Un museo dedicato all’arte ceramica della Calabria che si trova a Seminara (RC)
di Maria Lombardo
Ho già parlato della ceramica di Seminara in questo blog se volete
approfondire! Seminara comunque è un piccolo borgo in provincia di Reggio
Calabria in cui intere famiglie di artigiani producono una delle ceramiche più
bizzarre, colorate e fantasiose del Sud Italia, celebre per aver sedotto anche
il poliedrico genio di Picasso. Un museo inaugurato da poco ma il cui lavoro si
svolgeva da un biennio, lo scopo del museo è documentare le produzioni ceramiche regionali,
molte delle quali oggi estinte, e si è avvalso, laddove ancora possibile, anche
delle testimonianze degli artigiani ormai non più attivi. L’esposizione comprende una collezione di oltre 500 opere
afferenti a 22 centri di produzione, e prevede la presentazione al pubblico
anche di una ricca documentazione fotografica e audiovisiva. Il percorso
museale, che si articola in tre sale, ha come obiettivo quello di tracciare un
quadro dei principali contesti produttivi della ceramica regionale,
identificati come tali per durata del fenomeno e quantità di artefici e
manufatti, ma anche, e soprattutto, per i caratteri specifici che conferiscono
una precisa fisionomia alla tradizione figulina di una determinata area. E in
effetti la ceramica si colloca tra le produzioni più significative, nell’ambito
della cultura materiale, perché in essa è possibile rinvenire diverse funzioni,
da quella d’uso all’estetica, dalla simbolica alla documentaria, e a numerose
altre. In tali casi l’apporto creativo del singolo artigiano viene sistematicamente
riassorbito in un flusso plurisecolare che basa la propria identità su un
sistema di codici – tecnologici, materici, linguistici, simbolici – trasmessi
di generazione in generazione e che anche quando si evolvono e si arricchiscono
di elementi nuovi continuano a fluire nel solco della tradizione conservando
precisi caratteri di riconoscibilità che riflettono peraltro un profondo legame
col territorio e con l’immaginario della collettività. A tal proposito, proprio
a Seminara i ceramisti locali portano ancora avanti la tecnica di origini
bizantine dell’ingobbio sotto vetrina e conservano miracolosamente attive
antiche fornaci a nocciolo di ulivo. Una ceramica dunque dall’aura veramente
antica, sebbene da oltre un secolo abbia varcato i confini regionali partecipando
a importanti esposizioni nazionali e internazionali, ovunque trionfando per il
suo schietto sapore popolaresco e per i profondi significati simbolici sottesi
ai tipici soggetti interpretati dai ceramisti: la maschera apotropaica,
mostruosa ed eretica o ispirata a eleganti prototipi classici, ma sempre
diretta a preservare la dimora dagli influssi malefici; il riccio, che pur irto
di aculei si configura quale simbolo di fecondità; il pesce, che rinvia da un
lato alla tradizione cristiana e dall’altro a quella marinara; e poi fiasche
antropomorfe, boccali a segreto, calabriselle e babbaluti, sirene e tutto ciò
che la fervida fantasia del ceramista di volta in volta suggerisce alle mani e
al cuore.
Andate a Visitarlo !
Commenti
Posta un commento
Dimmi cosa ne pensi!