Seminara (RC), la famiglia Condurso e Pablo Picasso


 

di Maria Lombardo 


Accadde quella volta che Pablo Picasso, durante una Fiera a Ventimiglia, si imbatté nelle ceramiche Condurso di Seminara. Pensereste mai ad una liason fra la terra calabrese e il genio di Picasso? Ebbene, non ci siamo fatti mancare neanche questa. La famiglia Condurso che, negli anni Settanta, trovandosi a Ventimiglia, per una fiera, ebbe la ventura, grazie ai suoi manufatti, di intercettare lo sguardo incuriosito, interessato e infine appassionato del grande Maestro.  Picasso acquistò alcuni pezzi forti della produzione seminarota: una maschera apotropaica, diretta discendente delle maschere della tragedia greca; una “calabrisella”, donna prosperosa e infaticabile che reca sulla testa l’immancabile orcio per l’acqua; un “babbaluto” figura maschile grottesca, realizzata per irridere gli uomini di potere o i dominatori. Sembra che il geniale artista malagheno si sia espresso in maniera entusiastica nei confronti di quei capolavori, parlando addirittura di mani d’oro - quelle che li avevano creati - che si erano assunte il compito di rendere immortale l’ancestrale arte della ceramica. Di sicuro, Picasso avrà colto il senso profondo del tempo immemorabile da cui, in Calabria, si lavora la ceramica; di quei colori accesi che richiamano la luce abbacinante delle nostre latitudini; di quell’arte ancestrale! E con l’affermazione di “mani d’oro” ha di sicuro reso omaggio alla maestria della famiglia Condurso, e con essa, a quella di tutti quei ceramisti che rinnovano con disinvoltura questa ancestrale arte.

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