LA SFIDA A DIO: Gennaro Placco volontario nella Rivoluzione Calabra subì le angherie della dittatura borbonica






 

di Maria Lombardo 


Gennaro Placco (Civita, 1826-1896) un valoroso albanofono di Calabria combattente delle battaglie del Risorgimento. Partecipò come volontario nella Rivoluzione Calabra e nella battaglia di Monte S. Angelo (Passo di Campotenese), 30 giugno 1848, perse il dito della mano destra. Catturato fu gettato nell'orribile prigione del castello di Cosenza. Processato nel 1850 fu condannato a morte, la pena fu commutata poi in ergastolo e poi a 12 anni di carcere duro da scontare nella famigerata isola di Santo Stefano. Il regime borbonico metteva insieme delinquenti comuni e condannati politici affinchè i primi fiaccassero con vessazioni ed omicidi i secondi! Il Placco, che era di costituzione robusta, non si lasciò intimorire! Durante il trasferimento verso l'isola si scatenò una tempesta, il vapore borbonico rischiava di affondare ed allora con le catene che gli stringevano i polsi e sfidando le onde ed il vento, il Placco si erse in piedi e con i pugni rivolti al cielo gridò: "Dio! Dio perchè non ci subissi?". Questo gesto intimorì le guardie borboniche ed i delinquenti che erano in catene con lui tanto che per tutto il lungo periodo di carcere (1850-'59) non ebbe a subire noie.

( fonte prof. Francesco Marcianò)

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