontane. La fase documentabile parte dal 1714, la chiesa viene visitata dal vicario capitolare Giancola Adilardi che la cita però come sede vacante. Si descrive l'architettura del Settecento romano, l’edificio cultuale viene dotato di pregevoli opere d’arte provenienti, per lo più, da luoghi di culto e conventi fortemente danneggiati nei vari sismi. Monca della sagrestia venne edificata negli anni '40 e '50 del '...

Le cinque suore del quartiere Modena di Reggio Calabria:storie spettrali

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 di Maria Lombardo  Si tratta dell’immagine di cinque suore, apparsa ormai da tempo in una vecchia struttura nei pressi della rotatoria di via Modena. Non tutti i reggini conoscono quanto narro ma i tratti sono quasi horror.Tra fantasia e leggenda una cosa è certa l’immagine di quelle suore su quella parete è  abbastanza inquietante per chi ha avuto modo di vederle passando da quella strada. Ma a proposito delle ricerche condotte da Zangari c’è una curiosità che mette brividi: “Stando ai racconti degli abitanti della zona ogni volta che si è provato a intonacare il muro l'immagine delle sagome delle monache che si spostano verso sinistra sarebbe tornata. Si narra anche che in quel luogo c’era un convento e che queste suore sarebbero state uccise lì. Informazioni che prendiamo con le pinze perché si tratta spesso di leggende popolari”, precisa lo studioso. C'è chi ancora racconta leggendeun aneddoto, risalente al periodo della guerra: mia madre raccontava ch...

Spaghetti alla Corte d'Assise

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 di Maria Lombardo Gli spaghetti alla Corte d’Assise sono un piatto tipico della cucina calabrese, nato per caso in un ristorante di Marina di Gioiosa Jonica negli anni ’50.Si tratta di una ricetta semplice ma gustosa, che prevede l’uso di spaghetti conditi con un sugo piccante a base di pomodoro, peperoncino, aglio e formaggio pecorino.Da allora, gli spaghetti alla Corte d’Assise sono diventati una delle pietanze più famose e apprezzate della costa ionica calabrese, e sono facilmente reperibili nei ristoranti e nelle trattorie della zona.In questo articolo, vi spiegheremo come preparare gli spaghetti alla Corte d’Assise. Vedrete che con pochi ingredienti e qualche accorgimento potrete ottenere un piatto delizioso e sfizioso, perfetto per stupire i vostri ospiti o per concedervi una pausa pranzo piccante. Ecco cosa vi serve per 4 persone: 400 g di spaghetti 400 g di polpa di pomodoro 4 spicchi di aglio 2 peperoncini piccanti 4 cucchiai di olio...

Sant'Agata: dalla Sicilia al Pollino e voi lo sapevate?

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 di Maria Lombardo Una processione dedicata a Sant'Agata, santa da cui prende il nome il paese stesso di Sant'Agata di Esaro (CS). Siamo in Calabria sul Pollino!Festeggiata il 5 febbraio, per via del martirio che subì è la santa protettrice del seno, nonché patrona di Catania e Gallipoli.Fu messa a morte durante la persecuzione di Decio (249-251) a Catania, per non avere mai tradito la professione della sua fede cristiana. Secondo le notizie a noi giunte, non avendo ripudiato la sua fede, e fallito il tentativo di corromperla moralmente, venne imprigionata per volere del proconsole Quinziano. Venne condannata a diverse torture, tra cui lo strappo dei seni mediante delle tenaglie, prima di morire il 5 Febbraio 251 a seguito dell'ennesima violenza subita. Il borgo montano porta questo nome per alcune teorie , ma teoria più accreditata, il territorio venne raggiunto da monaci bizantini in fuga dalla Sicilia dopo la conquista da parte dei Saraceni dell'isola. Tale fu la lo...

SCIGLIANO (CS). CREDENZE POPOLARI TRA NATALE E EPIFANIA.

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 di Maria Lombardo Una credenza di origine antichissima è quella che vuole che gli animali, una volta l’anno, abbiano il dono della parola. Ciò avviene la notte dell’Epifania, tanto che contadini e pastori danno da mangiare in abbondanza ai loro animali, temendo che essi, una volta in grado di parlare, possano accusare i loro padroni di essere avari. La notte di Natale e dell' Epifania sono le notti in cui si possono tramandare le parole delle formule magiche e degli scongiuri usati contro il malocchio, conosciute anche come "U Carmu". Ogni famiglia contadina non toglie le vivande dalla mensa della vigilia di Natale, credendo che dopo mezzanotte scenda la Madonna col Bambino e mangi il cibo sulla tavola.

Palmi (RC): la leggenda del Monte Sant'Elia

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 di Maria Lombardo Un' antica Tradizione tramandata oralmente e ricca di ilarità e sottile ironia, vuole che quando la cima del Monte Sant' Elia di Palmi (RC) si ammanta di nuvole basse, fenomeno naturale non molto frequente, il famoso Santo eremita ItaloGreco originario di Enna in Sicilia (di cui la sacra montagna prende il nome), abbia acceso il fuoco per cucinare; riempendo così di fumo il suo romitorio e tutta la cima del monte. Quando i Palmesi voltando lo sguardo sul monte non vedevano più la cima poichè nascosta dalle nuvole basse, dicevano col sorriso: " Santu Lìa cucina ! "  (Sant' Elia sta cucinando). Verosimilmente i Monaci ItaloGreci, gli Eremiti del periodo Bizantino, avevano ben poco da cucinare. Si sa dei loro lunghi Digiuni e delle Privazioni a cui si sottoponevano per raggiungere la Perfezione nell' Ascesi e, quando si alimentavano, lo facevano con ciò che trovavano in natura, nei boschi, erbe selvatiche, bacche, frutti, etc., non...

I CUDDRURIADDRI del Cosentino

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 di Maria Lombardo Ci siamo! Oggi è la vigilia dell'Immacolata e, come da tradizione, sulle tavole dei cosentini saranno protagonisti i tanto amati cuddruriaddri INGREDIENTI 1kg di Farina 00 13 g di Lievito di birra a cubetto 450 ml di acqua 300 g di Patate Silane 15 g di Sale 1l e mezzo di Olio di Arachidi (per friggere) PREPARAZIONE Laviamo le Patate sotto l'acqua corrente e poi cuociamole in abbondante acqua. Una volta cotte peliamole passandole poi allo schiacciapatate. Facciamole freddare e nel frattempo procuriamoci un recipiente abbastanza grande e mettiamoci al suo interno 1 kg di Farina, così da formare la classica fontana di farina con il buco al centro. Mettiamo all’interno della fontana di Farina le Patate schiacciate e il Lievito sciolto precedentemente in un poco di Acqua e il Sale. Cominciamo a mescolare tutti gli ingredienti tra loro, unendo un po’ alla volta l’acqua, senza smettere di impastare. Otterremo così un panetto, né troppo moll...