Una competizione tutta calabrese:la Coppa Sila



di Maria Lombardo


Ebbene si, cari lettori la Coppa Sila fu inaugurata nel 1924.  Si ricorda ancora la prima edizione  su 144 chilometri su strade non asfaltate. Era comunque una gara di regolarità, i piloti dovevano tenere una velocità media di 45 km orari. Roba tutt’altro che facile dati i mezzi e le vie. La Belle èpoque  aveva investito lievemente la nostra regione! L’ideatore della Coppa Sila fu un medico, il professor Giuseppe Catalani. La sua idea piacque a tal punto che, a partire dalla seconda edizione, il percorso fu ampliato e fu aggiunto un altro premio: la Targa Catalani, dedicata ai vincitori di un tratto difficile del percorso, compreso tra Cosenza e Montescuro. Nel 1959 la competizione divenne la Coppa Sila tout court. L’evento non passò inosservato al fascismo che  a partire dal 1929, il premio fu denominato Coppa Michele Bianchi, in omaggio al ministro calabrese, già quadrumviro della Marcia su Roma. Ma dopo la guerra la gara tornò ad essere Coppa Sila,  inutile dire che l’automobilismo era uno sport per più ricchi  ed i più folli che correvano sulle auto quando l’Italia iniziava a scoprirle.Tra i pionieri figurano un paio di generazioni dei Giuliani.” Si parte, è il caso di dirlo, da Salvatore Giuliani (1881-1964), fratello del nonno dell’autore, e Domenico Giuliani (1903-1969), zio dell’autore. I due parteciparono in coppia alla primissima edizione della Coppa Sila e arrivarono quinti a bordo di una Fiat 501 S, che raggiungeva una velocità massima di 75 km orari. Un bolide, per l’epoca. La galleria di famiglia prosegue con Camillo Giuliani (1913-1991), papà dell’autore e nonno dell’autore ombra, vincitore, nel 1959 della Targa Catalani.Poi si termina con l’autore, habitué della Coppa Sila e di varie altri tornei, e suo cugino Ottavio Giuliani Jr (1940-1969), scomparso prematuramente per un sinistro stradale banale, che sembra una beffa del destino, se si considera che questo bravissimo e spericolato pilota era uscito sempre indenne da competizioni pesantissime”. L’automobilismo nell’Italia e, soprattutto, nel Sud, espresse l’ansia di futuro e il desiderio di emancipazione attraverso il progresso tipica delle componenti più avanzate delle società arretrate.
E il racconto di Claudio Giuliani riesce, combinando con semplicità ed efficacia più dimensioni, a rendere bene l’ambiente di quegli atleti che, con grandi sacrifici, giravano, anzi correvano tutto il Paese per provare il brivido del rombo del metallo pesante. Attenzione la Coppa Sila si corre ogni anno !

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