UN ANGOLO DI IRLANDA IN CALABRIA: La Cappella privata Alimenda- Spada a Montalto Uffugo (CS)
di Maria Lombardo
E' un luogo davvero poco conosciuto della nostra regione: la Cappella privata Alimena-Spada dedicata alla Madonna delle Grazie a Mavigliano, una zona rurale nel comune di Montalto Uffugo.La chiesetta viene aperta una volta all’anno l’ultima domenica di settembre per celebrare una messa e un piccolo rinfresco organizzato dai pochi fedeli che conoscono questo luogo.L’edificio è in stile gotico con simboli tipici dell’Europa del Nord, come la presenza della Croce Celtica in cima alla facciata caratterizzata da un portale ad arco a sesto acuto inserito in una cornice triangolare. In alto è presente un piccolo rosone quadrilobato e nelle pareti si aprono rosoni che permettono alla luce di filtrare all'interno. Tutto intorno è decorato con motivi geometrici e floreali.
Ai lati, particolari, sono delle colonne tortili, cioè attorcigliate in spire lungo l'asse verticale, un tipo di colonna detta anche “salomonica” in quanto, secondo la tradizione, avevano adornato il Tempio di Gerusalemme eretto da re Salomone (X secolo a.C). È presente un bel cancelletto in ferro battuto datato 1924.
L’interno è a navata unica con al centro dell’altare una pala rappresentante una Madonna che allatta e al suo cospetto degli angeli, una figura maschile barbuta sconosciuta, Sant’Antonio da Padova e San Francesco da Paola, santo protettore della famiglia in quanto legato strettamente con la storia degli Alimena.
Antonio Simone Alimena fu amico, protettore e benefattore di San Francesco da Paola, che aiutò per la costruzione dei Conventi di Paola, Paterno, e Spezzano.
L'Università di Montalto nel 1516 fu tra le sedi del grande processo calabro per la canonizzazione di San Francesco da Paola nel quale compaiono Simone Alimena, figlio di Antonio Simone, Sindaco di Montalto, e Matteo quali firmatari della supplica del 20 novembre 1516 al papa Leone X “...perchè venga iscritto nell'Albo dei santi il Beato Francesco per molti esempio di santità e miracoli operati in vita e per questo reputato Santo da tutti gli abitanti di Montalto e come tale celabrato ogni giorno...” (paragrafo 166 del processo calabro).
Nel dipinto è riportato il nome del committente, Antonio Alimena, che lo fece realizzare nel 1765 da Francesco Bruno.Ai lati della navata sono presenti le tombe di Domenico Alimena , figlio di Vincenzo Alimena e di Filomena della Cananea, 10° marchese di Crucoli e marchese di Episcopia, e di sua moglie Amalia Spada , che aveva sposato l'11 luglio 1883 a Cosenza. Una caratteristica insolita sono le lapidi delle tombe, infatti non sono presenti all’interno della chiesa ma nella parte posteriore dei monumenti funebri cioè sulle pareti esterne dell’edificio sacro.In alto, l’interno è decorato con una fascia con motivi floreali intervallati da simboli della cristianità come l’agnello, la colomba (Spirito Santo), il cuore immacolato, un Cristo Benedicente (sull’altare) e altri ormai scomparsi.La cappella è piena di simboli esoterici ed è caratterizzato da un misterioso pavimento a scacchi, rappresentazione del dualismo in varie correnti iniziatiche: la luce e l’ombra, lo spirito e la materia, il manifestato ed il non manifestato, il campo di battaglia tra il bene e il male.Intorno alla cappella sono presenti, oltre al maestoso palazzotto padronale, i ruderi dei magazzini agricoli, delle stalle, del frantoio e di tutti quei locali che contribuivano alle attività rurali del vasto territorio sotto il controllo degli Alimena.Una curiosità: da alcuni scritti abbiamo scoperto che in questa cappella, a undici anni, fu cresimata, da Mons. Sorgente e come madrina Donna Agnesina Turano, Beata Elena Aiello, religiosa e mistica calabrese, fondatrice dell'istituto religioso delle Suore Minime della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo.La chiesetta è provata dal tempo non avendo avuto un’adeguata manutenzione da parte dei proprietari, infatti sono presenti tantissime lesioni, causate dai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale e dai terremoti, che mettono a rischio la stabilità della struttura.
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