Il gioco della “pezza ’u casu” a Bisignano (CS):il gioco carnevalesco praticato come sport
di Maria Lombardo
Il tempo di Carnevale a Bisignano non si esauriva soltanto nello svolgimento delle follie, buffonate, sregolatezze ma consisteva anche nel dedicarsi al gioco.Esso, infatti, rappresentava per il popolo uno dei divertimenti più attesi della festa attraverso il quale si promuoveva e si regolava la convivenza.Si svolge il tradizionale giuoco della “Pezza ’u casu”, fuori l’abitato, in fondo al rione Piano che ne conserva “ab antiquo” la preminenza e ne tramanda le regole da seguire. Si suppone che tale gioco si svolgesse in una una zona periferica del paese collegata direttamente con la campagna e con i produttori di formaggio. Le testimonianze raccolte fra gli anziani del luogo raccontano, infatti, di pastori che una volta l’anno, nel periodo di Carnevale, si recavano in paese dalla campagna e, incontrandosi con i paesani, proponevano loro di sfidarli al gioco della “pezza ’u casu”. Il formaggio naturalmente era messo a disposizione dal pastore stesso, che, in caso di sconfitta, doveva cedere l’intera forma.Spesso però a farne le spese erano i paesani, i quali dopo aver perso, dovevano pagare in denaro il valore della forma del formaggio al pastore.La presenza, quindi, del gioco in molti altri luoghi del territorio calabrese è indubbia, nei quali il gioco ritrae tutti i caratteri del nostro, fatti salvi il percorso e il modo di trattenere il laccio al momento del lancio. In effetti, rispetto agli altri paesi limitrofi Bisignano conserva sia il primato dei campioni che quello delle vittorie in tale gioco.L’espediente utilizzato dai giocatori bisignanesi era, infatti, quello di legarsi il laccio al polso anziché al dito mignolo imprimendo cosi al cacio maggiore forza nel lancio superando, con molta facilità, gli avversari.Il gioco della “pezza ’u casu”, oltre ad essere un gioco di squadra era soprattutto un gioco di abilità personale che richiedeva allenamento e concentrazione. Infatti, molto importante per il giocatore era stabilire con sufficiente anticipo l’angolo di tiro, lo stato del percorso e l’effetto da dare alla forma del formaggio.Il gioco della “pezza ’u casu” in Bisignano era molto popolare. Esso, infatti, richiamava, tanti spettatori, donne, uomini, bambini ed anziani. Persino i nobili accorrevano a guardare incuriositi.Oggi il gioco della “pezza ’u casu”, nel paese, ricopre ancora un ruolo importantissimo, anche se solo fra i giocatori che lo praticano.
La tramontata popolarità del gioco, come è accaduto anche in altri paesi calabresi, probabilmente è da ricercarsi nelle nuove esigenze che la società moderna ha imposto ad ogni individuo.In poche parole anche se per molti giocatori la “pezza ’u casu”, oggi, in Bisignano costituisce un vero e proprio sport , esso non è riuscito ad imporsi ad altri tipi di sport più moderni che hanno richiamato l’attenzione dei giovani bisignanesi come per esempio il calcio, o la pallavolo.Una volta per giocare alla “pezza ’u casu” ogni momento era buono purché si aveva a disposizione uno spiazzo, una forma di formaggio pecorino ed i soldi per poterla comprare.Il gioco si svolgeva nel tempo libero, soprattutto il sabato o la domenica.Solitamente si iniziava verso le due del pomeriggio e si proseguiva fino a notte inoltrata con la luce delle lanterne.Oggi il gioco rivive in un torneo organizzato dalla pro loco del paese e ripropone le stesse regole di un tempo anche se si svolge su di un tracciato diverso.Il gioco si svolge in due manche e richiede un minimo di due giocatori che possono avanzare fino a sei per squadra.Il giocatore disegnato dal tocco compie il primo lancio, tira poi il secondo, il tiro successivo spetta a chi ha coperto meno percorso.Se durante la gara la forma del formaggio dovesse uscire dal percorso si procede alla segnatura del punto in cui essa è uscita e si procede al tiro successivo.Se a causa di un lancio sbagliato la forma del formaggio dovesse tornare indietro lungo il percorso fino a oltrepassare la linea di partenza il giocatore, incaricato del nuovo tiro, dovrà partire dal punto in cui l’oggetto di gioco si era fermato.Nel caso, invece, la forma del formaggio dovesse oltrepassare la linea di arrivo la vittoria spetterà al giocatore che l’ha mandata più lontana.Inoltre se durante la gara la forma del formaggio dovesse rompersi si procede alla sostituzione di questa con una forma di legno di uguali dimensioni detta “ruocciola”.Vince il gioco chi con un numero inferiore di tiri o “botte” arriva prima a tagliare il traguardo e ad aggiudicarsi naturalmente un maggior numero di manche.Fino a non molto tempo addietro, infatti, il gioco della “pezza ’u casu” raccoglieva intorno a se una grande massa di partecipanti, mentre oggi l’interesse da parte del cittadino bisignanese nei confronti di questo “sport” è sensibilmente diminuito.
( fonte Bisignano in rete)
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