Sapete che a Petilia Policastro (KR) è conservata la Sacra Spina appartenuta alla corona di spine di Gesù


 di Maria Lombardo 


La Sacra Spina è una reliquia, conservata e venerata nel Santuario della Sacra Spina di Petilia Policastro, che la tradizione vuole sia appartenuta alla corona di spine che trafisse il capo di Gesù Cristo. La Sacra Spina, conservata in origine nella Sacra Cappella di Parigi, fu donata nel 1498 da Giovanna di Valois, regina di Francia e moglie di Luigi XII, al suo confessore, padre Dionisio Sacco, vescovo di Reims. Quest'ultimo decise di portarla al suo monastero di origine, quello francescano di Petilia Policastro. Tuttavia, padre Dionisio Sacco non riuscì a consegnare la reliquia al monastero per la sua improvvisa morte nel 1523, dove arrivò il 22 agosto dello stesso anno grazie a padre Ludovico Albo, nipote del Sacco, e fu chiusa in spessi cristalli accuratamente sigillati di un ricco ostensorio, donato dal clero di Petilia, collocato nella chiesa conosciuta al tempo col nome di Santa Maria dei Frati. La Spina è lunga 3 cm circa, di colore bruno, delicata come una spilla, con delle macchie di sangue, dalla punta alla radice. Si conserva in un cannello di oro massiccio alla cui sommità sono incise 6 lettere intrecciate da una corona di spine: le 3 incastonate di sopra –I.R.J.– vengono interpretate come “Iesus Rex Judeorum” mentre le 3 di sotto –I.R.M.– come “Ioanna Regina Monialis”. Nel '600 la reliquia fu presa in esame dalla Controriforma per cui subì un processo di autenticità, e fu dichiarata "autentica". L’origine del Santuario si fa risalire all’anno 800 d. C.. Inizialmente consisteva in una piccola chiesa dedicata a Santa Maria Eremitana. I primi ospiti, fino al 1320, furono i Basiliani, poi passò ai Francescani che la dedicarono a S. Maria delle Grazie, fino al 1348. Papa Eugenio IV, nel 1431, concesse il convento agli Osservanti e prese il nome di Santa Maria dei Frati. La chiesa che ospita la Sacra Spina, dalla quale prende il nome, rifatta nel '600, presenta una navata centrale e un altare in stile barocco. Al suo interno sono presenti un quadro della Vergine di Guido Reni, una deposizione di Mattia Preti e un soffitto interamente dipinto da artisti napoletani dell'epoca. Sopra il presbiterio troneggia il tabernacolo che custodisce la sacra reliquia.


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