Sapete che il fagiolo poverello bianco del Pollino era il preferito da Garibaldi.


di Maria Lombardo



 Nell’area della Calabria nord occidentale, precisamente nel Parco Nazionale del Pollino, viene coltivato da secoli il fagiolo “poverello bianco” perché bianco è il fagiolo e bianco il baccello in cui cresce. È molto coltivato nelle zone montane dei Comuni di Mormanno, Laino, Tortora e Aieta, ma, come spesso accade, gli usi e le tradizioni si mescolano, si modificano e si sovrappongono e così questo fagiolo viene coltivato anche nelle zone di confine della Basilicata ed è proprio in Basilicata che ha ricevuto l’identificazione di D.O.P. Si racconta che Giuseppe Garibaldi nel settembre del 1860, di ritorno dalla Sicilia, si fermò a Rotonda e gustò i fagioli bianchi rimanendone tanto piacevolmente colpito che decise di portarsene un po’ da seminare nella sua Caprera.  Nel Volume Regno delle due Sicilie -  illustrato nel 1852 – viene descritto lo Stato dell'agricoltura del tempo: "la sedulità dei coltivatori, la mitezza del clima, la posizione de' terreni, e la loro buona qualità offrono i fattori più sicuri della produzione, la quale perciò è svariata, offrendo annualmente tutti i prodotti bisognevoli per la sussistenza degli abitanti. Le molte coltivazioni adunque sono praticate e dirette con piuttosto saggio accorgimento, poichè il villico è laborioso ed accorto ...". Nel descrivere i prodotti che questi terreni riescono a dare, l'autore riferisce "si seminano molte piante graminacee, leguminose e filifire" e a proposito delle leguminose "...il fagiuolo, e questo di più specie, ...". Nel corso degli anni si sono tramandate ricette di saporitissimi piatti tipici che vedono protagonisti i Fagioli Bianchi di Rotonda Dop, una delle più importanti fonti proteiche per la popolazione in Basilicata che ha custodito gelosamente nel corso del tempo i due ecotipi locali diffusi con l’avvento dell’irrigazione negli anni ‘80 e l’ inizio della produzione del legume fresco accanto a quello secco tradizionale. Finalmente dopo anni di ricerche sono riuscita a scovare qualcosa che Garibaldi “smontò” al Sud per portarsi via.

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