Un rito che si rinnova da 300 anni: ‘Ncrinata di Dasà (VV)


 

di Maria Lombardo 


 

E’ l’incontro della Madre con Cristo risorto. La Pasqua fatta di fede, passione e pietà popolare. Tre secoli di storia che a Dasà, piccolo borgo dell’entroterra vibonese, si festeggia il martedì successivo alla domenica di resurrezione con la ‘Ncrinata. Un evento, unico! Sulla lingua d’asfalto in salita che fa di questa rappresentazione una delle più struggenti e suggestive in Calabria. La ‘Ncrinata di Dasà si differenzia da tutte le altre Affruntate. Cambia il nome e la prospettiva: tutti si immedesimano nell’Addolorata correndo dietro la sua statua dunque non si punta tanto sull’ incontro quanto sul gesto di saluto – la ‘ncrinata appunto – che la Vergine riserva a suo figlio dopo la Resurrezione. Cambia la formula dell’annuncio pasquale: solo una volta la statua di San Giovanni si reca dalla Madonna – anziché tre come nelle celebrazioni simili – perché lei immediatamente coglie il messaggio senza incredulità. Cambia la giornata della rappresentazione: si tratta del martedì, giorno tradizionalmente associato ad altre feste in onore della Madonna.  La festa mette in scena l'incontro tra la Madonna e Gesù Risorto grazie all'aiuto di Giovanni. A Dasà si tiene il martedì  dopo la Pasquetta come detto in calce e coinvolge due chiese: per la Madonna la chiesa della Consolazione e per Giovanni e Gesù la chiesa dell’Immacolata dove si conclude la manifestazione accogliendo le tre statue. Dopo la messa dalla chiesa della Consolazione parte un corteo che insieme alla banda accompagna la statua di Maria. Un altro gruppo di persone procedono con le statue di Gesù e San Giovanni che provengono dalla chiesa dell'Immacolata. Quando le statue di Maria e San Giovanni si incontrano vengono affiancate e corrono verso la statua di Gesù, dietro loro si muove correndo tutta la popolazione. La corsa dura circa un minuto e si conclude quando Maria si trova davanti al Figlio e perde il mantello nero del lutto. Tutto intorno esplode la festa: abbracci, baci e una folla che cerca di toccare e baciare il mantello azzurro della Madonna. Dopo il rito della 'Ncrinata inizia la processione che dura circa mezz'ora e accompagna le tre statue nella chiesa dell'Immacolata. La manifestazione viene organizzata minuziosamente. È tradizione far portare, a spalla, la statua della Consolazione, a coloro (o chi per loro) che si aggiudicano all'asta "incantu" le stanghe "i stanghji", che sorreggono il piedistallo dove poggia la statua; a partecipare a tale asta al migliore offerente,  sono soprattutto quelle persone che ritengono di avere ricevuto una grazia particolare o che vogliono chiederla   "per voto"  dalla/alla Consolazione; tra i più facoltosi e devoti  pare vi siano gli emigrati, che pur vivendo in terre lontane hanno conservato per la Consolazione una grande fede, che per certi aspetti, in tanti non riescono a spiegarsi, se non come un desiderio di protagonismo-rivalsa e di ringraziamento per eventuali fortune ricevute emigrando, da un luogo, che poco aveva dato loro in tal senso, o per sfortune cui si chiede l'intervento superiore della Consolazione.


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