’U babbu de’ Cristiani da vedere a Maida (CZ) : Maschere apotropaiche di Calabria
di Maria Lombardo
Si trova a Maida al civico 19 di via Tenente Fabiani e funge da chiave di volta di un bel portale in pietra lavorata. Il mascherone era lo spauracchio dei bambini perché alcuni genitori lo utilizzavano come monito per i discoli: “ si ffai ’u malu, divìanti ’e petra puru tu” .Lo scrittore americano Gay Talese, ambienta in quel palazzo un racconto tra realtà e fantasia pubblicato nel 1988 sulle pagine di Selezione dal Reader’s Digest dal titolo “Il pantalone sfregiato di Maida” ed include tra i protagonisti un giovane apprendista sarto che poi sarebbe diventato suo padre: Giuseppe Talese.Protagonista ne è il sarto Francesco Cristiani che, nella primavera del 1911, confeziona un vestito nuovo ad un “uomo di rispetto”, Vincenzo Castiglia, da sfoggiare per la passeggiata di Pasqua lungo il corso e la piazza del paese. Poche ore prima della consegna, si accorge che all’ altezza del ginocchio il pantalone era sfregiato da un taglio provocato inavvertitamente da un apprendista, Giuseppe Talese, otto anni di età, suo nipote. Sono ore di angoscia nella ricerca di una via d’uscita che il sarto Cristiani riesce a trovare evitando gravi conseguenze: inventa la moda del motivo decorativo ricamato sulle ginocchia dei pantaloni.
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