Il primo e unico ponte sullo stretto di Messina, costruito dai romani nel 251 a.C.

Crediti foto: www.himeralive.it


 di Maria Lombardo 


Ed ecco che ad ogni campagna elettorale la Destra per accaparrarsi i voti dei calabro-siculi tirano in ballo il ponte di Messina. Si discute sui benefici sulla sicurezza e sui costi. La Destra non lo sa ma sfido di trovare qualcuno che lo sappia! Più di 22 secoli fa i Romani, ai tempi della Repubblica, realizzarono il primo e finora unico collegamento "stabile" fra la Sicilia e la Calabria. Così risulta, dando credito agli storici greci e romani che nei secoli seguenti descrissero nel dettaglio la struttura e le relative vicende. Partiamo da Strabone storico  greco (63 a.C. - 23 d.C.) e dallo scrittore e storico Plinio il Vecchio (23 d.C. - 79 d.C.). In particolare quest'ultimo, nella "Naturalis Historia" (Liber VIII, 6), narra che nel luglio 251 a.C. il console Lucio Cecilio Metello, durante la prima guerra punica, dopo aver sconfitto nella seconda Battaglia di Palermo il comandante cartaginese Asdrubale, ordinò la costruzione del ponte, per permettere il trasporto da Messana (Messina) a Regium Julium (Reggio Calabria) dei circa 140 elefanti da guerra appena catturati ai cartaginesi. Un ponte in legno che galleggiava idea ingegnosa ma non del tutto nuova. Usata da Assiri, Persiani e Greci! I romani ne perfezionarono la tecnica costruttiva e le varianti, utilizzando queste strutture in varie occasioni. Come lo costruirono questo ponte? Con  centinaia di botti vuote legate a due a due, disposte in modo tale che non potessero toccarsi o urtarsi, intervallate modularmente da barche e sovrastate da traverse di legno, in modo da formare un impalcato, un piano di calpestio regolare su cui fu steso uno strato di terra. Ai lati della passerella furono disposti dei grandi e robusti parapetti di legno, allo scopo di rinforzare la struttura e di evitare la caduta in mare degli elefanti e dei carri durante le operazioni di attraversamento. Il ponte fluttuava! Resistette così alle intemperie dello Stretto. Essendo il ponte "continuo" e galleggiante a pelo sul mare, impediva il transito delle navi nello Stretto, ma portava dei vantaggi consistenti: il transito veloce di truppe, persone, carri e merci fra le due sponde. Il ponte venne smontato quando i Romani portarono l’ultimo elefante dalla Sicilia alla Calabria.

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