Allievo di Jung a Ferramonti di Tarsia (CS) il campo di concentramento calabrese


 di Maria Lombardo 

Nasce a Berlino nel 1896 da genitori ebrei. Divenuto medico e pediatra, dopo un'analisi freudiana con Otto Fenichel e Sàndor Radò, Bernhard passò all'analisi junghiana.Dal 1935 a Zurigo lavora con lo stesso Carl Gustav Jung del quale divenne un seguace radicalizzando le teorie junghiane con spiccate venature teosofiche ed esoteriche. Studiava e applicava la chiromanzia e l'astrologia, faceva lunghi digiuni, consultava assiduamente l'I Ching, l'antico libro-oracolo cinese con prefazione a firma di Carl Gustav Jung.A seguito delle leggi razziali naziste, che lo privarono della cittadinanza tedesca e di molti diritti (come accaduto a tutti gli ebrei che vivevano in Germania), per sfuggire alle persecuzioni naziste decise di trasferirsi in Inghilterra come Freud, ma Londra gli rifiutò l'ingresso perché pare suscitasse perplessità proprio la sua pratica di discipline esoteriche, in particolare la chiromanzia e l'astrologia. Decise così di stabilirsi in Italia insieme alla moglie Dora e precisamente a Roma dove praticò per trent'anni la psicoterapia junghiana. Qui entra in contatto con un piccolo gruppo di freudiani diretti da Edoardo Weiss. Dall'amicizia con Weiss scaturì anche una significativa armonia tra i primi junghiani e freudiani.A seguito delle leggi razziali fasciste del 1938 ebbe molte limitazioni nella professione, e nel 1940 fu arrestato a Roma, in quanto "cittadino straniero apolide di razza ebraica" e portato nel campo di internamento di Ferramonti di Tarsia, un campo di concentramento in Calabria dal quale fu liberato nel 1941, in seguito ad un intervento in suo favore di Giuseppe Tucci; scamperà così alla deportazione nel Reich che avrebbe significato quasi certamente finire in un lager. Poté tornare a vivere a Roma, dove visse nascosto nel periodo dell'occupazione nazista (1943-1944).Terminata la guerra riprende la sua attività di psicoterapeuta junghiano sempre a Roma, dove rimarrà per tutta la vita pur non prendendo mai la cittadinanza italiana e restando apolide. Ed è da qui che si è diffusa in Italia la psicologia junghiana, grazie agli allievi che Bernhard ha formato tra i quali: Aldo Carotenuto, Mario Trevi, Bianca Garufi, Gianfranco Draghi, Carlo L. Iandelli, Silvana Radogna, Claudio Modigliani, Paolo Aite, Marcello Pignatelli, Michele Pignatelli, Mariella Loriga, Francesco Montanari, Gianfranco Tedeschi, Mario Realfonzo, Silvia Montefoschi, Mario Moreno, Enzo Lezzi, Enrico Rasio, Francesco Minozzi e Hélène Erba-Tissot, che ha curato l'unico libro di Bernhard: Mitobiografia, opera non organica tratta dagli appunti che prese durante la sua vita.Nel 1961 lui e i suoi allievi fondarono l'AIPA (Associazione italiana di psicologia analitica)Nel 1966 da questa associazione iniziale si staccherà un gruppo di dissidenti che assumerà il nome di Centro italiano di psicologia analitica (CIPA).Personaggi di spicco della cultura italiana gravitarono intorno a Bernhard o furono in analisi con lui; tra questi Federico Fellini, Natalia Ginzburg, Giorgio Manganelli, Cristina Campo, Amelia Rosselli[6] e Roberto Bazlen, fondatore con Luciano Foà della casa editrice Adelphi, Luciano Emmer, Vittorio De Seta e Adriano Olivetti.Ernst Bernhard, che amava definire il suo orientamento psicoanalitico con il termine di "psicologia del processo di individuazione", piuttosto che adottare la definizione dello stesso Jung di "psicologia analitica", muore a Roma nel 1965.Poco prima di morire sentendo avvicinarsi il momento del "distacco" aveva scritto nella sua autobiografia, ripensando alla mai dimenticata esperienza di sopravvissuto alla persecuzione razziale:

«.....penso che mi peserà molto il non avere nessuno di cui prendermi cura e da far progredire. Ma a mio conforto mi viene in mente che là ci sarà pure un corpo di guardia nazista. Potrei prendermi cura di questo.»

(Ernst Bernhard - Mitobiografia)


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