Il “Castello” di Caria ( VV), la dimora estiva del filosofo Pasquale Galluppi.
di Maria Lombardo
Un palazzo gentilizio dimora estiva del famoso filosofo
Pasquale Galluppi di Tropea. Nella
quiete e nella tranquillità il filosofo amava pensare e per questo le sue
estati le passava a Caria. L’edificio che vediamo oggi campeggiare su Caria è
stato costruito nel 1900 sui ruderi di una costruzione del ‘700. Dai primi del 900 fino ad oggi il
palazzo appartiene alla famiglia Toraldo e furono proprio loro a ricostruirlo
con fattezze da castello. Volgarmente lo si chiama castello perché proprio nel
1920 vennero aggiunte delle merlature in
stile neomedievale. Molto particolari le bifore ogivali goticheggianti
e lo splendido balcone balaustrato, decorato con murature simili a tende.
Interessane il giardino, dove sono presenti splendidi alberi
secolari. Si sviluppa su due piani al
pian terreno trappeto e magazzini, sopra il piano nobile con parco giardino e
chiesetta di famiglia.A pochi anni dalla conclusione dei lavori la famiglia
Toraldo ospita il 4 novembre 1923 papa Giovanni XXIII quando ancora era Monsignore
e pranzò nel giardino con il Marchese e con l’Arciprete di Carìa Don
Antonio Pugliese e l’economo Don Francesco Pugliese. Una lapide sulla
facciata del Castello ricorda questa storica visita. Dopo un periodo di
abbandono tanto è vero che
letteralmente si sgretolava con numerosissimi crolli delle merlature.
Ricordiamo che è stato acquisito nel patrimonio comunale il 20 luglio 2009.
Dopo 30 anni di lunghe procedure e vicende giudiziarie!
L’avanzamento
di esproprio sblocca così la situazione di stallo che si era creata negli anni,
anche se non dovrebbe trattarsi dell’ultima tappa. Il proprietario infatti
presenterà ricorso anche questa volta. Questa tappa raggiunta è, tuttavia, un
passo molto importante perché non si era finora mai riusciti ad arrivare a così
tanto.L’attuale amministrazione ha portato avanti il buon lavoro fatto
dalle precedenti. Specialmente l’ultima amministrazione, aveva iniziato la
strada attraverso un lungo e duro lavoro
rallentato molte volte da iter burocratici macchinosi e tecnici.
Tra le varie idee
che si sono susseguite circa la destinazione dell’area, ha preso sempre più
piede quella di destinarla ad un uso collettivo tramite la creazione di una
biblioteca, un museo e una sala-conferenze.
Commenti
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi!