C‘era una volta il “Cantoniere”. Sapete che questo antico mestiere fu istituito da Murat?
di Maria Lombardo
Mai come ora ne percepiamo la lancinante assenza, ci manca
la sua salvifica presenza. Perché basta che piova e tiri vento intensamente,
che la strada ma in generale tutte le nostre strade, diventino pericolose al
limite della percorribilità.
Tradizionalmente quello dei cantonieri era un lavoro
legato alla manutenzione della strada, ma anche al presidio del territorio.
Fino all’inizio del ‘900 il lavoro principale consisteva
nel rinnovo dei materiali della massicciata erosi dal traffico, dall’acqua e
dal gelo, nella manutenzione e pulizia della segnaletica, della banchina e dei
fossi di guardia, con lo sgombero neve in inverno.
Con gli anni ’20 fu introdotto il catrame e il bitume e
da ciò derivò un rilevante cambiamento nelle mansioni dei cantonieri.
Ed allora celebriamo, e tramandiamo ai più giovani che
non lo hanno mai conosciuto, il ricordo di questo nobile lavoratore della strada,
questo custode geloso del suo tratto di competenza e con esso della salute di chi
lo percorreva in ogni stagione.
Affidiamoci al dizionario per la definizione corretta:
dal francese cantonnier, derivato da canton “angolo (della strada)”; operaio
cui è affidata la sorveglianza e la minuta manutenzione di un tratto di strada
ordinaria (c. stradale) o ferrata (c. ferroviario).
Quindi una figura lavorativa di derivazione probabilmente
napoleonica, per allitterazione un “Angelo della strada”.
Viveva lì, vicino alla sua strada, dentro la casa sulla
strada, perché giorno e notte, domeniche comprese, estate ed inverno, doveva intervenire
per tenere aperta e sicura quella strada. Si narra di interventi eroici nei
quali, mettendo a repentaglio la vita, i cantonieri hanno salvato passeggeri
sorpresi da bufere, travolti da frane e da alluvioni.
Ma per fortuna queste erano le eccezioni, la regola
invece, praticata con certosina perseveranza, era la manutenzione ordinaria, diremmo
oggi preventiva. Armato di “ruetulu”, ramazza e badile, il cantoniere in divisa
allontanava dalla sede stradale gli ingombri estemporanei, tagliava l’erba lungo
le massicciate, rassettava l’asfalto, toglieva persino le foglie che ostruivano
i tombini impedendo il deflusso dell’acqua piovana.
Con il sopraggiungere dei moderni mezzi meccanici, della
tecnologia e dell’organizzazione in genere, si sarebbe potuto attendere il
miglioramento di questo imprescindibile servizio reso a tutti. Ma non è stato purtroppo
così.
Quanto ci manchi caro Cantoniere, che venivi criticato
per il tuo poco lavorare quando non succedevano disastri, ma di cui tutti si
dimenticavano quando questi si verificavano, mentre tu con la carriola ed il
berreto in testa, ultimo retaggio del lustro napoleonico, continuavi a fare chilometri
di umile lavoro sulla “tua strada”.
Liberamente adattato dal web
G
RispondiEliminarande Napoleone.