Il rito del funerale di “zu Nikolla” e i diavoli nel mercoledì delle ceneri in Arberia Calabra.

Crediti foto: Gazzetta del Sud

 

di Maria Lombardo 



Nel calendario delle festività arbëreshe, occupa un posto di rilievo il Kalevari. Una cosa è certa la Chiesa ha faticato molto per reprimere anche duramente i riti pagani utilizzando ogni stratagemma. Il mercoledì delle Ceneri, durante il carnevale albanofono, viene svolto il funerale di "zu Nikolla", un vecchio vestito di stracci. Quello che succede il martedì grasso è la premess del pianto di Zù Nicola, della morte del Carnevale, fondamentale rito di purificazione, attimo di riflessione profonda e di contrasto con la sfrenatezza del martedì e dei diavoli.Nel rito del pianto di Zù Nicola, un corteo funebre, con tanto di cassa da morto, moglie addolorata e numerose amanti al seguito, "Si piange Zu Nicola" (Qahet Cu Nikolla), scoppiato per aver ingurgitato troppo cibo, per aver troppo bevuto, per l'eccessiva sfrenatezza.Un finto prete accompagna il corteo e la vedova, confortata dalle amanti, non perde occasione di gridare forte il nome del suo povero marito, morto per colpa di tutti. Ed infatti, attimo pungente di satira, è tipico della cerimonia il fermarsi con il corteo vicino alle case delle persone: le più in vista, le più antipatiche, le più simpatiche del paese, per tutti c'è un rimprovero, per tutti una colpa. Zù Nicola rappresenta l'anno vecchio che muore che si porta dietro le tristezze e i mali del passato.E proprio il Mercoledì delle Ceneri, nelle case appare una strana bambolina, la "Kreshma" o "Korajizma", con in testa sette penne di un pollo ucciso nel periodo di Carnevale. Essa ricorda che mancano sette settimane alla Pasqua e che quello iniziato è un periodo di penitenza ed umiliazione: ogni settimana, ad indicare il tempo che passa e l’avvicinarsi della Festa della Resurrezione, si stacca una penna. Subito dopo entrano in scena i diavoli (djelzit), coperti di pelle di capra. I Diavoli rappresentano la tentazione, la perdizione assoluta, l'eccesso sfrenato; essi costituiscono l'epilogo della festa, che termina appunto il Martedì e rappresentano la premessa del Mercoledì delle Ceneri

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