I Domenicani a Nicotera (VV) ed il culto della Madonna del Rosario.



di Maria Lombardo






 L’ arrivo dei frati domenicani in Calabria, ha senza dubbio segnato un cambiamento profondo nell’organizzazione religiosa, sociale e culturale di quasi tutta la regione. Prima di parlare dei Domenicani a Nicotera vi spiego  il motivo per il quale il connubio tra i domenicani e la Madonna del Rosario divenne inscindibile, soprattutto dopo la battaglia di Lepanto (7 ottobre 1571), in seguito alla quale Pio V, proveniente dalle file dell’Ordine del ‹‹Gran Gusmano››, istituì la festa del SS. Rosario proprio in quel giorno. Non a caso una delle preoccupazioni principali dei domenicani, nel momento in cui si insediavano in una località col proposito di fondare un convento e fissare una dimora per l’Ordine, riguardava proprio la fondazione di queste istituzioni laiche dedite al culto mariano, che presto diventavano confraternite del SS. Rosario a cui veniva aggiunto il nome di Gesù. Il loro compito era appunto quello di mirare all’educazione cristiana del popolo attraverso il sostegno delle iniziative, proposte dalla Chiesa cattolica, necessarie a incanalare e a regolamentare il sentimento religioso della gente comune.Le associazioni laiche Rosariane fossero attive nella valle del Mesima e del Poro erano moltissime. Tutto ebbe inizio nel 1535 il prete Antonio Roca lascia un testamento desiderando che a Nicotera nascesse un convento di frati domenicani. Il suo sogno però non venne esaudito subito scrive il Pagano in” Il Complesso mistico dei padri conventuali di Nicotera” in I beni culturali e le chiese di Calabria,  Atti del convegno ecclesiale regionale, La Ruffa Editore 1981, p523, 524,:”  i beni immobili ricevuti in eredità, negli anni successivi furono permutati con quelli appartenenti a Agase Braghò di Motta Filocastro”. Durante gli anni ’60 del 1500 a Nicotera c’era già una piccola colonia di Domenicani, i quali non ebbero vita facile nel borgo, il vescovo Giulio di Gennaro aveva dato il diniego per la sepoltura dei loro morti nella Chiesa dove erano ospitati. Ebbene dovettero rivolgersi a  Papa Pio V! La risposta fu tempestiva mandò il metropolita di Reggio Gaspare del Fosso perché rispettasse i frati notizia Archivio Vescovile  22135. Nel 1590 le cose cambiano i frati non sono più provvisori, gli vengono affidati i beni lasciati dal Roca, il prete voleva però che fosse un convento formale con 12 frati e che ogni anno dotassero una povera Nicoterese della dote per maritarsi. Dalle pagine del Corso scopro che:” poterono avere inizio  i lavori” e sempre nella “ Cronistoria della città di Nicotera” Napoli 1852 pag 53:”il 20 maggio 1595 il locus di Nicotera appare per la prima volta registrato in una fonte della cancelleria dell’ordine”. Il convento che oggi ospita il Municipio ed è conosciuto col topos “ Palazzo convento” era ubicato fuori le mura a due piani con il chiostro centrale, la chiesa invece sorgeva a lato con unica navata. Dalle fonti storiche nel 1599 sappiamo che nel convento si rifugiarono tre temibili banditi  Soldano, Romano e Cesario e Garcia Da Toledo ordinò che venisse espugnato per liberarlo. Il Soldano venne ucciso mentre gli altri due arrestati, ed ecco che giunse la scomunica per aver violato quel  luogo sacro: “ l’uccisore del Soldano, Francesco Famà da Preitoni venne assolto dalla Penitenziaria apostolica nel 1603” cronicizza il Corso in “ Un ultimo episodio della tentata ribellione di Fra Tommaso Campanella in Archivio Storico calabrese II 1914 pp 143- 156. Sono anni in cui i 5 frati che vivevano nel convento venivano “molestati” dal vescovo per i beni del Roca, nuovamente intervenne il papa ordinò a Carlo Pinto di non molestare i frati domenicani. Il 20 giugno 1623 la notizia sia sparse per il borgo! Con il terremoto del 1638 l’edificio subì danni e fino al ’50 si svolsero lavori di ristrutturazione. Dato che aveva solo 5 frati venne soppresso da Papa Innocenzo ed i beni passati al seminario  della cittadina. Il culto della Madonna del Rosario e la Chiesa fu affidata alla Confraternita del Rosario fondata dai frati e riconosciuta dallo Stato.

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